DEJAME ENTRAR EN… KIZOMBA !

Salsa.it - Interviste: L'esperienza del musicista e del ballerino messe a confronto (Doppia intervista a Francesco Ruoppolo e Luca De Marino "Kalù")

Dejame entrar en… Kizomba (QueRicoSonido)
Dejame entrar en… Kizomba (QueRicoSonido)

Di seguito la sintesi testuale della trasmissione avvenuta sul canale del salotto culturale, musicale, virtuale QueRicoSonido. In questo incontro dal Titolo Dejame entrar en… Kizomba abbiamo realizzato una doppia intervista con l’obiettivo di mettere a confronto le esperienze dirette di un professionista musicista e di un professionista ballerino in ambito Kizomba, vissute, dunque, da due diverse prospettive.

Chi segue già il canale QueRicoSonido sa bene che si vuole trattare la musica caraibica osservata anche e soprattutto tenendo conto del punto di vista della musica «suonata» dei musicisti e dell’orchestra.

QRS: Benvenuti ai nostri ospiti! Francesco Ruoppolo (cantautore e compositore) (*) autore del brano Kizomba Dejame Entrar presente nel suo album Profumo di Colori (Hydra Music, 2020), canzone che tra l’altro ha ispirato il titolo di questo incontro. Benvenuto Francesco!

Ruoppolo: Grazie.

Francesco Ruoppolo - Profumo di colori
Francesco Ruoppolo – Profumo di colori

QRS: Luca De Marino (in arte Kalù) (**): ballerino, coreografo, maestro di salsa cubana, bachata dominicana e fusion e di kizomba urbana. Potrei dire, senza temere di essere smentito, che negli anni ‘80-‘90, Kalù è stato tra i primi a proporre la salsa cubana nei nostri locali all’ombra del vesuvio… Benvenuto Kalù!

Kalù:Grazie. –

QRS: La kizomba è un genere musicale ed una danza che pur essendo molto apprezzata dai ballerini caraibici, non è nata propriamente nei caraibi ma si è formata tra gli anni ’70 ed ’80 in Angola. Quindi Africa! Nasce principalmente dalle feste popolari luandesi (capitale dell’Angola) nelle quali si ballavano antichi e tradizionali ritmi come Semba e Rebita. Il Semba per molti viene considerato progenitore del Samba brasiliano. La contaminazione delle esperienze portate dagli immigrati angolani in Europa ma prevalentemente in Portogallo ed in Francia hanno permesso la sperimentazione di nuovi ritmi più graditi ad un pubblico più modernizzato. La sovrapposizione dei ritmi angolani tradizionali al Kilapanga ed allo Souk di estrazione francofona (nato nelle antille francesi, Martinica, Guadalupe) genera un nuovo gruppo di stili che complessivamente possiamo definire, sia per la sia per la comunità lusofona (portoghese) che per quella francofona all’insieme dei “Kizombas” e cioè Kizomba, Zouk e Colazouk. Il Colazuk (molto simile alla kizomba ma cantato in creolo capoverdiano), deriva invece dall’esperienza degli immigrati capoverdiani in Francia che mescolano lo Souk con la loro Coladeira.

Si inizia a parlare più specificamente di kizomba quando negli anni ’80 in Portogallo, una vasta comunità angolana inizia ad apprezzare la musica del connazionale Eduardo Paim che gradualmente assunse l’aspetto e la definizione di “Kizomba”.

Grazie ai nostri ospiti per aver accettato l’invito!

Kalù: Grazie a te! Ti ringrazio molto per aver ricordato, grossomodo, che il percorso della nostra carriera è iniziato molto tempo fa, negli anni ‘80-‘90 perché sia io che Francesco Ruoppolo (immagino) abbiamo fatto davvero la gavetta e siamo passati anche per l’esperienza di “animatori” di strutture turistico-culturali. Mi spiego meglio: essere venuti dal basso, aver fatto anche gli animatori non significa essere artisti di «serie B»; chiunque, a vario titolo e capacità, che sia in grado di esprimere una manifestazione artistica e di trasmettere una reale emozione all’ascoltatore è di fatto già un vero artista!
Ruoppolo: sono d’accordo! Anche io vengo da diverse esperienze maturate in tanti anni di impegni professionali di vario genere, compresa quella di animatore. Forse proprio in quelle occasioni ho recepito tante cose nuove che fino a quel momento, magari, mi mancavano. Io aggiungerei a quello che ha detto Kalù che se con la tua arte sei in grado di emozionare, innanzitutto te stesso, allora significa che sei sulla buona strada per diventare un vero artista.

