Appunti di…musica guajira, Celina González e l’anima campesina
di Gian Franco Grilli
La diffusione di questi appunti, che raccontano frammenti storici, culturali e esperienze dirette fatte sul campo, ha la scopo di offrire materiali per conoscere meglio le origini della musica latinoamericana, i denominatori comuni esistenti tra varie tradizioni, e se possibile, contribuire a sistemare i tasselli dell’albero genealogico da cui deriva anche la salsa. |
Riprendo il discorso sulla musica campesina che ho introdotto con gli Appunti …di décima (newsletter 6 aprile 2007 –www.salsa.it). Ora proseguiamo il viaggio alla scoperta delle varie espressioni culturali nate nel mondo rurale di Cuba o che ad esso fanno spesso riferimento.
La regina della musica campesina
Yo soy el punto cubano
que en la manigua vivía
cuando el mambí se batía
con el machete en la mano.
Sono partito da questa quartina che riassume perfettamente la biografia della cantante Celina González e l’anima autentica della musica guajira o campesina. A Cuba si dice musica campesina e subito si pensa Celina González. Infatti è considerata la regina della musica campesina, quella espressione artistica che da ben 60 anni, in compagnia del marito e chitarrista Reutilio Dominguez (scomparso nel 1972), iniziò a diffondere in tutto il mondo.
Yo soy el punto cubano è il son guajiro – da cui ho tratto la quartina di cui sopra – composto dalla coppia Celina e Reutilio nel 1950 “…per salvare la musica campesina che da alcuni veniva ridicolizzata…”. Così si iniettavano nel son e nella guaracha elementi della décima per proteggere la musica guajira, l’ambiente culturale e famigliare da cui Celina proveniva. Una casa che era una sorta di canturía permanente (dove i poeti rimatori si ritrovano a cantare) con i genitori e i fratelli impegnati a improvvisare e suonare tres, laud, chitarra campesina e percussioni. E si può dire che in Celina si fondono tutti gli elementi di base del son campesino; che pochi come lei sanno improvvisare un guateque, una festa, e nessuno meglio di lei ha saputo trasfondere, usando la pratica del sincretismo, il linguaggio guajiro nei vari stili musicali cubani.
Questa vocalist cubana, partita alla musica guajira è andata oltre questi confini musicali per esigenze vitali; è, infatti, considerata una grande interprete di musica popolare cubana. Il suo stile viene definito afrocampesino per le sue belle incursioni nella musica afrocubana.
Que viva Chango
Que viva Chango
Que viva Chango
que viva Chango señores
Santa Barbara bendita
para ti surge mi lira…
con queste parole Celina intona Santa Barbara, brano di sua composizione per manifestare la sua grande devozione religiosa al dio Changò. Lo stesso Orisha della Santería che protegge anche il timbero José Luís Cortés – El Tosco – tanto che in suo onore ha inserito nel suo primo cd firmato NG la Banda il brano Que viva Chango, una cover derivata proprio dalla canzone di Celina González che la casa discografica Egrem ha infilato, con leggerezza, in vari cd con titoli diversi: Santa Barbara o Que viva Chango. Prima con il marito, poi con il figlio, ha fatto tournèe in tutto il mondo condivendo la scena con cantanti del calibro di Nat King Cole. Ma indipendentemente dalla nazione e dal contesto in cui si teneva il concerto, il suo cuore guajiro, con l’amore per le piante e i fiori della sua terra, spuntava sempre fuori per intonare quartine come questa:
Por eso canto a las flores
Y a la mañana que inspira,
le canto a Cuba querida,
la tierra de mis amores.
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Un caso esemplare, dunque, quello di Celina che ha messo un genere dentro l’altro ed ha trovato il successo. Una modalità curiosa e intelligente per salvare le proprie origini e la cultura del territorio agricolo, ma non è semplice e tanto meno oggi.
E allora – pensando alla situazione ostile incontrata a Cuba da Celina González negli anni’ 50, agli enormi sforzi e ‘sotterfugi’ fatti per dare dignità alla musica contadina – ogni appassionato e cultore di musica latina dovrebbe avere maggiore sensibilità verso questo mondo, cominciando con l’ascolto di musicisti e cantanti guajiros, perché abbiamo visto che esiste, a qualunque latitudine, una specie di rigetto culturale verso il mondo rurale. E un piccolo segnale può venire anche dalla lettura di questi modesti Appunti (distribuiti in più puntate) – e lo dico non per presunzione – che hanno lo scopo di invogliare a riflettere di più sul tema e a non declassare ulteriormente il modello culturale del contadino, del lavoratore della terra e tentare di affievolire i tanti pregiudizi esistenti verso il campagnolo, come persona rozza, ignorante e impacciata rispetto al colto cittadino. Non è giusto e non è corretto, perchè ogni tanto qualcuno sfata tutto ciò imponendosi al pubblico mondiale nonostante le origini rurali. E avete già capito, che sto pensando alla chimica che si è instaurata tra milioni di persone e il Guajiro natural, Polo Montañez, l’indimenticabile cantante-contadino che con una musica carica di sentimenti e di tradizioni campagnole, e solo in due anni di notorietà, è diventato l’artista più amato nel mondo latinoamericano fino al 2002, anno della prematura scomparsa. Se fosse ancora tra noi probabilmente avrebbe rafforzato il canto e il lavoro di Celina.
