Dino Saluzzi – Anja Lechner
Ojos Negros
ECM Records 2007, distr. Ducale
Tango tradizionale intrecciato a jazz e classica. Risultato: un distillato di poesia e musica. E’ l’album ‘Ojos Negros’ (Ecm 2007) del compositore e bandoneonista Dino Saluzzi e della violoncellista Anja Lechner. Con questo nuovo disco, Saluzzi si conferma non solo punto riferimento del ‘nuevo tango’ (espressione dell’arte popolare latinoamericana salita sul piedistallo della grande musica grazie al compianto e immortale Astor Piazzolla) ma anche uno dei grandi maestri di questa particolare fisarmonica, appunto il bandoneón. Sostenuto in modo ammirevole dal canto del violoncello della Lechner, il bandoneonista argentino dipinge raffinate e variegate sonorità che rimodula e ripropone in continuazione con nuovi colori e accenti. Un album, è bene dirlo, che richiede un ascolto molto attento per ottenere un completo coinvolgimento in questo viaggio musicale imprevedibile, dinamico e libero nel suo svolgimento. Prima scandito da ritmo lento, poi da accelerazioni (interessante sarebbe stato un tappeto ritmico), tempo libero, rubato, silenzi, quasi a voler seguire passo passo, come in un film, gli attori principali, che in questo caso sono bandoneón e violoncello mentre improvvisano, dialogano ed elaborano melodie o impastano sonorità struggenti, drammatiche, misteriose e con qualcosa di liturgico. Si respira un’atmosfera magica, allo stesso tempo triste, romantica, intima e allegra, ma che riuscirà a percepire a fondo soprattutto chi saprà immedesimarsi mentalmente nel panorama emozionale, ambientale e culturale del tango.
Ottimo interplay tra i due musicisti che captano e rilanciano di continuo nuovi stimoli alla ricerca di nuove emozioni, esplorando nuove sonorità, e, cosa importante, con originalità e mai scimmiottando questo o quel genere. Un progetto vincente, ben costruito, che mette in risalto due artisti e due realtà musicali apparentemente distanti sulla mappa, ma con elementi culturali condivisi. Infatti, se da un lato abbiamo l’esperienza del settantaduenne Dino Saluzzi depositario di una creatività straordinaria mutuata dalla propria famiglia di musicisti e dalla tradizione argentina e successivamente arricchita di ‘classica’ e jazz, dall’altro lato vi è il percorso inverso della Lechner, con i suoni ‘colti’ della Germania e le curiosità per il folklore internazionale e il tango. E poi in tutto ciò non va dimenticato il ruolo ‘storico’ di cerniera esercitato dal bandoneón nelle due culture presenti in ‘Ojos Negros’. Infatti il bandoneón è tedesco e venne esportato in Argentina dove ha lottato per conquistarsi uno spazio nelle ‘orchestre tipiche’ di tango fino a diventarne poi il protagonista indiscusso e l’anima che dà sentimento alle nuove correnti del tango e nei diversi linguaggi: danza, poesia, canto e musica.
Ma torniamo all’album. Tutte le composizioni, alcune delle quali provenienti da precedenti produzioni, sono firmate da Saluzzi, esclusa la title track ‘Ojos negros’ scritta da Vicente Greco (1888-1924), uno dei pionieri del tango, bandoneonista e direttore della storica Orquesta Típica Criolla. Esecuzione elegante, registrazione impeccabile, arte autentica. Disco imperdibile per i tangueros o tanghisti che dir si voglia. Non proprio essenziale per l’arte del salsero, ma ho voluto segnalare questo album ai cultori e appassionati di musica latina in generale perché trattasi di un lavoro straordinario – corredato di un ottimo libretto (peccato che sia solo in inglese!) – di musica latinoamericana di alta qualità, come è il ‘nuevo tango’ o tango contemporaneo. Etichette che Saluzzi non ama e a cui preferisce quella universale: Musica.
8 brani, durata totale circa 58 minuti. I titoli sono: Tango a mi padre, Minguito, Esquina, Duetto, Ojos negros, El Titere, Carretas, Serenata.
Gianfranco Grilli
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