APPUNTI DI… MUSICA GUAJIRA, Benny Morè e la parranda

Appunti di…musica guajira. Benny Morè e la parranda

di Gian Franco Grilli

La diffusione di questi appunti, che raccontano frammenti
storici, culturali e esperienze dirette fatte sul campo, ha lo scopo di
offrire materiali per conoscere meglio le origini della musica
latinoamericana, i denominatori comuni esistenti tra varie tradizioni e,
se possibile, contribuire a sistemare i tasselli dell’albero genealogico
da cui deriva anche la salsa

Le promesse si mantengono e allora eccomi con questi nuovi Appunti…di musica guajira. Alla scoperta delle mille lingue del punto cubano, dei protagonisti maggiori e minori dell’ambiente campesino, delle zone rurali cubane ove ancora oggi vive ed è possibile ammirare questo patrimonio. Gli ultimi appunti (Newsletter del
10 maggio 2007 – www.salsa.it
www.salsa.it/ritmi_latini.aspx?lnrid=22 ) si erano interrotti al centro di Cuba e con un invito all’ascolto di alcuni album, tra cui quelli della regina della musica campesina. Un altro re della canzone cubana cantava:

Soy guajiro, soy guajiro
yo campesino he nacido
y ahora vivo en el poblado
por eso no he olvidado
que en el campo he vivido
el mais que he comido
la malanga que he sembrado
el guateque que he formado
y allá me he divertido
.

Era Benny Moré nell’interpretazione di Soy campesino (son montuno di Senén Suarez), un omaggio affettuoso all’ambiente rurale da cui proveniva e dove apprese i primi rudimenti del tres, i canti della terra e a improvvisare versi, serenate e melodie. Infatti El sonero mayor Bartolomé Maximiliano Moré, nacque nel 1919 nel bel mezzo dell’isola caraibica a Santa Isabel de las Lajas (Cienfuegos). Benny crebbe in questo ambiente agroindustriale, lavorando nei campi, tagliando canna da zucchero, coltivando frutta da vendere in paese. Furono numerose le influenze culturali (in particolare quella congo ereditata dalla madre) che contribuirono alla ricca formazione artistica di Benny, compreso l’ambiente campesino. Infatti nessuno come lui può vantare la capacità di attraversare i vari stili, tanto da conquistarsi titoli come El barbaro del ritmo, quello di El sonero mayor, ecc. e per sottolineare la sua versatilità il cantante Miguelito Cuní disse che Benny Moré era un sonero eccezionale, un rumbero magnifico e un geniale improvvisatore. E quest’ultima qualità, in gran parte innata, certamente la sviluppò nel mondo guajiro, nel corso della sua infanzia e soprattutto quando lavorava la terra. Qui, nel tentativo di far divertire e di stupire gli altri, incominciò a improvvisare versi e a cantarli: nacque così anche il Benny repentista. Ecco perché vi parlo della musica guajira attraverso el Benny, che salì alla ribalta con la guaracha, la rumba e il bolero, ma che in qualche modo si ispirava alle sue origini campesine. Come è successo ad altri artisti.
Infatti in varie composizioni di Benny Morè, anche se suonate a tempo di cha cha cha o di altri ritmi e con la sua impareggiabile musicalità, si possono ascoltare le tracce della tonada guajira e i testi in décima, elementi tipici del folklore contadino cubano. A tal proposito José Loyola Fernandez (rivista Bohemia, 24/08/2001) ci fa notare due esempi con gli ingredienti appena descritti: Santa Isabel de las Lajas e Cienfuegos. I brani, infatti, presentano testi in decima, musicati in modo originale ma ispirati alla tonada guajira, le forme poetico-musicali che Bartolomé praticava fin da ragazzino, durante il tempo libero e per guadagnare qualche pesos, alle feste campesine. Feste che erano e sono ancora oggi manifestazioni di baldoria collettiva, conosciute nell’isola con nomi diversi ma con lo stesso significato: parranda, guateque, changüi, son e rumbita campesina.

Il significato di parranda
Citare il termine parranda ingenera confusione perché questo vocabolo viene impiegato in vari contesti e rappresenta situazioni diverse tra loro anche se, andando a scavare in profondità, si possono trovare elementi comuni.
Le parrandas più famose sono quelle natalizie di Remedios, Caibarién, Placetas e altre della regione di Villa Clara (citate anche da Fernando Ortiz nei suoi lavori). Quella di Remedios, la più importante, è un evento che richiama gente da ogni parte di Cuba ed è una sintesi di festa patronale, festa rituale, carri di Carnevale e Palio tra quartieri della città, che si svolge nel fine settimana precedente il Natale. Una festa rumorosa e multicolore, con una lunga e ricca storia alle spalle tra sacro e profano, tra urbano e contadino; qui campeggia lo spirito della competizione, la rivalità (soprattutto nel ballo, canto e teatro) e la voglia di aprirsi agli altri, bianchi o neri, tutti elementi presenti anche nella parranda campesina, più circoscritta e più semplice. Tanto semplice che, secondo i cubani, basta una chitarra e un machete per improvvisare una squisita parranda.

