Prima di addentrarci nel variopinto e meraviglioso mondo della musica degli anni 80 del secolo scorso, soffermiamoci ad analizzare un aspetto che ha molto contribuito al successo della discomusic negli anni 70: abbiamo visto come radio e cinema, con pellicole come Saturday Night Fever e Thank God It’s Friday, abbiano dato visibilità ed internazionalità ad un fenomeno inizialmente di nicchia, nato in alcune città degli States. Una grossa spinta, però, venne data dalla televisione e dai primi programmi dedicati alla musica dei giovani, che, dopo l’avvento dei Beatles, necessitava di spazi tutti suoi.
Oggi la tv è piena di canali tematici che trasmettono musica di ogni genere 24 ore al giorno: una scelta così vasta, però, spersonalizza e disorienta lo spettatore, il cui approccio alla musica in tv è lo stesso di chi entra in un megastore e si trova davanti un numero spropositato di articoli che per la maggior parte non conosce.
In quegli anni le trasmissioni musicali televisive andavano in onda generalmente una volta alla settimana, ma erano un appuntamento molto atteso perchè ti facevano conoscere gli artisti, le novità musicali, le classifiche dei brani più venduti ed ascoltati, insomma ti guidavano alla fruizione della musica leggera nel migliore dei modi. Questi programmi sono entrati nella storia delle televisione e noi in questo capitolo faremo un giro del mondo ricordando i principali, e magari facendovi vedere qualche spezzone filmato, così che possiate avere idea di quello di cui stiamo parlando.
IL TRENO DEL SOUL – Non potevamo non iniziare la nostra carrellata con il re dei programmi televisivi dedicati alla musica, l’americano Soul Train. Con i suoi 35 anni di ininterrotta trasmissione (dal 2 Ottobre 1971 al 27 Marzo 2006) rappresenta uno dei programmi più longevi nel suo genere. Veniva diffuso nel metodo della cosiddetta “syndication”, e cioè un consorzio di emittenti private che si univano per produrre programmi , ricavarne gli introiti pubblicitari e diffonderli su scala nazionale. L’emittente che mandò in onda Soul Train era la WCIU-TV, con sede a Chicago. Il format della trasmissione era quello di un varietà basato sulla musica e sulla danza moderna. Naturalmente non si può parlare di Soul Train senza citare il suo ideatore, creatore, produttore ed anche presentatore: Don Conelius. La sua carriera nel mondo della musica inizia nel 1966 come dj in una radio di Chicago e già da quel momento si fa strada nella sua mente un programma televisivo, deidcato prevalentemente alla musica afro-americana. E’ così che il 2 Ottobre del 1971 va in onda la prima puntata di Soul Train: il basso budget non gli permette ancora la trasmissione a colori, i suoi primi ospiti sono Jerry Butler, i Chi-Lites, e il gruppo femminile delle Emotions (famose poi per il singolo Best of My Love). A fianco di Cornelius nella conduzione c’è Clinton Ghent, un ballerino e coreografo che dopo alcune puntate abbandona la co-conduzione per lavorare dietro le quinte. Il successo è praticamente immediato: già alla fine della prima stagione sono 18 le emittenti che lo mandano in onda in tutti gli States e, una volta entrato nella “syndication”, sposta la sua sede da Chicago a Los Angeles, dove rimane per tutti gli anni successivi.
