Il cantautore colombiano Yuri Buenaventura, con l’energia della musica
latina, vuole parlare alle Americhe e ai popoli in lotta. Durante il concerto
milanese ha ricordato anche la figura di Patrice Lumumba
Salsa pura e poco più, quella regalataci dal colombiano Yuri Buenaventura al
concerto tenutosi a fine luglio nell’arena milanese di Latinamericando 2006. Lo
scatenatissimo Yuri, sostenuto da una band diretta dal musicista chocoano Julio
Cesar Valdès Maldonado (fondatore dell’Orquesta Guayacan), ha intrattenuto,
coinvolto ed esaltato con comunicazioni di tipo ‘bolivariano’ un pubblico molto
numeroso composto soprattutto, ma non solo, da latinoamericani residenti nel
nostro paese. Ancora una volta Yuri, salsero a tutto tondo, ha offerto una
performance all’insegna del ritmo trascinante della salsa con qualche regalo per
i romantici con boleros ispirati alla miglior tradizione cubana. Che dire
dell’artista? Un bel personaggio, molto attento al pubblico, che sa comunicare
con la forza del canto e della musica l’ amore sfrenato per i maestri “soneri”
cubani e portoricani, per la salsa urbana e che, per il momento, dice di non
sentirsi pronto di mettere nella salsa una dose più consistente della ricca
tradizione musicale della sua regione.
Yuri, figlio di Manuel Bedoya Holguin e Nery Giraldo Lopez, è nato il 17
maggio 1961 a Buenaventura (da qui il suo nome d’arte), importante città
portuale sul litorale Pacifico della Colombia che si estende dalla regione
settentrionale del Chocò, alla Valle del Cauca fino a Tumaco (Nariño). In tutta
questa fascia, lunga circa 1300 Km, popolata prevalentemente da afrocolombiani e
popolazioni indigene è presente un patrimonio folklorico, coreutico e musicale
di importanza straordinaria. Ritmi e canti responsoriali quasi allo stato puro,
di netta impronta africana come currulao, juga, jota chocoana, abozao o son
palenquero. Sono diversi i gruppi, che utilizzano strumenti tipici come marimbe,
cununo e guasà per proporre con un approccio moderno sonorità e poliritmie del
passato. Ma altri artisti, come Yuri, non si avvicinano ancora a quelle
espressioni musicali poiché inserite in un mondo magico-religioso. Yuri a una
mia domanda sull’utilità di ricorrere a quel patrimonio ancestrale per innovare
la musica moderna colombiana, dopo una lunga pausa riflessiva, e con lieve
imbarazzo, risponde: “apprezzo questa domanda…una importante sottolineatura…
mahhhh… è una cosa molto delicata, vi sono gruppi etnici con il loro mondo fatto
di ritualità, vi sono equilibri con i quali non si può giocare, io non posso
entrarvi, io sto ancora imparando”. Un’affermazione di cui capisco meglio il
senso preciso quando lancia un riferimento alla misteriosa fine del
percussionista cubano Chano Pozo Gonzales, ucciso a revolverate nel dicembre
1948 a New York per un regolamento di conti, ma gli adepti della santeria
ritengono tuttora che sia stata una ‘punizione’ per una trasgressione alla
ferrea Regla de Ocha, la santerìa cubana. Argomento, questo della santería e
delle religioni sincretiche, che i gruppi di timba o salsa cubani riprendono
molto spesso nei loro repertori cantando “con los santos no se juega”. A fronte
di tutto questo, non ci resta che manifestare tanto rispetto e prudenza per le
religioni popolari, le credenze e le tradizioni delle etnie afrocolombiane, ma
altrettanta considerazione nei riguardi del lavoro di questo simpatico e cortese
artista, facile alla chiacchiera, che vive la musica con grande passione e con
tanta voglia di trasmetterla agli interlocutori. Yuri dopo il lungo e fortunato
esilio in terra francese, che l’ha reso celebre nel mondo e non solo agli
appassionati di salsa, ora è tornato a vivere in patria. Nella sua Buenaventura,
città moderna e tradizionale al tempo stesso, dove è trattato come un eroe
(assieme all’altro musicista locale “El Peregoyo”) per il merito di aver
introdotto per primo in Europa, e in lingua francese, la salsa e altri generi
musicali della sua zona. Una regione difficile da raggiungere perché tagliata
fuori dalle comunicazioni e dai mercati importanti, ma dove la salsa pulsa forte
grazie alle ‘correnti’ provenienti dalla vicina Cali, capitale della salsa
colombiana, e al lavoro prestigioso del più noto artista della Costa Pacifica
colombiana: Yuri, ambasciatore universale della salsa. Asì es Buenaventura!
di Gian Franco Grilli
(giornalista, responsabile del Caribe, Associazione culturale di Bologna)
Gian Franco Grilli
Lascia un commento