Gli anni 80 sono considerati il periodo d’oro per la musica da discoteca; questo nonostante il fatto che la Discomusic fosse in netto declino, in America per i danni causati dal movimento “Disco Sucks”, in Europa per l’avvento delle nuove sonorità elettroniche, che pian piano andavano a sostituirne le componenti originarie, provenienti dal mondo funk, R’n’B e latino. In questo decennio il termine “Discomusic” lascerà il posto alla parola “Dance” e a tutto un variegato sottobosco di generi cui è legata.
Il merito di questo grande successo ottenuto negli Anni 80 va ascritto a due principali fattori: il primo è il fatto che i ritmi disco abbiano contaminato qualsiasi altro genere, dal pop al rock, dal punk alla new wave ai neonati generi legati all’elettronica, regalando momenti di gloria, ora duraturi, ora a breve termine, a una miriade di artisti; il secondo fattore è stato l’importanza della video-music, che negli Anni 80 è letteralmente esplosa, con la nascita di trasmissioni e interi canali televisivi ad essa dedicata; in questo caso proprio chi produceva musica ballabile veniva avvantaggiato nella realizzazione di video che mettevano in risalto look a dir poco stravaganti, coreografie sempre più ricercate e trovate ad effetto per dare ulteriore promozione alle varie canzoni.
A proposito di queste ultime, se si dovesse incoronare una canzone simbolo di quest’epoca, sarebbe praticamente impossibile trovarne una sola: dovessimo chiederlo a cinquanta persone, avremmo cinquanta titoli differenti e sarebbero tutti meritevoli.
Se dovessimo però indicare la canzone che ha segnato il passaggio dall’epoca della Discomusic anni 70 a tutta la musica del decennio successivo, beh, qui non ci sarebbe il benché minimo dubbio: Video Killed The Radio Star dei Buggles. Analizziamo il perché.
Cominciamo proprio dal punto di vista cronologico: è uscita sul mercato alla fine del 1979 ed ha raggiunto i primi posti di quasi tutte le classifiche nei primi mesi del 1980, un classico esempio quindi, di un brano a cavallo di due decenni, in questo caso un vero e proprio spartiacque tra due epoche musicali, la cui seconda è la continuazione ed evoluzione naturale della prima.
A comporla sono stati Trevor Horn, Geoff Downes e Bruce Woollney: quest’ultimo ha curato la parte musicale, mentre i primi due hanno scritto le parole e l’hanno eseguita con il nome di The Buggles. Dal punto di vista stilistico-musicale, viene classificata come brano synth-pop-new-wave; la componente della strumentazione elettronica è presente dalla prima all’ultima nota, il tono è melodico e in alcuni tratti anche romantico, le strofe sono cantate con un effetto che dà l’impressione di far provenire la voce da una vecchia radio; la ritmica disco è scandita solamente dai colpi di grancassa, che anticipano quelli che verranno da quel momento agli anni futuri.
Il testo è quanto mai di più di indicato ci possa essere per segnare il passaggio tra due epoche: racconta, infatti, l’improvviso declino di una star della radio degli anni 50-60 a causa dell’avvento della televisione, anticipando così il nuovo modo di promuovere la musica che stava nascendo, ovvero quello della videomusic a discapito della radio, che sino a quel momento era il veicolo più usato per far conoscere le novità discografiche.
Innovativo anche il video che accompagnava la canzone, girato da un allora quasi esordiente Russell Mulcahy, che diventerà il più affermato regista di videoclip di quegli anni e che nel mondo del cinema lascerà un indelebile ricordo nel 1986 con la pellicola Highlander (vedere l’apposita scheda nella rubrica films).
Proprio a causa dell’argomento trattato nel testo, Video Killed The Radio Star sarà il primo video che alle ore 12 del 1° Agosto del 1981 inaugurerà le trasmissioni della neonata MTV .
Nel 1983 si avrà la riprova del profetico titolo della canzone: i Duran Duran produrranno il video di Union Of The Snake (girato anch’esso da Mulcahy) e lo faranno trasmettere da Mtv prima di passarlo alle varie radio, le quali insorgeranno sentendo minacciato il loro primato nel promozionare le nuove canzoni, temendo molto per il loro futuro. Molte riviste specializzate commenteranno questo fatto intitolando i propri articoli “Video killed the radio star!”.
A cura di: Mauro Gresolmi
Graphic work by: Francisco Rojos
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