Luca De Martino (Kalu)
Luca De Martino (Kalu)



QRS: Kalù, come hai conosciuto il mondo della Kizomba e come hai deciso di iniziare ad insegnarla ai ballerini?

Kalù: Cercherò di essere breve. Nel corso di una delle edizioni dell’evento Salsitaly (del quale sono il Co-Direttore artistico e presentatore) di circa una quindicina di anni fa, ebbi la possibilità e la fortuna di conoscere due maestri famosissimi di Kizomba: l’angolano Fernando BumBum e Michela Vernati, una coppia, anche di fatto (sono sposati), di esperti che già da diversi anni insegnavano questo ballo angolano al pubblico. Io da insegnante di salsa e bachata mi ritrovai a «pestare i piedi» (ride) a Michela nel tentativo di capire come si ballasse questo “nuovo” stile. Inoltre mi affascinava tantissimo quel tipo di musica molto melodica e dolce (a differenza della salsa che per quanto la ami, spesso diventa assordante, soprattutto quando viaggio in macchina):scoprii che la Kizomba mi accompagnava e mi rilassava molto… Compresi dunque che mi piaceva molto e iniziai a provare anche il gusto di ballarla ed insegnarla. Il problema però di insegnare la kizomba consiste soprattutto nel studiarla bene per saperla proporre, senza millantare di saper ballare ed insegnare cose che non sono, di fatto, realmente quel ballo angolano ricco di contaminazioni che stiamo raccontando. Questo è un aspetto fondamentale.

QRS: …come resta fondamentale che rappresenti uno strumento in più per proporre, oggi, un ballo che sia ancora una volta di coppia ed inclusiva un pò come accade per gran parte dei ritmi caraibici.

Kalù: Certo! Assolutamente. Anche se spesso viene recepito meglio dalle coppie che partono da zero piuttosto che da coppie abituate a ballare salsa che sono sempre avide di innumerevoli figure (che non troveranno nella Kizomba)…E’ un ballo meno spettacolare: sarà per questo che i DJ non passano Kizomba nei locali? Mah… Questo è un problema… Fortuna che oggi la musica angolana di contaminazione sta sbarcando almeno su TikTok… Io da salsero, ammetto per impararla bene ho dovuto fare «tabula rasa» del mio background latino (ride).

QRS: Francesco Ruoppolo, tu racconti di esserti innamorato di questo genere musicale al punto di ispirare una tua canzone. Raccontaci il tuo incontro.

Ruoppolo: Certo. Io sono uno «sgangherato» (ride) ballerino di salsa portoricana prima e cubana poi… Diversi anni fa, alcuni amici ballerini mi invitarono a partecipare ad una lezione di Kizomba in un corso organizzato da Francesca Petrilli. In quell’occasione ho conosciuto Francesca che è poi diventata la voce che ha registrato con me Dejame Entrar. Mi ritrovai, durante la lezione di ballo ad ascoltare ed apprezzare una serie di brani bellissimi, di sonorità molto affascinanti al punto di innamorarmene… Erano basati su una timeline (termine che usiamo in etnomusicologia) che trasmetteva un sapore urbano contaminato da addolcimenti provenienti da altri stili musicali, compresi arrangiamenti elettronici dall’essenza umanizzata, non plastificata. Il giorno dopo, chitarra alla mano, iniziai a scrivere una canzone, immaginando una ragazza seduta davanti alle onde del mare. Il nome Dejame Entrar l’ho copiato, giuro (ride), da un vecchio film dell’orrore nel quale il mostro per uccidere la sua vittima chiedeva il permesso di entrare… Dico sul serio (ride)… Scherzi (ed horror) a parte (ride) mi piaceva molto il concetto di questo mare d’amore che chiede il permesso ad un cuore di donna per entrare. La feci ascoltare a Francesca Petrilli che apprezzò molto ed insieme decidemmo di cantarla in spagnolo; anzi: è proprio la sua voce che apre il pezzo. Conoscere la kizomba è stato per tutti e due una magia.

QRS: Ricordiamo appunto che questa “timeline” del ritmo Kizomba che citavi prima, in realtà è la “clave” di kizomba, un ritmo fondamentale, tipico e riconoscibilissimo che viene suonato su una percussione chiamata Katà (o Guagua). Ovviamente uno dei tanti strumenti di Mamma Africa! A chi si rivolge invece la proposta di “entrare nella kizomba” da parte di Kalù? Che differenza osservi (se l’hai notata) tra pubblico salsero e «kizombero»?