R&B, soul, pop, hip hop, Jazz e gospel sono stati i generi che si potevano ascoltare nel corso degli anni all’interno del programma, ma dalla seconda metà degli Anni 70 imperversavano Funk, discomusic e dance. Per le prime tre edizioni (197-1973) l sigla è un brano strumentale di King Curtis, intitolato Soul train (Hot Potato), nei tre successivi anni, però assistiamo al diffondersi della discomusic e la sigla diventa un brano dei Mother Father Sister brother (MSFB), la mitica TSOP di cui abbiamo già avuto modo di parlare nel capitolo dedicato a Philadelphia: è questa la sigla che tutti noi maggiormente ricordiamo. Dal 1976 è stata composta un’apposita sigla, eseguita dalla Soul Train Gang dal titolo Soul Train 75, che viene poi aggiornata di anno in anno. A contribuire al successo del programma ci sono anche i ballerini, disposti in apposite passerelle sia in piccoli gruppi che in coppia con una grande moltitudine anche al centro dello studio televisivo quando si esibiscono gli ospiti. E’ proprio qui che si sono visti i primi passi di latin hustle ed è da qui che i frequentatori di discoteche iniziano ad ispirarsi per i loro passi di danza. Nel corso degli anni tra il gruppo dei ballerini hanno ballato future star del cinema e della tv come Carmen Elcectra, Vivica J Fox, MC Hammer, ecc. Una delle coppie di ballerini, Jody Watley e Jeffrey Daniel, grazie ad un talent scout della trasmissione, daranno vita poi al gruppo di discomusic ed R’n’B degli Shalamar. Cornelius inizia e conclude la trasmissione con due frasi che ormai sono passate alla storia:
“Benvenuti, state compiendo il viaggio più hippy di tutta l’America!” (“The hippest trip in America”) e..
“Sono Don Cornelius, e come sempre, vi auguriamo amore, pace… e SOUL!” (I’m Don Cornelius, and as always in parting, we wish you love, peace… and SOUL!”)
L’ideatore, conduttore e produttore di Soul Train andrà avanti a presentare ininterrottamente il programma fino al 1993, poi passerà la mano ad altri conduttori, rimandendo però al timone del progetto sino alla sua cancellazione nel 2006, dopo 35 anni ed oltre 1100 puntate andate in onda. Gli orfani del programma si consoleranno per altre due stagioni con una serie di puntate antologiche, intitolate proprio The Best of Soul Train.
IL FARO DEL POP BRITANNICO – A giocarsi il primato con Soul Train per quanto riguarda i programmi televisivi musicali abbiamo il britannico Top Of The Pops, che ha il record delle trasmissione musicale per giovani più longeva: 2200 puntate andate in onda a cadenza settimanale dal 1964 al 2006! Il giorno in cui andava in onda su BBC One era il giovedì sera alle 18,35, successivamente l’inizio fu posticipato di un’ora e venne traferito sul canale BBC Four. La musica che si ascoltava apparteneva ai generi più in voga in Inghilterra in quei decenni: Rock, pop, punk rock, disco e dance, new wave e synth-pop.
L’ideatore di Top Of The Pops è il produttore televisivo Johnny Stewart, che voleva dedicare un contenitore musicale alla classifica dei dischi più venduti della settimana, facendone ascoltare le canzoni eseguite dagli artisti stessi, in playback o dal vivo, nello studio del programma. Gli artisti che si sono susseguiti sul palco di Top of The Pops, quindi, erano quelli più in voga del momento nel corso di mezzo secolo di storia di musica leggera.
La prima puntata va in onda il 1 Gennaio del 1964 dallo Studio A dei Dickenson Road Studios a Rusholme, Manchester: la presenta Jimmy Seavile, che rimarrà alla conduzione del programma per 20 anni, sino al 1984, per poi presentare ancora qualche edizione speciale. I primi ospiti sono Dusty Springfield che canta la prima canzone dello show, I Only Want to Be with You, i Rolling Stones con I Wanna Be Your Man, altri due gruppi, ed infine i Beatles, che cantano I Wanna Hold Your Hand, la prima nr.1 in classifica. I primi anni vedono gli artisti esibirsi in playback, cosa che gradiscono poco, in seguito verranno aggiunti dei musicisti per accompagnare dal vivo i cantanti solisti. Dal momento che i videoclips fino al 1975 non sono stati ancora inventati, quando viene mandato