Ambiente campesino
Se non volete addentrarvi nei meandri di questo mondo campesino dove regna il punto cubano, andate direttamente alla breve discografia consigliata e ascoltatevi qualche brano di punto guajiro, tonada, guajira son. Lasciate libera la vostra mente di navigare tra coltivazioni tropicali di canna da zucchero, ananas e tabacco e come d’incanto si alzerà il sipario su una scena di vita campesina e in passerella sfileranno guateque, zapateo, rumbita campesina, punto fijo o libre, tres, chitarra, tiple, güiro, laud, claves e bongò, machete, sombrero de yarey, pañuelo, palmas e sinsonte. E, ovviamente, la décima con i testi recitati e cantati che dipingono amori, piante, fiori, uccelli, animali da cortile, tradizioni rurali, ma soprattutto in queste feste al centro c’è il concetto della competizione, della gara tra due persone o tra squadre. Quelli descritti sono i protagonisti principali del patrimonio culturale della civiltà contadina, di quel patrimonio rurale che in gran parte a Cuba è ancora vivo, abbastanza intatto e che la gente non perde occasione di rappresentarlo in modo facile e semplice. Tanto semplice che il cubano dice che solo con un tres e un machete si può improvvisare una parranda. Ovvero una festa campesina, che in altre zone del paese questo concetto era espresso con il termine son, ormai in disuso e sostituto oggi da guateque. E tutto questo, cari amici lettori, vi assicuro che tutto ciò confonde le idee anche all’etnomusicologo. Ma che sia parranda o guateque, il significato è di festa guajira per eccellenza, il luogo dove musica, poesia popolare, divertimento e tradizioni folkloriche si fondono. E qui il punto guajiro e la décima tengono banco. Ma è facile per poter ascoltare anche son montuno o altre versioni regionali del son rurale.
Nel centro di Cuba, tra le campagne di Ciego de Avila e dintorni
Qualche anno fa ho avuto la fortuna di fare esperienze sul campo e posso assicurarvi che questa terra è un vero giacimento parrandero. E questo mio modesto giudizio trova riscontro nelle pagine importanti scritte dalla musicologa Maria Teresa Linares, guru della cultura campesina.
In questa terra al centro dell’isola di Cuba è facile ascoltare la décima (non improvvisata) inseparabile compagna del vivere quotidiano del guajiro; poi il punto fijo suonato con il laud cubano. Ma questo è un fatto abbastanza insolito e fortunato, perché nelle zone del punto fijo il laud è poco utilizzato. Questo strumento ‘criollo’ viene impiegato in tutto il paese ed è traversale ai generi musicali. Il laúd cubano è il risultato di alcune metamorfosi. Il percorso di questo strumento cubano iniziò con gli arabi che lo introdussero in Spagna, dove subì una prima metamorfosi, e poi successivamente il liuto spagnolo attraversò l’Atlantico e in terra cubana è stato nuovamente rimodellato. Se vi sfuggono la forma e la sonorità dello strumento vi suggerisco di osservare il dvd Buena Vista Social Club, in particolare le scene 16-17-18 con il laudista Barbarito Torres, che presenta lo strumento e poi lo suona spettacolarmente ne El cuarto de Tula. Questo brano è un son, e lo dico per non confondere ulteriormente le idee sul mondo musicale campesino, una realtà di cui alcuni suoi componenti (punto, son compesino, ecc.) è bene ripeterlo, sconfinano spesso in altri stili. E già che siete sintonizzati su Buena Vista, ascoltatevi sempre sullo stesso video Ibrahim Ferrer in Guateque Campesino, che canta un affresco di festa contadina, di parranda, ma a ritmo di son. Ci fermiamo sulla porta della Parranda che visiteremo assieme prossimamente. E intanto, se ne avete la possibilità, buon ascolto a ritmo di musica campesina, lo que sea (qualunque essa sia) come direbbero i cubani, ma anche i cugini latinoamericani appassionati di queste musiche, che del resto sono espressioni artistiche presenti – con varianti locali rispetto alle forme di Cuba – anche in Messico, Venezuela, Isla Margarita, Panama, Colombia ecc.
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Discografia consigliata:
Guateque – Cd 0040 Egrem, 1993 (una raccolta della migliore musica campesina interpretata da Celina Gonzalez, Chanito Isidron, Martica Morejón, Coralia Fernandez ecc.)
Santa Barbara di Celina González – Egrem, 1993 (18 brani tra cui, Yo soy el punto cubano – Guateque Campesino – Guajiro Guarachero- Paisaje Naturales – Santa Barbara)
50 Años come una reina> di Celina González – Emi Odeon España, 2000 (nel 2001 ha ottenuto la nomination al Premio Grammy)
Desde La Habana te traigo di Celina González- Tumi Music, 1997
El Jilguero de Cienfuegos di Inocente Iznaga con el Conjunto Los Montunos – Virgin Records España, 1999 – 8485602 (tracce consigliate 2-7-8-9-11).
Riferimenti bibliografici per l’articolo:
edizione italiana: Del canto e il tempo di A. León, Massari editore, Bolsena (Vt), 1999
edizione spagnola: La musica entre Cuba y España – Ida di M.T. Linares, Fundación Autor, Madrid, 1998
Cuba Improvvisa di Della Valle – Mitrani, Edizioni Gorée, Siena
Una tonada para Celina di Esperanza Varela, Revista de Salsa Cubana, La Habana
Foto di G.F. Grilli
Gian Franco Grilli
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