Intervista al gruppo “La Excelencia”

Tra le ultime uscite discografiche dell’ anno che volge al termine c’è un
disco che dal giorno del suo acquisto continuo ad ascoltare. Un disco di dieci
tracce, ben suonate, perfette per il ballo ma anche per il semplice ascolto,
brani dalle belle armonie, dove spiccano l’ottima sezione fiati, il suono vivace
e carico dalle percussioni, dove i testi sono pieni di comunicazione sociale,
tema fortemente sentito e non solo.
Tutto questo porta il nome di “La Excelencia”, il gruppo rivelazione nella città
di New York, che con questo primo album d’esordio “Salsa Con Conciencia” mette
in luce la versatilità e la linea musicale profonda di questo gruppo, una band
giovane e moderna che suona salsa come si faceva nei primi anni 70.
Sono rimasto davvero colpito da questo disco, che ho voluto cercarli per fargli
un paio di domande, ma di andare a New York…….il n’este pas possible!! Ed
eccomi qui cornetta del telefono alla mano, carta e penna pronto per parlare con
loro…già……loro, perchè dall’altra parte del telefono, in viva voce, c’erano Jose
Vazquez-Cofresi il conguero del gruppo, Julian Silva il timbalero e Edwin Perez
leads vocals.

La mia prima domanda, dopo i saluti è:

1. Come nasce L’excelencia?

Edwin: La excelencia nasce da una idea di Jose Vazquez e Julian Silva,
dopo che da Puertorico si sono trasferiti qui a New York nel 2001. Entrambi
erano uniti dalla passione per la musica, erano già ottimi amici, e quando
giunsero qui a N.Y vollero formare una orchestra che suonasse salsa. Alle loro
prime esibizioni nei locali della grande mela furono notati da German Rodriguez
Bajandas, il talent manager della Fania, che gli invito per firmare con loro un
progetto…..progetto che poi non si è più realizzato, cosi a distanza di poco
tempo Jose e Julian dettero vita a la Excelencia, andando nel quartiere Boys
Harbor per cercare i musicisti che oggi compongono la nostra orchestra.
Josè: Abbiamo voluto creare una orchestra unica nel suo genere in un periodo
dove la salsa si fonde con altri generi.

2. Perché il nome La Excelencia?

Julian: Il nome è una mia idea!! Mi piace molto questo nome perché
significa qualcosa di grande di importante, di perfetto.

3. In un periodo dove diversi artisti ripropongono, seppur in chiave moderna,
vecchi successi del passato o nuovi produzioni in chiave rap/reggaeton, voi
siete tornati indietro nel tempo suonando salsa con lo stile classico degli anni
70, come mai questa scelta?

Edwin: Bueno!!E’ quello che vogliamo fare, dare qualcosa di diverso alla
gente, la salsa pura, la salsa non contaminata da suoni elettronici, la salsa
pura simile a quelli degli anni 70.
Julian: Nella nostra formazione tutti condividiamo, fortunatamente, lo
stesso pensiero di voler suonare salsa cosi come veniva suonata negli anni 70,
ritornando alle radici della salsa.
Josè: E’ la musica che abbiamo sempre ascoltato, con la quale siamo
cresciuti ed è ’unica musica che vogliamo suonare.

4. Quali artisti vi hanno maggiormente influenzati musicalmente nella maniera
di scrivere e suonare?

Josè: Nel modo di suonare, personalmente mi hanno colpito la Fania, El
Gran Combo, Cortijo, orchestre cubane come Arsenio, Chaputin e tantissime altre,
per il modo di scrivere musica sicuramente Ruben Blades, Jairo Varela, Colon, e
tanti altri senza dimenticare il grande Hector Lavoe.

5. Parliamo un po’ del vostro disco, il brano “La Lucha” (La Lotta) ha
un testo che parla di droga, sofferenza, morte è un testo tipicamente sociale o
mi sbaglio?

Edwin: La Lucha è scritto da Julian, quindi a te la parola…
Julian: Bingo!! E’ proprio cosi i nostri testi hanno un risvolto sociale,
parlano del quartiere da dove veniamo, delle sofferenze che la gente è costretta
a vivere, della gente umile dei quartieri di New York.
Edwin: Noi veniamo dai quartieri poveri di N.Y. dove la gente è abituata
a vivere tra droga, armi, sparatorie è tutto quello che la gente vede. Qui la
gente continua a lottare per migliori opportunità, per migliorare il loro
futuro. Con questo non voglio dire che solo chi nasce un quartiere povero trova
voglia di migliorarsi di progredire, tutti vogliono vivere meglio, ma nei “bassi
fondi” di una grande città come N.Y. o dove sono cresciuto io è davvero dura.

