Sgombriamo subito il tavolo da ogni equivoco: gli album che presentiamo in questo articolo non riguardano i generi musicali preferiti dai nostri lettori, ovvero salsa, timba e latin jazz, ma – tranne pochissime eccezioni – si tratta di sonorità ‘cugine’ come flamenco, fado, samba, bossa, tango, afromusic, folk-blues. Musiche delle quali abbiamo parlato velocemente durante interviste ad artisti che si dedicano a progetti di world music e contaminazioni musicali o attraverso la rubrica recensioni. I titoli che consigliamo in questa carrellata sono stati scelti – tra le tante novità pubblicate recentemente degli stili citati – per la qualità e per alcune caratteristiche in grado di suscitare curiosità all’orecchio musicale di tanti neofiti, e di individuarne relazioni con salsa e sound affini. Dischi importanti come base per ampliare l’orizzonte culturale di ognuno e utili come primo approccio verso le musiche principali di nazioni come Spagna, Portogallo, Argentina, Brasile, USA, che, oltretutto, sono mete turistiche importanti per buona parte dei nostri lettori, salseri e non.
Prima di intraprendere il nostro percorso virtuale vi ricordiamo il 7° Festival Brasiliano di Bologna (13 maggio – 14 giugno 2008) organizzato dall’Associazione M.A.M.B.O.
Questo evento – straordinariamente ricco di appuntamenti non solo musicali – è un’ottima opportunità per conoscere artisti, cultura e tradizioni dell’immenso paese sudamericano. Tra i vari protagonisti del festival, il grande percussionista Airto Moreira. Per maggiori informazioni, consultate il sito
www.brasilfestival.it.
Cominciamo questo viaggio sonoro con il ventisettenne chitarrista madrileno Antonio Rey, che ha iniziato la sua carriera in Messico, paese dove si trasferì con il padre chitarrista-cantaor Tony Rey all’età di 10 anni. Qui i primi passi tra tablaos e teatri assieme al padre e alla sorella e da lì proseguirono tournée in giro per il mondo accompagnando importanti compagnie di ballo. Ora il talentuoso musicista di flamenco debutta con l’album A través de tí (Karonte – distr. Egea). Nelle nove composizioni di questo cd, prodotto da Gerardo Núñez, risuonano atmosfere e ritmi che vanno da rumba (non cubana!) a bulería, da soleá a rondeña, da siguirilla a tanguillos. Tra gli eccellenti strumentisti intervenuti da segnalare altri due straordinari chitarristi come Diego del Morao e David Cerreduela. Una splendida formazione per il disco d’esordio di uno dei più brillanti chitarristi dell’attuale scena musicale.

Canto andaluso di grande spessore in Recuerdos (Discmedi – distr. Egea), una bellissima raccolta di dieci brani che hanno segnato la carriera di Esperanza Fernández. Nata a Siviglia nel 1966, Esperanza è una delle voci più interessanti del flamenco spagnolo contemporaneo. Gitana di nascita, porta avanti l’eredità musicale di una famiglia di importanti cantanti, chitarristi e ballerini. Alle collaborazioni con artisti del calibro di Paco de Lucía, Camarón de la Isla, Rafael Riqueni e Enrique Morente, la sensuale Esperanza Fernandez ha da sempre affiancato un intensa attività di solista che sfocia oggi nel secondo disco: Recuerdos. Prodotto dal prestigioso compositore e chitarrista José Antonio Rodríguez, l’album offre un ventaglio della migliore tradizione, tra bulería, fandangos de Huelva, tangos de Triana, soleá, farruca, cantiñas de Pinini.
Tra i cultori di flamenco pochi nomi si pronunciano con il rispetto e l’ammirazione che suscita quello di Luis Agujeta, uno dei migliori interpreti di quest’arte nella città di Jerez de la Frontera, dove nel 1958 venne fondata la prima cattedra di flamencologia.
