Intervista a GERARDO ROSALES

Gerardo Rosales è con immenso piacere e grande onore che mi appresto a conoscere e ad
intervistare il maestro Gerardo Rosales,questa sera in concerto al Festival
latino americando di Milano.
Originario di Caracas, Gerardo Rosales è un talentuoso percussionista che ha
accompagnato i più importanti musicisti latinoamericani nel mondo, tra i quali
ricordiamo i " big " della salsa come Oscar D ‘ Leon e Alfredo Rodriguez . Dal
1992 risiede in Olanda(dove ha anche trovato l’amore), e’ stato un caso, i
classici casi della vita: stabilendosi in Olanda ha avuto la possibilità di
diventare uno dei più importanti rappresentanti della salsa in Europa e, come
base, l’Europa gli è servita per poter scrivere album molto belli.Ha pubblicato
sei album che hanno avuto un ‘ottimo riscontro internazionale. Il suo ultimo
lavoro, su cui si baserà anche lo spettacolo che presenterà al Festival, è,
appunto, un tributo al sound delle star lanciate dalla storica etichetta "
Fania".

Vorrei chiedere al maestro Rosales di parlarci del suo
ultimo disco a cui si ispira il concerto di questa sera, che è un tributo alla
Fania All Stars.

Il gruppo Fania All Stars ha rappresentato un riferimento per la salsa. Negli
anni Settanta sono stati loro a far conoscere questo ritmo meraviglioso
afro-cubano al mondo. Allora io con la mia orchestra due anni fa ha eseguito un
concerto dal vivo, da cui è nato il disco e insieme a “La Salsa Es Mi Vida”, che
è il disco precedente,dal quale ho preso alcuni brani, avremo modo questa sera
di ricordare i grandissimi della salsa, da Ray Barreto a Tito Puente, Bobby Cruz.

Cosa pensa del nuovo boom della salsa classica degli anni
70 e della ricerca volta al ritorno alle radici?

Mi sembra importante perché le nuove generazioni hanno il diritto di conoscere
questa nuova musica con un nuovo suono, la musica di un tempo ma con il suono di
oggi. E le nuove generazioni devono sapere che questa musica esiste. Mi sembra
un’ottima idea lavorare in questo senso.

Cosa pensa invece del nuovo movimento della Salsa dura
contemporanea?

Molti gruppi come Son boricua, Jimmy Bosh, Gerardo Rosales, Ricky Gonzales…
stiamo tutti cercando di fare musica che ha a che vedere con il passato, però
nel presente. Tutto questo non sembra meraviglioso? La musica può seguire la
tradizione ma con un nuovo suono.

Oggi si usa molto la etichetta di salsa Dura o Salsa
Brava, negli anni 70 si utilizzava questa parola?

Il termine Salsa Brava è sempre esistito, così come esistevano i termini Salsa
Romantica, quella di Willy Colon; Salsa “Inteligente” o “Intelectual”, cioè
quella di Ruben Blades; Salsa Malandra, i cui maggiori esponenti erano i Lebron
Brothers o Angel Canales; Salsa Erotica, quella che faceva la gente a Porto
Rico. La Salsa Dura è la Salsa Brava, cioè la vera salsa, quella tradizionale di
Ray Barretto, Eddie Palmieri. Sì, il termine salsa Brava esisteva anche allora.

Quali sono stati secondo lei i musicisti più importanti per la sua formazione
musicale?

Ray Barretto, Mongo Santamaria e Tito Puente. Musicisti che per me sono stati un
esempio perché sono grandi leader di band, che è poi quello che vorrei
diventare.

Quali artisti degli anni 60 e 70 sono per lei più rappresentativi per la storia
della Salsa?

Indubbiamente Ismael Rivera, Oscar De Leon, Eddy Palmieri, Joe Cuba, Richie Ray,
Ray Barretto sono pilastri fondamentali. Specialmente il boom della Fania è
stato di estrema importanza per la nostra musica.

Secondo lei cos’è la Salsa oggi e cosa era negli anni 70?
La salsa di oggi è commercio. La gente fa salsa romantica e la elabora per
vendere. Noi che facciamo salsa dura stiamo cercando di creare qualcosa che
esisteva in passato. Penso che la salsa di oggi sia totalmente diversa:
l’armonia, i testi… ed è un peccato che la gente pensi solo ai soldi, al
guadagno. Beh…io sono povero, non mi interessa, so che continuerò ad essere
povero però non voglio cadere in questa trappola.

Secondo lei la Salsa è :
1)una etichetta commerciale della Fania,che riprendeva la vecchia musica cubana.
2)Un genere musicale che mescolava le differenti anime latine dei quartieri di
New York, e che partendo dai ritmi cubani,incorporava anche quelli
portoricani,colombiani,etc assieme a generi non latini come Jazz,Soul, R&B,ed
oggi Rap,Hip Hop,etc e che rappresenta l’anima latina a contatto con differenti
culture.

Diciamo metà e metà…perché la Fania ha creato qualcosa, Tito Curet Alonso ha
creato qualcosa, quindi possiamo affermare che l’epoca della Fania ha avuto
indubbiamente il suo momento, però allo stesso tempo parecchi musicisti presero
molto dalla musica cubana: Pacheco copiò la Sonora Matancera, ad esempio. Metà
dei musicisti continuò con la musica cubana, l’altra metà iniziò a creare
canzoni nuove

Pensa che il reggaeton possa significare la fine della Salsa oppure un genere
che si può fondere con essa?

