Nel 1949, un altro musicista cubano, Dámaso Pérez Prado viaggia in Messico e realizza un importante lavoro creativo apportando un’orchestrazione brillante al ritmo di Arcaño, prendendo da Arcaño e dal suo Mambo la sovrapposizione di ritmi cubani sincopati, imprime al Mambo più rapidità con l’inclusione di più trombe e sax.
Pérez Prado, “bevendo nelle fonti di Arcaño”, arriva a creare il Mambo moderno evolvendo posteriormente verso forme nordamericane come in “Patrizia”, un rock che vendè più di 5 milioni di copie, “Que rico el Mambo” venderebbe più di 4 milioni.
Posteriormente, Pérez Prado creerebbe “El Dengue”, un nuovo ritmo di Musica Caraibica con forme molto nordamericane.
In realtà, benché Arcaño creó un nuovo ritmo, le sue basi musicali di violini e flauti non suonarono mai col vigore che Pérez Prado apportò coi suoi metalli.
Sebbene Arcaño creó il ritmo che prese la denominazione africana di Mambo, Pérez Prado passò alla storia come il suo massimo rappresentante grazie all’impulso che questo ritmo caraibico prese in Messico.
Avendo il Mambo di Pérez Prado chiare influenze delle orchestre nordamericane, non fu molto accettato in Cuba, dove si preferivano i Mambi di Bevo Valdés, suonati per la Riverside. Anche Eliseo Grenet, compositore di temi come “El negro bembon”, interpretata in Spagna negli anni 70 da Peret, risponde al Mambo de Prado con un altro nuovo ritmo, ispirato ai vecchi colpi sentiti nell’Isola de Pinos, il nuovo ritmo è il Sucu Sucu ed il tema “Felipe Blanco.”
Nel 1949 il musicista Tadaaki Misago fonda in Giappone l’orchestra Tokio Cuban Boys che rinforza la sua popolarità quando Xavier Cugat visita il Giappone con la sua orchestra. Questa orchestra visita Cuba nella decade degli anni settanta. Ugualmente, in Giappone trionfa l’orchestra di Oréfiche, dove è un idolo.
Francisco Rojos
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