Kalù: Sarò onesto. Il pubblico salsero, in realtà è spesso un pubblico mentalmente chiuso. Già la bachata ha incontrato molte resistenze, in passato, ad entrare nei locali: un tempo era quel breve momento per scambiarsi il numero di telefono (ride). Il rapporto nella lista del Dj era 6 salsa : 1 bachata. Oggi invece, dagli Avventura in poi, il rapporto si è quasi invertito! Anzi, spesso la salsa sembra quasi soppiantata! Non è una bella cosa, anche nel rispetto della salsa che è una cosa seria. La Kizomba sta incontrando le stesse difficoltà. Purtoppo locali e Dj seguono anche le necessità commerciali. Io quando insegno la Kizomba non disdegno di far ascoltare agli allievi, tutto quello che di Kizomba riesco ad apprezzare, compreso Manuel Citro, Raul, Ruoppolo! Speriamo che il movimento della kizomba, la sua cultura e la sua musica si espanga.
QRS: Francesco! È il momento di ascoltare la tua canzone “Dejame entrar”. A chi la dedichi?
Ruoppolo: a tutti quelli che sono ancora capaci di sognare. A chi vuole farsi ancora trasportare dalle onde del mare (della musica).

QRS: Splendida!

Ruoppolo: Sia ben chiaro: il mio album non è un lavoro specifico di musica Kizomba ma un album di linguaggi musicali diversi (Pop, Jazz, Rock, elettronica); l’idea di inserire una canzone di musica angolana mi ha gratificato molto.

QRS: una domanda per Kalù: quali sono i tuoi programmi in tal senso per il futuro?

Kalù: mi trovo, in generale, in una fase di reimpostazione della mia vita essendo diventato padre da poco tempo. Non ho alcuna intenzione di «mettere da parte l’arte» che so fare. Dopo il Covid la macchina sta, per fortuna, ripartendo. Io penso che chi sente di essere artista dentro, lo sarà per sempre: proverò a continuare l’insegnamento della Kizomba e degli altri balli caraibici ma dobbiamo fare i conti con le resistenze che il pubblico ha sviluppato con il lockdown legato alla pandemia… E’ l’arte in generale che meriterebbe più attenzione e rispetto:basti pensare a quanto è stata importante la possibilità di accendere la radio ed ascoltare musica nei momenti più bui che abbiamo vissuto.

QRS: Ruoppolo: i tuoi progetti? Ancora Kizomba?

Ruoppolo: I progetti per il futuro? Continuare a mettersi sempre in discussione. Mi spiego. Quando terminai la formazione presso la scuola di Mogol (ma anche a seguito della formazione con Bigazzi, Cheope, Avogado)… resettai tutto! Presi tutto quello che avevo scritto fino a qual momento e lo buttai… (ride) Mi sono rimesso in discussione completamente. Da quel momento nacque una mia nuova canzone dal titolo “Lascia che sia un canto”. Dunque, dopo un pò di anni, chiesi la collaborazione a Gianluca Verrengia (musicista arrangiatore di Latina) per la registrazione di questo brano in versione salsa. Venne fuori un arrangiamento davvero bello. Continuerò a sperimentare la Kizomba ma a questo punto, in virtù del gusto per le contaminazioni… perché non scrivere una bachata ? (ride).

QRS: Wow! La concorrenza ! (rido). Kalù… vogliamo dare qualche suggerimento agli ascoltatori che vogliono seguire la musica kizomba? Come vedi inoltre il futuro della Kizomba?

Kalù: Guarda… è sconcertante che in tutto il mondo si ascolti Kizomba ma stranamente, soltanto in Italia, c’è un ritmo che prevarica gli altri. Vi racconto un aneddoto: diversi anni fa ho studiato Kizomba in Francia con uno dei più grandi interpreti del genere che si chiama Albir Rojas, panamense. Attenzione: un panamense che a Parigi mi insegnava una danza angolana !!! A Parigi andammo a ballare al Barrio Latino, un grande locale di 4 livelli in cui ai primi piani si balla Salsa e Bachata e nei piani superiori, Zouk e Kizomba! Quel locale rappresenta per me quello che in Italia dovrebbe essere il futuro. Se invece vogliamo continuare a restare «chiusi» di mentalità continueremo a passare le kizomba esclusivamente in preserata. Io continuerò ad insegnare kizomba a tutti quelli che lo vorranno e saranno loro stessi, magari, a chiedere la kizomba ai gestori ed ai Dj dei locali. Quello che ha fatto Francesco Ruoppolo infatti è importantissimo: bene ha fatto il Maestro a lasciarsi ispirare dalla novità musicale ed a scrivere una kizomba tutta italiana.

QRS: Maestri: un autore di kizomba o una canzone che vi è rimasta nel cuore?

