Machado y sus Estrellas
non è roba (musica) da vecchi! Lo dico subito e soprattutto a chi spesso si ferma alla copertina o alle rigide catalogazioni delle case discografiche o dei distributori. Il mio modesto consiglio è di osare di più e giudicare dopo l’ascolto. E’ il caso di ¡Les Eché Pa’lante! di Machado y sus Estrellas, un buonissimo album, nonostante la copertina presenti un bandleader non di primo pelo e l’incasellamento della produzione musicale tra ‘dance traditions’ e ‘charanga’.
Parlare di charanga vuol dire richiamare alla mente le straordinarie Orquestas charangueras che hanno fatto ballare milioni di persone. Di queste orchestre cubane ve ne ricordo alcune: America, Aragón, Fajardo, Jorrín, Ritmo Oriental, Sublime, Sensación ecc. o, andando oltre i confini dell’Isla grande, quella di Johnny Pacheco, figura nota agli amanti della musica latina e della salsa. E proprio ai salseri, che pensano alla charanga come tradizione sonora dei nonni, rinnovo l’invito all’ascolto della charanga di Machado y sus estrellas attraverso le ‘pagine’ di questo cd. Esperienza molto interessante e che mi ha stupito. Innanzitutto, perchè non avevo aggiornato le mie conoscenze sui nuovi percorsi del bassista Jorge Machado, che ricordavo in veste di direttore nel cd “Charangueando con la America”, una produzione del 1997 assieme alla cantante Omara Portuondo. Altre sorprese sono dovute alla potenza musicale di questo gruppo, cosa insolita in una charanga; alla vitalità di voci fresche e giovani che fraseggiano come in una band moderna di timba, e sopresa anche per gli echi musicali formelliani (Juan Formell) o chiriniani (Willie Chirino) che spuntano qua e là nel corso delle interpretazioni. Elementi di modernità che lo ‘strumento’ della charanga valorizza con sonorità pulite, e che, spero, piaceranno ai salseri tolleranti.
Tra gli stili, il son è il protagonista assoluto che unisce la prima traccia Me Echaste Pa’ Lante (“Mi hai sputtanato” o meno volgare: “Hai spifferato tutto a mia moglie”) all’undicesima En un Ladrillito (“In una mattonella”). Ma in mezzo c’è un percorso che tocca tutte le forme della musica popolare cubana: dal bolero alla rumba, dal danzon-cha alla guajira, dal son montuno alla salsa, al jazz afrolatino.
Le qualità tecniche ed espressive dei musicisti sono di alto livello. Senza nulla togliere agli altri musicisti, mi piace evidenziare il lavoro brillante del flautista J.J. Oliveros. Ma si sa che flauto e violini sono gli strumenti protagonisti che caratterizzano l’orquesta charanga. Poi, tra i cantanti, le vocalità grintose di Gregorio Laza “Cordovi” e il giovane Yosvany Martinez. Per sostenere ancora una volta che i musicisti cubani sono trasversali agli stili e che sanno destreggiarsi in vari formati e contesti, vi porto il nome di Jorge “LP” Papiosko, percussionista con esperienze salsere e timbere alle spalle (potete ascoltarlo nel cd “Pa’ decir lo que siento” del cantante e polistrumentista Angel Bonne –Art Color Egrem), che in questa occasione esprime il suo virtuosismo sulle timbales. Le sue improvvisazioni sulla traccia n. 4 sono sublimi, e non è un aggettivo sprecato. Ma tutto il disco è ricco di dialoghi musicali e intrecci ritmici di ottima fattura.
“Les eché pa’lante” è stato realizzato da 16 elementi, quelli della charanga doc: basso, flauta, 3 violines, timbales, piano, congas, bongo, güiro, 4 voci, 2 coristi.
In sintesi, l’album di Machado Y Sus Estrellas è una buona occasione per riascoltare il suono tipico della charanga, la scoperta di una bella orquesta che non vuole rinunciare alla tradizione ma che guarda lontano attraverso le voci giovani che vogliono farsi udire dalla salsa e dalle altre sonorità del mondo latino. Una buona promozione commerciale, forse, potrebbe rimettere in onda il sound elegante della charanga tanto in auge negli anni ’50 e poi un lungo silenzio. Noi non ci illudiamo, intanto abbiamo cominciato con questo piccolissimo contributo, disinteressato e sincero. Buon ascolto.
GianFranco Grilli
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