Parranda campesina
La festa guajira per eccellenza è chiamata parranda in alcune zone centrali dell’isola (Cienfuegos, Sancti Spiritus, Ciego de Avila, Camaguey), mentre guateque è il nome impiegato nelle zone di Pinar del Rio, La Habana e Matanzas.
In ogni caso, è una sorta di cocktail, con tanti ingredienti culturali e folklorici, che fa rivivere, nei limiti del possibile, i profumi dell’ambiente originario campesino. Quel paesaggio di coltivazioni agricole che il trovador campesino, il giullare dei campi, attraversava e attraversa a cavallo in compagnia del suo strumento. Il tres o il laúd che serve per accompagnare i canti in occasione delle varie riunioni familiari o celebrare date importanti. E il punto guajiro e le decime si combinano perfettamente nella parranda o nel guateque, assieme a canzoni e serenate.
Non è semplice ricostruire la scenografia dove si svolge la competizione: nel campo della décima, delle danze e del teatro e nella ricostruzione degli ambienti tradizionali, con tutti i dettagli delle tipicità, dei lavori di quella comunità e dei relativi cibi. Ma l’attenzione dello straniero che assiste a questi incontri viene catturata dal fascino delle poesie improvvisate, dai canti, dai balli, dalle musiche e dagli strumenti tipici che la fanno da padrone e animano la festa campesina. A tutto questo bisogna aggiungere i colori dei costumi caratteristici del folklore, con al centro il guajiro vestito con pantalone bianco, la camicia guayabera, il sombrero de yarey (cappello a tesa larga di fibra vegetale), il machete appeso alla cintura e fazzoletto al collo. Al look del guajiro macho si accompagna quello femminile della guajira, che entra in scena con acconciature floreali, gonna stretta in vita che via via si allarga e si allunga, ma che nella fase dei balli viene raccolta sulle ginocchia. In poche parole, Liborio e Filomena (simboli della povertà e della gente umile) sono i protagonisti principali di questi spettacoli.
E rappresentazioni precise di quest’arte campesina sono ormai patrimonio dei gruppi folklorici che preservano e valorizzano la tradizione. Un quadro d’altri tempi, che ho avuto la fortuna di vivere durante uno dei miei viaggi.

Parranda campesina: dove, come e quando
Dove. Nella località di Majagua, in provincia di Ciego de Avila, è abbastanza facile (almeno per me lo fu) partecipare a una di queste feste contadine dove le tradizioni sono giunte fin qui conservando i sapori autentici della vita rurale e dei colori vivaci. La festa si convoca in una casa contadina, ma non è l’unico luogo deputato.
Come. L’inizio è affidato al Ay o El Ay – che identifica il canto campesino – a chitarra, tres, güiro, bongo, e spesso a un machete sfregato con un altro oggetto di metallo producendo così una sonorità molto ruspante. Apro una parentesi con alcune curiosità musicali: all’inizio del XX secolo si usava intonare con la bandurria (cordofono) al posto del tres; qui le decime non sono improvvisate e solo raramente i ‘galli’ (i contendenti) si lanciano in controversie, si canta nello stile del punto fijo (che descriverò nei prossimi appunti), e i testi parlano di natura, Patria, donne, amori e conquiste della Rivoluzione.
Quando. Si può organizzare una parranda per un amico in visita (io, in questo caso, ero il festeggiato) o per altre occasioni che meritano essere celebrate: compleanni, anniversari di matrimonio, San Valentino e festa della Mamma, ecc.
Nella festa campesina di Majagua si respira un clima festoso, allegro e diventa vera baldoria man mano che arrivano gli invitati, i vicini avvertiti dal passa parola, gli autoinvitati. I mezzi di trasporto che servono per raggiungere la hacienda (fattoria) sono i più vari: chi in bicicletta, tanti a piedi e alcuni a cavallo, che danno il tocco di autenticità all’evento. Tutti entrano a salutare il padrone di casa, che li riceve con un bicchiere. E mentre la festa si anima con canti e balli, l’anfitrione deve pensare anche ad altro. Infatti, è prevedibile l’inizio della parranda ma non la sua fine, perché può terminare anche il giorno dopo; quindi, per non rischiare la buona riuscita della festa, ecco accendersi i fuochi per cucinare un maialino o pollo arrosto con riso, tostones, congrì, ecc. E nell’attesa del puerco asado, si spizzicano altre cibarie e si beve vino locale, un alcol ‘sincretico’ di cui non conosco i componenti, e allora preferisco un traguito (sorso) di rum de la bodega, passabile.
Mi rendo conto di essermi lasciato attirare dallo spirito enogastronomico e rientrerò in tema la prossima puntata perché l’arte dei poeti a braccio e le melodie dei loro accompagnatori meritano più ascolto. E nell’attesa, ecco alcuni suggerimenti per approfondire gli argomenti trattati.

Bibliografia:
Yo conocí a Benny Moré di Contreras F., Ediciones Union, La Habana 2002
Benny Moré di Martínez Rodríguez R., Letras Cubanas, la Habana 1993
La Parranda di Hernández Pérez J. A., Fundación F. Ortiz, La Habana 2000
Del canto e il tempo (cap.4 -Guajira) di León A., Massari editore, Bolsena 1999

Invito all’ascolto:
Sonero Mayor, Benny Moré – Egrem, Ld 3974
Benny Morè, en el cincuentenario …, Areito, Ld 3298
Decimas Jocosas, Chanito Isidron- Areito, Ld 3801
Al guateque con Celina Gonzalez y Campo Alegre- Egrem, Ld 4084

Gian Franco Grilli

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