6. Edwin dove sei Cresciuto?

Io sono cresciuto a Villa del Rey, quartiere umile di Canguas in Puerto Rico,
con gente molto umile e con soprattutto poche opportunità, dove la maggior parte
delle persone vive con l’assistenza sociale del governo, dove i giorni più
importanti del mese sono il primo del mese quando arrivano gli assegni sociali
che equivalgono a una settimana di lavoro, solo che con quell’assegno bisogna
sfamare la famiglia per un intero mese.
Mio padre lavorava come operaio in una ditta di costruzioni, ma era difficile
vivere così la mia famiglia decise di trasferirsi a New York per trovare
migliori opportunità, e grazie a Dio è andata bene, qui ho potuto studiare e
progredire. Gracias a Dios

7. Per tutti questi motivi, sempre nel brano “La Lucha” nella parte iniziale
del brano, subito dopo il tipico rumore che fa una radio quando cerchi la
frequenza, una voce dice “Eso es para ti, por toda la gente veja….per la gente
che soffre, per la gente che lotta per portare il pane a casa, per tutta la
gente di Puerto Rico, Colombia, Perù, Panamà, Venezuela questo è per voi…

Julian: Si siamo ancora molto vicini alle problematiche del quartiere, a
tutta quella gente che lotta per sopravvivere, vogliamo dirgli andati avanti
continuate a lottare, non arrendersi.
Edwin: Nel brano “La Lucha” vogliamo lanciare un messaggio, quello di
migliorarsi, non arrendersi, progredire di mantenere la fede viva “lottando”
nonostante tutti i mali che la vita ci conserva.

8. Perché inserire un rap nella seconda versione di “La Lucha”

Julian: Per essere un orchestra che è sempre più diretta alla gente di
diversa età, cosi tutti possano rispecchiarsi e trovare il brano preferito.

9. Esploriamo altri brani, come “Solo sin amor”, “La salsa y el
guaguanco”…parlatemene

Josè: “Solo sin amor” è un brano dal testo in chiave romantica, di una
storia non finita bene,
che parla di una delusione d’amore.
Edwin: Piace soprattutto alle ragazze!! (Ride)
Julian: per fortuna tutti i brani che stiamo proponendo nei nostri
concerti trovano consensi favorevoli da parte di tutti.
Edwin: Sono molto legato a “La salsa y el guaguanco” è una delle mie
favorite, è un ritorno alle origini, alla radici. Riconoscendo in Africa la
nascita della rumba e guaguanco, che poi si è unita con il popolo cubano dando
vita alla rumba pura. E da Cuba a New York trasformandosi in salsa.
A Cuba nacque il son, la guaracha, el guaguanco, però la salsa, come si conosce,
non nacque in Puerto Rico ma a New York dove i giovani musicisti dell’epoca
unirono i suoni provenienti da Cuba, Africa e Puerto Rico. Cuba ci ha dato la
base.
Un grande precursore della salsa fu Ray Barretto, una legenda, io sono cresciuto
con la sua musica, una musica piena di sabor, sempre la migliore, e la musica di
Ray mai morirà.
Julian: Nella parte iniziale del brano diamo un omaggio alle radice cubane con
un tipico brano dell’isola.

10. Sono rimasto molto colpito dall’avviso “Advisory Paretal – Salsa Dura”

Julian (ridendo) : Perché questo disco è un disco di salsa dura, non per
la gente debole.
La salsa dura come quella di Lavoe, Colon e altri artisti degli anni 70. Per noi
“Salsa Dura” non è solo uno stile di suonare salsa, ma è un modo di vivere.
Molti artisti dicono di suonare salsa dura ma in pochi possono vantarsi di
questa etichetta.

11. In ultima domanda vi chiedo quali sono i progetti per il futuro.

Edwin: abbiamo scritto tanti brani in questi anni che potremmo già
pensare al prossimo disco, ma preferiamo concentrarci su questo che ci è costato
tanta fatica, dato che il disco è auto prodotto. Inoltre continuiamo i nostri
live nella città di New York e non solo.

Bene siamo arrivati alla fine della nostra chiacchierata, io vi ringrazio, siete
stati gentilissimi e molto esaurienti nelle vostre risposte….

Jose aggiunge: Grazie a te da parte di tutta l’orchestra, da Julian e
Edwin.
Io ti ringrazio infinitamente perché questa è la nostra prima intervista per
l’Italia e per me è il modo per ringraziare le mie radici italiane, il mio nome
è Jose Vazquez-Cofresi sono nato e cresciuto a Puerto Rico ma i miei genitori
sono Italiani, uno del Friuli Venezia Giulia e l’altro Siciliano, e sono molto
orgoglioso del mio sangue italoPortoriquenò, e spero un giorno di poter visitare
la vostra terra. Grazie Beppe e grazie Italia.

 

Beppe Nebbia

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