il brano di un artista che non è presente si fa entrare in scena un corpo di ballo che ha preparato una coreografia per l’occasione. Come abbiamo avuto modo di parlarne nella puntata dedicata all’Inghilterra, la discomusic negli anni 70 produsse pochissimi esponenti locali, quindi in trasmissione vengono invitati star internazionali: su tutte segnaliamo i Jackson Five, tra i primi ad suonare e a cantare dal vivo. Gli anni 70 di Top Of The Pops ci hanno regalato esibizioni memorabili, destinate a rimanere nella storia: iniziamo da quella di Marc Bolan, frontman del gruppo rock dei T-Rex: si presenta nel 1971 vestito di glitter e satin, cantando Hot Love, dando il via alla moda che poi tutti avrebbero chiamato “Glam Rock”. L’anno successivo è la volta di David Bowie, che presenta la sua Starman, ispirando con la sua voce ed il suo look un’intera generazione di futuri artisti. Nel 1975 viene presentato proprio a Top of The Pops quello che molti considerano il primo videoclip della storia della musica: Bohemian Rapsody dei Queen. Sembra proprio che la band l’abbia realizzato per non dover subire di nuovo l’umiliazione di cantare in playback: in questo modo evitano di presenziare e mandano il filmato, che oggi detiene il record di video musicale degli anni 70 con il maggior numero di views su YouTube! Nel 1977 scoppia la moda della Disco ed i sintetizzatori comnciano ad essere parte integrante di molte canzoni. Ecco un collage di puntate di quell’anno in cui viene dato risalto questo nuovo genere, con gli Space, il nostro Giorgio Moroder (vedrete una piccola intervista) e la sua “creatura” Donna Summer.
Top of the Pops fa subito centro tra il pubblico giovanile, diventando un vero e proprio faro per la musica made in England: già dal primo anno viene istituita una puntata speciale per il Natale, che riepiloga le maggiori hit dell’anno e stila una speciale classifica dei brani più venduti in quel periodo (è una competizione molto sentita tra gli artisti britannici). La sigla storica del programma, che ne ha caratterizzato specialmente la decade dei Settanta è una cover strumentale di un brano dei Led Zeppelin, Whole Lotta Love, eseguita dalla band dei CCS. Il record del cantante più presente va a Cliff Richards, con 160 puntate, mentre la band con più ospitate è stata quella degli Status Quo con 106.
Nelle decadi successive lo show conosce il suo apice, specie negli Anni 90, quando vende il suo format in molti paesi del mondo, per poi avere un declino nei 2000 e venire chiuso nel 2006, decisione che attira molte critiche, sia da parte del pubblico che dagli addetti ai lavori (su tutti Neil Tennant dei Pet Shop Boys). Lo show produsse anche parecchie compilations e un cofanetto di 4 dvd antologici che presentavano il meglio dei suoi primi 40 anni di messa in onda.
IL NEGOZIO DI MUSICA – Anche la culla della Discomusic europea, la germania, che in quegli anni era ancora Germania Ovest, aveva il suo show televisivo dedicato ai giovani e alle nuove tendenze musicali: si chiamava Der Musiklanden, lettarlmente il negozio di musica, ma tutti lo chiavavno semplicemente Musikladen, senza l’articolo, ed andò in onda dal 13 Dicembre 1972 al 29 Novembre 1984 per un totale di 90 puntate. In realtà la nascita di questo programma risale agli anni 60, quando si chiamava Beat Club: semplicemente nella nuova decade si era deciso di rinnovarlo, cambiandogli il nome. Ogni puntata era prodotta da Radio Bremen ed era diretta da Michael Leckebusch. Il presentatore è stato Manfred Sexauer, affiancato negli anni da vari collaboratori o collaboratrici: tra questi citiamo per i primi sei anni Ulrike “Uschi” Nerke, la presentatrice del precedente Beat Club.
Una puntata tipo di Musikladen durava tre quarti d’ora e prevedeva ospiti che si esibivano dal vivo. A volte la durata era superiore, a volte inferiore. Negli anni 80 venivano presentati anche i videoclip. Per quanto riguarda la sigla, si decise di mantenere quella di Beat Club, che era A Touch of Velvet – A Sting of Brass di Mood Mosaik, pseudonomi sotto il quale si celava il musicista e produttore francese Mark Writz.
