VANESSA LACEDONIA: UNA VITA PER IL BALLO

È una delle ballerine più complete del panorama internazionale: bella, brava e solare (non necessariamente in quest’ordine!), raccoglie consensi unanimi in tutto il mondo. Richiestissima ovunque è una delle ballerine più amate del mondo caraibico e non solo. Vanessa Lacedonia ha risposto a qualche domanda che ci ha permesso di conoscerla un po’ meglio…

 

Salsa cubana, rumba, salsa in linea, Los Angeles style, New York style, reggeaton, dembow, hip hop… non si può dire che tu non sia una ballerina completa! Come hai iniziato?

Ho iniziato nel 2004 con la salsa cubana, con un maestro in Puglia che studiava con Alberto Valdes, e quindi ho iniziato così, seguendo, diciamo, le orme di Alberto. Ho continuato a studiare con lui, e poi nei Congressi, studiando con Maykel Fonts e tanti altri artisti. La mia preparazione è avvenuta principalmente studiando con diversi artisti e diversi stili nei Congressi.

Sei arrivata perfino a ballare con Eddie Torres, che è univesralmente considerato il numero uno dei ballerini di salsa…

Eddie Torres è stata la sorpresa della mia vita perché era l’ultimo da cui mi sarei aspettata che mi chiedesse di ballare con lui, non per altro, ma perché non era il mio stile: ho sempre ballato cubano, mentre Eddie è il più stimato rappresentante, il Maestro per eccellenza dell’On2. Però siccome io amo ballare – qualsiasi cosa! – quando sono andata a New York, volevo studiare con Eddie e lui mi ha chiesto se volevo ballare con lui. Ovviamente ho colto al volo questa opportunità: una cosa incredibile, un grande onore per me ballare col Maestro Eddie Torres.

Tra tutti gli stili, qual è quello che ti appassiona di più?

La salsa cubana, la rumba, il reggeaton, il dembow… mi piacciono in maniera particolare, li sento molto vicini a me, al mio stile.

Il momento più bello e quello meno bello della tua carriera di ballerina

Il momento più bello quando Maykel Fonts mi ha chiesto di ballare con lui. Anche Eddie, ovvio, ma ballare con Maykel era quello che avevo sempre sognato. Quello più brutto, quando mi sono fatta male e ho dovuto essere operata al ginocchio lo scorso anno. Quindi non ballare per diversi mesi, per me è stata la cosa più brutta della mia vita.

 

 

Esperienza I-Crew (programma televisivo in cui diverse ‘crew’, gruppi di ballerini di generi diversi si affrontavano a ritmo di musica, in cui Vanessa Lacedonia era uno dei giudici – ndr), cosa ti ha lasciato?

I-Crew è stata un’esperienza che mi ha dato molto dal punto di vista professionale. Era la prima volta che partecipavo ad un programma televisivo, in realtà senza ballare, perché dovevo solo giudicare e commentare. Per me è stato un po’ difficile perché arrivavo da un tour in Sud America e il mio italiano era veramente pessimo, perché avevo parlato troppo spagnolo e inglese. La nota forse un po’ negativa è che non mi è piaciuto molto come mi sono presentata, ma è anche vero che il programma ha tagliato molte cose. Lati positivi invece ce ne sono stati tanti: visibilità, mi ha dato l’opportunità di conoscere tantissimi Maestri, coreografi, produttori, c’e stata una bella chimica. Il programma in sè è molto bello perché offre l’opportunità di conoscere la danza a 360 gradi.

È stato difficile confrontarsi con altri giurati che venivano da esperienze completamente diverse e forse anche un pochino con “la puzza sotto al naso” per quanto riguarda il mondo del ballo caraibico?

Devo dire che i miei colleghi sono stati veramente carini, perché loro amano comunque tutti gli stili. Non sono mai stati ostili, anzi, vedevano il ballo caraibico come uno stile allegro, diverso da quello che era il loro mondo. Con loro mi sono trovata benissimo anche dal punto di vista artistico: quando una crew ballava bene, ci trovavamo tutti d’accordo, non ci sono stati contrasti.

Un sogno ancora da realizzare, se c’è e se ne vuoi parlare o preferisci tacere per scaramanzia…

Ce ne sarebbero, magari partecipare a un film. Adoro i videoclip fin da quando ero piccola, quindi magari ballare nel videoclip di un grande artista. Perciò la risposta è sì, ci sono alcuni sogni ancora da realizzare…

A cura di: Chiara Ruggiero

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