Addy Mendoza è una ballerina cubana. Definirla di salsa sarebbe riduttivo, perché lei è anche una ballerina di danza classica e contemporanea. Con il suo partner di ballo, Yuniel Gual forma il duo Sondeakokan, che è uno dei più forti sulla scena della salsa italiana ed Internazionale.
Ci ha concesso una lunga intervista in cui ci racconta come è nata la sua carriera di ballerina, ma – da donna – ci illustra anche la sua opinione sull’importanza della gestualità femminile non solo nel ballo, ma nella vita di tutti i giorni.
Ho iniziato a ballare quando avevo cinque anni – inizia così il suo racconto – perché mi ha portato mio papà a scuola di danza. Mia mamma non voleva che io ballassi, ma il mio papà invece ha visto il mio potenziale e mi ha portato di nascosto a fare le audizioni per la Scuola Nazionale d’Arte. Quando poi mia mamma l’ha saputo, ormai mi avevano scelta e non poteva fare più nulla! Quindi è stato grazie a mio papà che è nato tutto questo e non smetterò mai di ringraziarlo perché grazie a lui – scusate la ripetizione di parole! – sono diventata la ballerina che sono adesso, sono qui in Italia, sto facendo una bellissima carriera e sto vivendo questa vita meravigliosa da ballerina!
Come sei arrivata in Italia?
Sono arrivata in Italia con la compagnia di ballo di Camaguey, quindi per lavoro. Però mi è piaciuto tantissimo questo Paese e ho deciso di fermarmi qui.
Qual è la cosa più importante per una donna che balla, sia per una ballerina professionista che per una donna che non è professionista, balla solamente per divertirsi, ma comunque aspira a migliorare?
Credo che la cosa più importante sia divertirsi e la passione per il ballo. È questo quello che accomuna e motiva sia chi balla come professione sia chi balla solamente “social”.
È più importante la tecnica o riuscire a trasmettere qualcosa?
Per me è importante la tecnica di riuscire a trasmettere qualcosa, quindi tutte e due le cose collegate. Venendo da una Scuola Accademica la tecnica è importantissima e fondamentale, però ci insegnano fin da bambini che la vera arte sta nel saper trasmettere qualcosa. Quindi puoi anche fare una coreografia piena di tecnica, ma se non riesci a trasmettere emozioni, non sei un artista, Non stai ballando, stai facendo ginnastica. Quindi, ripeto, l’importante è la tecnica di riuscire a trasmettere emozioni.
C’è un trucco per essere eleganti sensuali ma non essere mai volgari, per non sorpassare quella linea sottilissima che separa la sensualità dalla volgarità?
Tutte noi donne abbiamo insito un certo erotismo, una certa sensualità che dobbiamo mostrare ma senza mai superare i limiti. Ecco a quel punto si riesce ad essere sensuali senza essere volgari perché noi donne abbiamo insita la femminilità e la sensualità. Noi donne siamo la vita! Non dobbiamo strafare, fare di più, dobbiamo semplicemente essere noi stesse con la nostra femminilità, questa è la nostra forza!
Tu hai un fisico perfetto, sei longilinea sensuale, hai le movenze da cerbiatta. Ma a volte le donne, magari un pochino più in carne, facendo gli stessi movimenti che fai tu, risultano un po’ pieno eleganti. Hai un suggerimento da dare alle donne per essere sempre fini e mai volgari?
Penso che tutte le donne siano belle, indipendentemente dalle loro misure e dalle loro forme. Per esempio io da piccola ho sofferto molto non ti dico di bullismo, però mi prendevano in giro mi dicevano in continuazione che ero magrissima, che non sembra, ma è come dire a una donna che è troppo grassa.
A volte non arriva questo concetto, sembra incredibile che una donna possa soffrire per essere troppo magra. Io penso che il corpo di una donna sia bello così com’è, ognuno con le sue forme. Non esiste un corpo volgare o un corpo non sensuale: c’è il corpo di una donna che è bello e basta.
Ovvio, la volgarità esiste ma non è una questione di conformazione fisica è una questione di come ci si propone. Ci sono persone magari un po’ più rotondette che non sono per niente volgari e ci sono altre persone invece magre che sono volgari. Non c’è un corpo volgare ma c’è l’essenza umana: si può essere eleganti e sensuali o volgari. Da magrissima io la penso così. Anche i miei genitori sono magri, grazie a loro ho questa costituzione fisica così longilinea, poi fin da piccolina ho sempre fatto molta attività fisica quindi ho mantenuto il metabolismo molto attivo, che per noi che facciamo questa professione è molto importante. Spesso ai casting prima guardano il fisico e tutte le misure, dal ginocchio all’altezza, e solamente dopo guardano come sai ballare.