L’elenco degli ospiti che si sono esibiti all’interno di Musikladen è impressionante per qualità e prestigio: Abba, Bee-Gees, Stevie Wonder, The Police, Queen, Suzie Quatro, Rod Stewart, Phil Collins, tanto per citarne alcuni…Per quanto riguarda le stelle locali, o artisticamente nate in gGermania citiamo Donna Summer, Bone’M, Nena e gli Scorpions. Unica ospite italiana è stata Raffaella Carrà; del resto il programma ha chiuso i battenti proprio quando l’italodisco stava per affacciarsi nel panorama internazionale… Disco, rock e pop erano i generi che la facevano da padroni.
IL PROGRAMMA DEL SECOLO – L’appuntamento televisivo musicale per olandesi e belgi di lingua fiamminga era TopPop, andato in onda dal 22 Settembre 1970 al 27 Giugno 1988 sul canale olandese AVRO. Il creatore del programma, nonché suo regista per i primi anni, era Rien van Wijk, mentre a presentarlo ci pensava il DJ e VJ Ad Visser. La formula ricalcava quella dei suoi omologhi del resto d’Europa: in uno studio televisivo venivano invitati i maggiori esponenti del pop, del rock e della disco e venivano fatti esibire in playback. C’era però qualche differenza, la principale dovuta al fatto che molti degli artisti erano internazionali e difficilmente passavano per i Paesi Bassi durante le loro tourneè: in questo caso venivano fatti dei collegamenti in esterna, molti dei quali registrati, in cui l’ospite veniva intervistato o si limitava a mandare i suoi saluti. Naturalmente l’avvento dei videoclip negli anni 80 facilitò molto le cose. Anche qui si ricorrreva ad un corpo di ballo in studio, guidato dalle coreografie della ballerina Penney de Jager. Un’altra caratteristica di TopPop era la sua classifica: in più della metà delle sue edizioni non veniva stilata in base alle vendite, ma in base alle votazioni che il pubblico faceva settimanalmente mediante cartolina postale. Gli ospiti che sono passati da PopTop, in studio o in collegamento, sono stati tanti e di altissimo livello: quasi tutte le più grandi star europee ed americane degli Anni 70 e 80 sono passate di qui: ad esse va aggiunto Bob Marley, popolarissimo nei paesi bassi. Tra gli artisti italiani hanno avuto spazio Giorgio Moroder ed Ivana Spagna. L’esibizione che è passata alla storia però è stata quella del 1977 di Iggy Pop: le avvisaglie c’erano già dalle prove, quando l’eccentrica star inglese si rifiutava di asciare il camerino. Una volta convintosi, mentre provava la sua Lust for Life in playback finì faccia a terra sul pavimento. Una volta in onda, passò la maggior parte del tempo a contorcersi a petto nudo per terra, distruggendo di proposito le piante ornamentali piazzate come scenografia dello studio. Il pubblico olandese quindi iniziò a conoscre il fenomeno punk.
Nel 2000 un programma di informazione, anch’esso in onda su AVRO, indisse un referendum su quale fosse stato il programma del secolo appena conclusosi e il pubblico olandese e fiammingo votò in massa TopPop!
L’APPUNTAMENTO QUOTIDIANO DI ANTENNE 2 – In Francia, altro paese in cui la disco ha avuto un enorme seguito, la trasmissione di riferimento era Top Club, ideata, prodotta e condotta da Guy Lux, per la regia di Georges Barrier. La programmazione era quotidiana sul canale Antenne 2 ed il format non si discostava dagli altri suoi omologhi europei, se non per una caratteristica tutta sua: una volta alla settimana andava in onda uno special dedicato ad un artista o ad un gruppo, che veniva affiancato da un altro cantante e che aveva a disposizione uno spazio di sei canzoni da eseguire. La prima ospite dello speciale, andato in onda il 17 Aprile del 1978, è stata Sheila, affiancata dal cantante Renaud. Memorabile anche l’esibizione dei Rockets l’anno successivo. Lo show è andato avanti fino al 20 Giugno del 1981
Nella seconda parte chiuderemo il nostro viaggio ricordando le trasmissioni italiane.
A cura di: Mauro Gresolmi
Images e Graphic work by: Francisco Rojos
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