El turista soy yo (Discmedi – distr. Egea) è il titolo del cd + dvd che ci introduce nella vita e nell’opera di Luis, ultimo erede ed allo stesso tempo uno dei più grandi rappresentanti di questa famiglia profondamente radicata nella storia del flamenco e del cante jondo. Accompagnato dal virtuoso chitarrista Carlos Heredia, Agujeta ci svela i segreti e l’essenza di un canto primitivo, quello che Lorca definiva il flamenco più antico e profondo. Cinque tracce, 42 minuti di canto gitano, per questo bel progetto completato da un dvd con un documentario della regista di origine venezuelana Trina Bardusco, che offre immagini e suoni dei concerti di Agujeta e una interessante riflessione sull’identità di questo grande artista, di un popolo e del suo canto. Attraverso la figura di Agujeta, questo lavoro permette di conoscere il flamenco dal lato artistico ma soprattutto come autentica forma di vita gitana.
Provengono da una famiglia di grande tradizione nella musica flamenca anche i fratelli Curro y Carlos Piñana, rispettivamente cantante e chitarrista. Misa Flamenca (Karonte – distr. Egea) è il loro ultimo album a cui hanno dato preziosi contributi il Quinteto de Cuerda Diapasón e il Cuarteto Vocal. Concepita come uno dei concerti Sacri del Festival delle Tre culture di Murcia, quest’opera costituisce un mix di flamenco e testi classici della liturgia e mette in evidenza l’essenza originaria dell’espressione andalusa che, a partire dalle preghiere arabe passando dalle credenze cristiane, trova la sua forza nella fede in Dio. Una sorta di viaggio melodico e ritmico dove la presenza dei canti “liberi” si accompagna alla tradizione mussulmana della chiamata alla preghiera dei mujeidin così come alle tradizionali coralità giudaiche. L’espressività artistica unita alla spiritualità religiosa danno il senso a una interpretazione magistrale portata avanti dal canto, la chitarra, il coro, i violini, la viola, le percussioni e il contrabbasso lungo tutte le nove tracce tra soleá, verdiales, balada, petenera ecc. Peticion de Perdon – brano d’apertura che ci introduce in un colpo solo dentro le tre culture che stanno alla base del progetto – è un riuscitissimo intreccio di voci, melodie e percussioni insolito per le nostre orecchie e anche il tema preferito di questo ottimo album.
La tradizione flamenca incontra quella classica e alcune sonorità del continente americano nello straordinario album di Flavio Sala e Juan Lorenzo pubblicato dall’etichetta italiana Felmay (distr. Egea). E’ proprio il caso di dire che si tratta di un Encuentro (titolo del cd) di alto profilo, perchè mette in relazione due ottimi artisti: il molisano Flavio Sala, chitarrista classico con al suo attivo numerosi premi internazionali e lo spagnolo Juan Lorenzo, chitarrista flamenco, concertista molto richiesto, che ha accompagnato cantanti e ballerini tra i più celebri di Spagna e annovera illustri collaborazioni (da Andrea Bocelli a Mario Reyes dei Gipsy Kings). Il progetto consiste nel trovare un terreno comune su cui far prosperare tanto la tradizione classica quanto l’eredità del flamenco, per giungere alla definizione di un nuovo linguaggio. L’album – corredato di note descrittive sintetiche ma efficaci e basilari sugli stili affrontati – si apre con Almas llanera un tema venezuelano arrangiato di solito in stile bulería flamenca e poi si procede con la granaína un esempio di flamenco di Granada proposto in stile classico incrociato a quello popolare anche tenendo conto della lezione di Albéniz. Il quadro sonoro viene arricchito da La cartuja (stile granaína moderna) dove fa capolino l’influenza jazzistica, dal cajón (percussione di origine peruviana) di Dario Carbonell che irrobustisce qua e là le possibilità ritmiche del gioco strumentale. Percusion flamenca (zapateado), Elenita (guajira, che viene da Cuba) e lo standard del brasiliano Zequinha de Abreu Tico-Tico in stile rumba flamenca, oltre al citato brano venezuelano, richiamano poi alla mente forme musicali presenti in America Latina e l’antica e stretta relazione tra il Nuovo Mondo e la cultura ispanica.
La prima parte del nostro viaggio musicale termina qui. Arrivederci alla prossima settimana.
Gian Franco Grilli
“Photo credit: https://depositphotos.com/“
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