Oggi si parla di jazz. Di un grande personaggio attuale del mondo del jazz.
Cuba è sempre stata una fucina di bravi e interessanti pianisti. Gonzalo
Rubalcaba è la nuova leva del pianismo afrocubano emerso durante gli anni ’90.
Virtuoso della tastiera, è dotato di un tocco agile e fantasioso che gli
consente di manipolare musica cubana e jazz tradizionale in chiave moderna. La
sua maestria è data anche da una profonda conoscenza dei pianisti afroamericani
come Bud Powell, Thelonious Monk e Oscar Peterson, nonché dei bopper Charlie
Parker e Dizzy Gillespie.
Per poter dedicare questo spazio a Gonzalo Rubalcaba mi sono dapprima procurato
e gustato un paio di album nella sua già ricchissima discografia, parlo di ‘Mi
Gran Pasion’ (1987) e ‘Paseo’ (2004), senza considerare le numerose
collaborazioni a cui ha partecipato.
Nato all’Avana nel maggio del 1963 e figlio di musicisti: il padre Guillermo era
stato pianista dell’Orchestra di Enrique Jorrin, creatore del cha-cha-chà.
Attratto fortemente dalle percussioni, inizia a suonare il piano a otto anni,
‘con la morte nel cuore’ perché lo vedeva come uno strumento da femmina. Si
costruisce una solida esperienza suonando nei night dell’Avana. Nel 1983 va in
tour in Francia e Africa con l’Orchestra Cubana.
Due anni dopo viene scoperto da Dizzy Gillespie. Il veterano Gillespie,
del giovane e geniale musicista cubano, disse: “E’ il più grande pianista che io
abbia sentito in tanti anni”. Nel 1986 suona con successo al festival jazz
dell’Avana con Charlie Haden al contrabbasso e Paul Motian alla batteria. Forte
del consenso cubano, segue Haden e Motian nei principali festival di jazz del
mondo. Nel 1990 incide con la Blue Note Discovery ‘Live at Montreux’ e un
anno dopo l’album della consacrazione, ‘The Blessing’. Il disco apre una
breccia tra il pubblico jazz statunitense, tanto che nel 1992 la famosa rivista
statunitense “”Jazztime” lo premia come miglior pianista jazz. Ormai famoso si
esibisce al Lincoln Center di New York e poco dopo si aprono le porta degli USA
ed emigra in Florida; infatti per anni gli era stato negato il visto d’ingresso
poiché, avendo cittadinanza cubana, risultava persona non gradita. Il
sassofonista Joe Lovano lo fa suonare nel 1997 nel suo disco Flying Colors. Nel
2001 incide per la Blue Note Supernova che riceve una nomination al Grammy e lo
impone alla critica come nuova figura del jazz cubano. Nel disco suonano due
rodati musicisti afrocubani come il contrabbassista Carlos Henrìquez e il
batterista Ignacio Berroa. In aggiunta vi sono i fratelli Quinterno,
percussionisti venezuelani. Gran parte dei brani sono sue composizioni che
richiamano e ricordano i ritmi cubani. L’anno seguente, al festival jazz di
Montreal, ha l’onore di suonare con il grande pianista cubano Chuco Valdés. La
crescita artistica di Gonzalo Rubalcaba prosegue imperterrita tra nuove e mai
scontate incisioni e collaborazioni di prestigio e pur appartenendo alle alte
sfere del jazz, ha collaborato anche nel mondo salsero, in particolare con Issac
Delgado.
Discografia –
Concerto Negro (1987);
Mi Gran Pasiòn (1987);
Live in Havana (1989);
Giraldilla (1990);
Live at Montreux (1990);
The Blessing (1991);
Rapsodia (1992);
Imagine (1993);
Diz (1993);
Concatenacion (1995);
Flying Colors (1997) with Joe Lovano;
Antiguo (1998);
Inner Voyage (1999); with Michael Brecker;
Supernova (2001);
Inicio (2001);
Nocturne (2001) with Charlie Haden;
Straight Ahead (2003);
Paseo (2004)
Land Of The Sun (2004) with Charlie Haden
Solo (2006)
Avatar (2008)
Fé (2010)
Fonti informative :
‘Jazz Music’ di Flavio Caprera – Piccola Biblioteca Oscar Mondadori;
‘Corazòn, il cuore della musica cubana’ di Roberta Besito de Coco – Edizioni
Minimum Fax
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