Kalù: Non ho un autore ed una canzone in particolare anche perché ho sempre l’impressione che l’ultima arrivata sia sempre più bella delle precedenti. Tuttavia c’è un autore che mi piace molto ed è Nelson Freitas perchè è un artista legato alla tradizione angolana ma è aperto alle contaminazioni; un po’ come il mio modo di ballare. Questo non significa che non amo il genere “melodico” della kizomba infatti l’immagine delle «onde del mare» descritte in Dejame Entrar di Francesco Ruoppolo mi è piaciuta molto!

Ruoppolo: Condivido completamente quello che dice Luca De Marino! E’ vero che spesso le canzoni nuove sembrano più belle ma forse in effetti lo sono. Le qualità produttive dei nuovi album migliorano con il tempo e dunque è auspicabile che le musica nuova sia sempre più di qualità ed accattivante. A me per il genere Zouk-Kizomba piace molto una cantante di nome Saaphy! E’ eccezionale! Quando l’ascolto mi trasmette la delicatezza e la morbidezza del suono e della melodia. Tra l’altro per il tipo di ballo è perfetta: il contatto, l’intimità… un po’ come succede nella bachata o nel tango quando si riesce a comunicare con l’altra persona nel ballo di coppia.

Kalù: Permettimi però di dissentire da questa definizione se vogliamo descrivere correttamente, dal punto di vista tecnico, questo ballo. E’ spesso argomento di dibattito tra gli addetti ai lavori. Ho sempre fatto attenzione a rispettare i giusti confini tra i balli sudamericani e la Kizomba: sono due mondi completamente diversi dove nessuno dei due ha contaminato l’altro. Spesso si è parlato di “Tango africano” oppure di “Afrotango”: questi termini non esistono e mi hanno fatto morire dal ridere (ride).

QRS: Beh, forse soltanto nei caraibi può avvenire questo incontro tra i due mondi per influenzarsi a vicenda…

Ruoppolo: Come due persone che hanno qualcosa in comune ma non si sono mai conosciute… Comunque sono d’accordo con Kalù, io parlavo semplicemente di sensazioni oggettive.

Kalù: Spesso mi capita di spiegare ai neofiti cosa sia il ballo kizomba. Le prime parole che utilizzo sono: «è molto simile al tango»… Ovviamente lo dico giusto per rendere l’idea ma mi guardo subito le spalle per assicurarmi che non ci sia nessun maestro di kizomba in giro pronto a rimproverarmi! (ride).

QRS: E’ stato davvero interessante mettere a confronto un Maestro musicista ed un Maestro ballerino. E’ stata una scelta azzeccata a mio avviso: sono venuti fuori spunti molto interessanti. Grazie Francesco Ruoppolo e Grazie Luca De Marino (Kalù) per aver partecipato a questa doppia intervista.

Ruoppolo e Kalù: … e grazie a Dino Frallicciardi nella veste di QueRicoSonido che consente agli appassionati del genere caraibico di potersi informare su un canale che dimostra che è possibile fare informazione anche per gioco!

(*)Francesco Ruoppolo: cantautore e compositore in ambito pop (diplomato presso il CET di Mogol), ha al suo attivo un Cd in omaggio alla canzone classica napoletana, Io, la mia chitarra e Napoli e tre album da cantautore: Carte Sparse, Gli Occhi Le Mani Il Sorriso e Profumo di colori con Hydra Music. Laureato in “Musicologia e Beni Musicali” presso l’Università di Roma Tor Vergata e diplomato in MusicArterapia nella Globalità dei Linguaggi, metodo Stefania Guerra Lisi. Dal 2014 ha attivato i “FuoritempoStudios”: un avanzato studio di registrazione e produzione musicale, specializzandosi nella ripresa della voce. Dal 2009 collabora con Progetto Sonora come responsabile didattica e formazione musicale per l’infanzia; con l’ente organizza e conduce, dal 2015, concerti per bambini e famiglie.

(**)Luca De Marino (in arte Kalù): ballerino, coreografo, maestro di salsa cubana, bachata dominicana e fusion e di kizomba urbana; potrei definirlo un amante delle contaminazioni musicali e «peronali»… (questo perché De Marino è al contempo un artista ed un avvocato). Ha lavorato in televisione (Rai) ed in Radio: Radio Marte, Punto zero, Antenna 1. Ha presentato numerosi congressi internazionali: SalsItaly, Cubamania, Zeno Latin festival, StarLatinCongress nonché copresentatore del Concerto di Ligabue al Campovolo nel 2006 davanti a ben 220.000 persone! Kalù inoltre è un attore, interprete di numerose manifestazioni nei teatri napoletani.

A cura di: Dino Frallicciardi per QueRicoSonido
Graphic work by: Francisco Rojos

Lascia un commento

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here