Sì, certamente il reggaeton potrebbe fondersi con la salsa. Però la salsa è come
uno scarafaggio: sopravvive a tutte le guerre, non finirà mai!

Cosa pensa della nuova musica popolare ballabile cubana chiamata Timba?
A me non piace. A mio parere non è salsa. E’ interessante perché è musica
latina, e tutto ciò che è musica latina è importante che esista e continui. Ma
rimango dell’idea che la salsa sia un’altra cosa.

Pensa che il futuro della salsa sia nel boom del ballo che sta spopolando in
tutto il mondo?

No, il futuro della salsa lo fanno i musicisti, non i ballerini. I musicisti
fanno la musica, i ballerini la ballano, e la salsa non è aerobica, la salsa è
musica e cultura. Io voglio che la gente balli però che ricordi anche che i
musicisti e la musica dal vivo devono andare avanti.

Nel suo gruppo i Trabucombo ci sono musicisti provenienti da molti paesi europei
. Come mai non ha scelto solo ed esclusivamente musicisti provenienti
dall’America Latina?

Il nostro gruppo è un mix. Viviamo in Olanda, che è un paese multi-culturale,
dove si incontrano molte razze e molte etnie. Tutti i musicisti della band sono
professionisti. Non chiedo ai miei musicisti da dove vengono: l’importante è che
suonino bene. Devono suonare questa musica con cuore, amore e sentimento, questa
per me è la cosa più importante.

Il fatto che la gente del nord sia fredda è un luogo comune, da questo scaturiva
la mia domanda…

E’ vero, ma l’amore per la musica e la cultura non ha nazionalità. Sicuramente i
cubani, i portoricani, i venezuelani sono portatori di questa eredità musicale,
come in generale tutta l’America Latina, ma ormai oggigiorno la salsa è
internazionale. Consideriamo ad esempio la Orquesta de la Luz…sono giapponesi…ci
sono ottimi gruppi ovunque in Europa, e mi sento di dire che la salsa è
internazionale, una musica per tutti.

La Sua band ha un cantante molto giovane. Pensa che Alberto Caicedo sia in grado
di interpretare al meglio la Salsa classica?

Ho un cantante molto bravo, Alberto Caicedo. E’ colombiano, e si sa che la gente
in Colombia ha una grande tradizione salsera, specialmente la gente di Cali.
Alberto è molto giovane ma ha sempre seguito i grandi soneros come Ismael
Rivera, Hector Lavoe, ma con la freschezza tipica dei nomi giovani come Marc
Anthony. E’ molto bello vedere cantanti come Alberto che mantengono la
tradizione, e questo significa che la salsa è una cultura che vive, che continua
ad andare avanti nonostante gli anni. La salsa viene suonata e cantata con un
nuovo stile ma rimane la salsa tradizionale.
Ringrazio per la disponibilità dimostrata il maestro Gerardo Rosales,e mi
appresto ad intervistare Alberto Caicedo,emozionatissimo per le parole di elogio
che il ”suo” maestro,gli ha appena tributato.E’ giovanissimo e con la sua
freschissima voce ha interpretato al meglio un repertorio di salsa classica “da
paura”

Come mai un cantante così giovane canta musica degli anni Sessanta e Settanta?
Semplicemente perché sono cresciuto ascoltando questa musica, e mi è sempre
piaciuto cantare la musica dei cantanti “classici”. E siccome molti di loro non
ci sono più, forse è giusto che i giovani rendano loro omaggio in qualche modo,
evitando che tutto il passato vada perso.

E qual è il cantante che preferisci?
Ruben Blades… i Van Van mi piacciono molto e sono un loro fan, trattano temi che
mi ispirano…e a parte questo vi sono molti altri generi musicali da cui ho
appreso e a cui mi ispiro. Parlando della musica pop, ad esempio ammiro molto
Alejandro Sans, un cantante spagnolo. E ci sono moltissimi artisti di altri
generi che ammiro molto.

Per il futuro prevedi una carriera da solista?
Sì, forse in un futuro non molto lontano. Sto pensando di fare qualcosa come
solista.

Il maestro Rosales ha parlato molto bene di Lei, ha detto che è giovane e con
tanta voglia di emergere e di crescere. Vuole dirci qualcosa riguardo a questo
grande artista?

Gerardo per me è un esempio, mi ha appoggiato molto e grazie a lui ho avuto
l’opportunità di crescere come cantante. Quando ho iniziato cantavo, ma non con
così grande sicurezza né con grande fiducia in me stesso. Ora mi sento molto
sicuro sul palco, posso lavorare liberamente, grande alla fiducia che lui e che
altri grandi musicisti mi hanno dato. Indubbiamente gli devo molto.

Gerardo Rosales, accompagnato dalla sua orchestra, ha proposto al pubblico del
Festival grandi successi degli anni 70′, come "Congo Bongo", "El Cantante" e
"Juan Pachanga", rivisitati in chiave moderna, in modo energico e frizzante,
tanto che chi li ha ascoltati per la prima volta li ha trovati attualissimi. Un
repertorio fantastico, pieno di stile, a cui nessuno che ama ballare e
divertirsi è riuscito a resistere.

Intervista Enzo Luoni alias Ciccio
Traduzione Stefania Ranzani
Foto Guido Montalbano
Si ringrazia per l’indispensabile collaborazione TommySalsero e
www.lasalsavive.org

Enzo “Ciccio” Luoni

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