Però quando io vedo un corpo di donna, vedo un corpo bello, non vedo la cellulite o i difetti. A Cuba c’è anche un corpo di ballo che si chiama “Danza voluminosa” (c’è qualcosa di simile anche negli Stati Uniti, si chiama “Dancers with Curves” e punta ad avere gruppi anche negli altri Paesi – ndr) e sono tutti ballerini bravissimi ma non longilinei, alcuni anche obesi. E loro non sono per niente volgari.
Ovviamente se sei un ballerino professionista il corpo lo devi curare, perché sul palco l’estetica è importante. Però penso che se devi ballare social non sia così importante avere un fisico perfetto e la volgarità non sta nel corpo.
Molte ragazzine soffrono perché vengono prese in giro per il loro aspetto fisico: si sentono ripetere che sono troppo grasse o troppo magre, e questo le ferisce. Per questo io sono sempre stata convinta che fare un corso di gestualità femminile alle superiori o anzi addirittura dalle medie potrebbe in parte aiutare queste ragazze a superare le proprie insicurezze e ad amarsi e accettarsi di più.
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Quale consiglio vorresti dare a queste ragazze per vincere le loro insicurezze, le loro paure, la loro timidezza?
Secondo me sarebbe importantissimo, direi quasi fondamentale, studiare la gestualità femminile. Io per fortuna vengo da un paese dove la gestualità non viene insegnata alle superiori o alle medie, ma addirittura dall’asilo e dalle elementari, e secondo me è importantissimo. Un corso di gestualità femminile ti offre innanzitutto l’opportunità di conoscere te stessa. L’età dell’adolescenza l’abbiamo passata tutte, non è un’età facile: si cambia anche un pochino la postura, perché comincia a crescere il seno, magari ti vergogni perché la gente comincia guardarti. Un corso di gestualità femminile ti offre questa grandissima opportunità di conoscere te stessa e di amarti, di conoscere i tuoi cambiamenti. Perché il tuo corpo cambia con l’adolescenza, poi col diventare donna, poi con la menopausa: tutta la vita di una donna è fatta di cambiamenti e il fatto di conoscere te stessa ti aiuta ad affrontarli e superarli con maggior serenità. Non è un consiglio che dò soltanto alle ragazzine ma alle donne di qualunque età, anche di sessant’anni, che magari non hanno ancora raggiunto questo amore per se stesse, perché voglio dire loro che c’è sempre tempo per imparare ad apprezzarsi: amatevi siete bellissime!
Ho visto ragazze emozionarsi e commuoversi alle tue lezioni come ti senti quando succede questo?
Come dice il nostro nome – Sondeakokan, il gruppo in cui ballo con Yuniel Gual – noi non balliamo solo per insegnare ma soprattutto per trasmettere emozioni. Col nostro lavoro vogliamo cambiare la vita delle persone, vogliamo che la gente possa dire: “prima non amavo me stessa, prima non stavo bene, prima non era una persona felice. Poi ho sentito lei che mi ha detto amati così come sei e ho già cambiato il mio modo di vedermi”.
Chi non balla da professionista non deve avere per forza il fisico asciutto di una professionista, deve essere se stessa. La cultura latina ti dà quella la sicurezza in te stessa, l’amare te stessa, che forse un po’ manca in questo mondo europeo. Per noi latine invece è normale perché veniamo cresciute con questa consapevolezza.
Ti devi sentire sempre una principessa, perché noi donne siamo tutte delle principesse.
Come ti vedi tra dieci anni?
Mi vedo in tanti modi. Mi vedo mamma, ma nello stesso tempo molto realizzata in ambito professionale. Oltre a ballare, ho anche altri interessi: ho fatto e ancora ogni tanto lavoro come modella, quindi mi vedo realizzata diciamo anche ad un livello più ampio rispetto a quello che sto facendo adesso. Ho dei sogni che preferisco non rivelare per scaramanzia. Però è da lì che si parte: da un sogno, dal sapere quello che si vuole. Porsi degli obiettivi e darsi da fare ogni giorno per realizzarli.
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