Tanta invidia!!! La prima sensazione che ha provato chi scrive per non poter essere stato al Met Life Stadium di New Jersey lo scorso 21 Settmbre per assistere all’evento latino dall’anno, un concerto che verrà sicuramente ricordato negli anni a venire: quello di Romeo Santos.
Lo si può raccontare con diverse chiavi di lettura, cominciamo da quella dei freddi numeri: più di ottantamila presenti in quella che é abitualmente la casa dei New York Giants, la squadra di foot-ball della grande mela. Un record per la bachata, un record battuto in assoluto per le presenze in questo contenitore, precedentemente appartenuto nientemeno che agli U2. Teniamo poi presente che negli States gli stadi non sono abitualmente i luoghi riservati ai concerti di musica leggera, di qualsiasi genere essa sia, e questo dà ulteriore lustro a questa impresa.
Veniamo ora all’aspetto musicale e perché no sociale: Romeo Santos ed i suoi ospiti sul palco hanno celebrato la musica della Repubblica Dominicana e l’orgoglio di quel paese, che si é poi esteso a tutta l’America Latina. Questo era il progetto originario dell’album Utopia, un vero e proprio caso nell’ambito della bachata, che però é andato oltre le aspettative: doveva celebrare la bachata dominicana, ha di fatto rilanciato a livello internazionale la carriera di alcuni artisti che fuori da Quisqueya stavano iniziando a finire nel dimenticatoio, in più ha tracciato la strada per far fronte allo strapotere che il Latin Urban si é preso negli ultimi anni: per quanto sia “The King of Bachata”, Romeo da solo può ben poco contro l’ondata degli artisti urban che spopolano nelle classifiche e nei social, ma se unisce le sue forze con altri suoi colleghi, allora le cose iniziano a cambiare e si vede!
Il concerto é durato quattro ore, nelle quali Romeo ha sciorinato quasi tutto il suo repertorio da solista e da frontman degli Aventura, per l’occasione riuniti sul palco per la parte finale dell’evento.
Gli ospiti sono quelli che ha invitato per la realizzazione di Utopia, più altri grandi del mondo urban che già avevano collaborato con lui. Della prima categoria facevano parte Raulin Rodriguez, Zacarias Ferreira, Frank Reyes, Kiko Rodriguez, Monchy y Alexandra, Elvis Martinez, El Chaval de la Bachata, Joe Veras, Luis Vargas e naturalmente Aventura. Assenti giustificati, causa date precedentemente fissate, Teodoro Reyes ed Anthony Santos. Con ciascuno di loro il “KOB” ha cantato la canzone presente nell’album più una delle loro più grandi hit : particolarmente emozionanti una versione a cappella di Ajena con Frank Reyes ed Hoya en Blanco con Monchy ed Alexandra, riuniti ma, da quel che si è visto, non ancora riappacificati.
Per quanto riguarda gli artisti urban, sono saliti sul palco con lui Wisin e Yandel, Ozuna, il prossimo per cui si prevedono 80 mila presenze in questo stadio, e Cardi B, che è entrata in scena cantando la parte femminile di Obsesion.
Molto probabilmente un concerto di tale portata è destinato a rimanere un caso isolato nel mondo della bachata, ma ci piace pensare che Romeo abbia continuato a tracciare il solco, iniziato da quando con Obsesion rese questo genere mainstream e proseguito da quando la sua Propuesta Indecente fu il primo videoclip bachatero a superare il miliardo di views. Se tutti provassero a seguirlo la bachata godrà di ottima salute ancora per un bel po’ di tempo, non solo sulle piste ballo, ma anche sui principali palcoscenici del mondo.
A cura di Mauro Gresolmi
Graphic work by: Francisco Rojos
Lascia un commento