La bachata già da qualche anno sta vivendo un periodo di forti contraddizioni legate alla sua evoluzione musicale (involuzione per alcuni). In gran parte lo sviluppo di questo genere nato nella Repubblica Dominicana è segnato da forti contaminazioni con altri stili musicali. Molte cover e remix sono presenti nel panorama produttivo contemporaneo e per quantità hanno quasi superato le produzioni originali, normalmente più legate a stili tipici e tradizionali.
Si è quindi venuta a creare una sorta di guerra tra fazioni, da una parte ci sono gli amanti delle produzioni tradizionali (solitamente persone in età matura), mentre dall’altra proliferano gli appassionati dello stile moderno definito anche “sensual”.
Il genere moderno gode di grande gradimento soprattutto tra i giovani, che amano questo ritmo ma lo preferiscono adattato ad uno stile moderno e pop dove nemmeno l’idioma è più identitario, infatti molte nuove produzioni (specialmente le cover e i remix) sostituiscono lo spagnolo (normalmente usato nella musica latina) con l’inglese o l’italiano (nel caso di cover nostrane).Naturalmente tutto quello che sta succedendo è strettamente legato al processo evolutivo che la musica in generale vive da che mondo è mondo.
Ogni generazione ha rivendicato la bellezza e l’originalità della musica legata alla propria epoca. Se pensiamo che persino le opere di Wolfgang Amadeus Mozart prima di diventare classici sono state moderne e rivoluzionarie, ci rendiamo conto che inibire le contaminazioni e lo sviluppo dei generi musicali equivarrebbe alla totale eutanasia degli stessi. Tentiamo ora di analizzare quello che è successo e attualmente sta succedendo all’interno del genere bachatero. La Bachata fino agli anni 90 in RD era inibita nei villaggi turistici e negli hotel internazionali, era un genere in voga solo nelle parte rurale dell’isola, ascoltata soprattutto dai campesinos e molto in uso in alcuni locali (frequentati anche da turisti) dove grazie alla musica si poteva socializzare e praticare sesso a pagamento. Ricordate, in quell’epoca questo genere ancora primordiale veniva definito “Bachata del Amargue“. Le liriche di quelle canzoni erano davvero popolari e scadenti. J.L. Guerra fu l’unico artista dominicano a sdoganare questo genere fuori dall’isola utilizzando arrangiamenti più melodici e liriche poetiche ispirate dai versi di Neruda e Marquez, forgiando un nuovo stile, in quell’epoca moderno, definito “Bachata Rosa“.
Si è quindi venuta a creare una sorta di guerra tra fazioni, da una parte ci sono gli amanti delle produzioni tradizionali (solitamente persone in età matura), mentre dall’altra proliferano gli appassionati dello stile moderno definito anche “sensual”.
Il genere moderno gode di grande gradimento soprattutto tra i giovani, che amano questo ritmo ma lo preferiscono adattato ad uno stile moderno e pop dove nemmeno l’idioma è più identitario, infatti molte nuove produzioni (specialmente le cover e i remix) sostituiscono lo spagnolo (normalmente usato nella musica latina) con l’inglese o l’italiano (nel caso di cover nostrane).Naturalmente tutto quello che sta succedendo è strettamente legato al processo evolutivo che la musica in generale vive da che mondo è mondo.
Ogni generazione ha rivendicato la bellezza e l’originalità della musica legata alla propria epoca. Se pensiamo che persino le opere di Wolfgang Amadeus Mozart prima di diventare classici sono state moderne e rivoluzionarie, ci rendiamo conto che inibire le contaminazioni e lo sviluppo dei generi musicali equivarrebbe alla totale eutanasia degli stessi. Tentiamo ora di analizzare quello che è successo e attualmente sta succedendo all’interno del genere bachatero. La Bachata fino agli anni 90 in RD era inibita nei villaggi turistici e negli hotel internazionali, era un genere in voga solo nelle parte rurale dell’isola, ascoltata soprattutto dai campesinos e molto in uso in alcuni locali (frequentati anche da turisti) dove grazie alla musica si poteva socializzare e praticare sesso a pagamento. Ricordate, in quell’epoca questo genere ancora primordiale veniva definito “Bachata del Amargue“. Le liriche di quelle canzoni erano davvero popolari e scadenti. J.L. Guerra fu l’unico artista dominicano a sdoganare questo genere fuori dall’isola utilizzando arrangiamenti più melodici e liriche poetiche ispirate dai versi di Neruda e Marquez, forgiando un nuovo stile, in quell’epoca moderno, definito “Bachata Rosa“.
In seguito, verso la fine degli anni 90′, solo grazie alle forti contaminazioni generate negli USA da nuovi gruppi di giovani artisti con origini caraibiche (Aventura, Xtreme, 4Ever e altri) ci fu una grande svolta. Con la contaminazione dello stile urbano ispanico legato all’Hip Hop e al rap la Bachata cambiò pelle e si traformò da genere folkloristico a genere metropolitano. Furono generate grandi Hit che scalarono le classifiche di tutto il mondo portando questo genere ad un livello che nessuno avrebbe immaginato.
Senza queste contaminazioni la bachata probabilmente sarebbe ancora confinata nelle campagne dell’isola di Quisqueya…
Senza queste contaminazioni la bachata probabilmente sarebbe ancora confinata nelle campagne dell’isola di Quisqueya…
Oggi grazie a questa incredibile e prorompente evoluzione la Bachata è diventata patrimonio mondiale dell’UNESCO. Incomprensibilmente qualcuno si stupisce dell’evoluzione e della modernità che ha acquisito questo genere, diventato oggi prepotentemente commerciale.
Naturalmente l’evoluzione non invalida le origini di questo genere ma semplicemente ne amplia le modalità di ascolto. Lasciamo quindi che ognuno decida cosa ascoltare…
La bachata non è l’unico genere con una grande produzione di cover.
Anche nella musica Lounge, bossanova, Chillout c’è una fortissima proposta di successi contemporanei arrangiati in stile diverso. I grandi classici pop, rock ecc sono trasformati in vari stili semplicemente arrangiando il contesto ritmico..
Anche nella musica Lounge, bossanova, Chillout c’è una fortissima proposta di successi contemporanei arrangiati in stile diverso. I grandi classici pop, rock ecc sono trasformati in vari stili semplicemente arrangiando il contesto ritmico..
Questo fenomeno si ripete anche nella musica House, nella musica disco e nella musica elettronica.
I grandi evergreen sono spesso riadattati e rivivono per un pubblico nuovo e giovane (forse meno preparato e raffinato rispetto a chi ha vissuto negli anni 80′)
La crisi del mercato discografico ha annientato la produzione di nuova musica, circa l’80% delle produzioni sono low cost, pochi oggi si possono permettere il privilegio di creare Musica. Nessuno è più disposto a pagare per avere la sua canzone preferita, il consumo musicale, soprattutto da parte dei giovani, è diventato gratuito, vorace e poco selettivo.
Senza risorse economiche, creare “musica” non è più questione di arte ma è pura programmazione digitale.
Prepariamoci perchè con l’AI le cose peggioreranno ulteriormente…
Non meravigliamoci quindi x la produzione di cover, quanto meno l’apporto melodico è garantito, il resto…. è solo ritmo.
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