Recentemente ho lanciato un sondaggio su Facebook per sapere cosa pensasse la comunità salsera a proposito delle novità discografiche.
Il risultato finale ha sovvertito quello che generalmente avviene nelle serate di salsa dove le novità discografiche vengono di solito ignorate (al contrario di quello che succede nelle serate di timba)
l’88% ha votato a favore delle produzioni discografiche
il 12% ha votato contro
Nonostante la vittoria schiacciante dei favorevoli, quello che rimane difficile da capire è perché ci siano comunque persone convinte che passato e presente non possono convivere.
Non si tratta di escludere le produzioni del passato, né paragonare le produzioni attuali con i classici della Salsa. Si tratta semmai di proporre entrambi nella percentuale che ogni dee-jay riterrà più opportuna nella serata da lui gestita.
Non dobbiamo poi dimenticare che il neofita spesso e volentieri è più attratto dalle sonorità moderne che quelle più antiche quindi perché negargli questo piacere? Perché non spianargli la strada affinché con il tempo e l’affinarsi del gusto e della conoscenza possa poi anche appassionarsi al passato?
A questo proposito ho trovato molto illuminante le parole scritte dal cantante portoricano Alex de Castro (che mi onora della sua amicizia).
Per lungo tempo corista dell’orchestra di Gilberto Santa Rosa, Alex de Castro, conosciuto anche come “el tenor della salsa”, è stato protagonista di una fortunata carriera solistica.
Oggi è molto impegnato come produttore discografico. Ha curato, ad esempio, la produzione dei tributi che il figlio Carlos De Castro ha dedicato a tre grandi della Musica Latina: Tito Rodriguez, Tito Puente e Machito.
Leggete con attenzione quello che scrive e riflettete dove ci potrebbe portare questo ostracismo verso le nuove produzioni discografiche
“La salsa come genere ha avuto periodi di splendore, quando si facevano molte produzioni, c’erano case discografiche, si vendevano molti dischi, anche cantanti deboli vendevano, inoltre quelli che muovevano tutto il sistema ($$$) erano salseros, nelle feste nei quartieri o nei centri residenziali eravamo noi (los salseros) a suonare.
In estate si suonava almeno in circa 100 attività.
Siccome anche le radio organizzavano molte manifestazioni all’aperto suonavano i tuoi dischi tutto l’anno (mentre adesso se vai al loro concerto annuale può essere che ti trasmettono ma poi più nulla).
Quando il merengue ci attaccò ci costrinse ad alternarci con esso. Chissà se sia arrivato il tempo di alternarci con los reguetoneros.
Un’altra cosa che dobbiamo fare per appoggiare il genere è consumarlo, assistere ai concerti e comprare la musica.
I salseros di oggi sono coraggiosi, senza una casa discografica, senza produttori che gli danno il necessario rispetto, senza stazioni radiofoniche che li appoggiano, ipotecano le loro vite per realizzare le loro produzioni.
Nonostante tutte queste difficoltà vanno avanti.
Sono dei GIGANTI… (a quei vecchi che pensano di sapere tutto li invito a produrre qualcosa di nuovo in maniera indipendente e poi mi dicano come gli è andata).
I ragazzi di oggi non sono tanto ragazzi (la maggioranza di loro sfiorano i 30 anni) ma dove sono quelle migliaia di salseri che comprano dischi???
Appoggiateli in questi tempi di transizione….. Se oggi è uscito qualcosa di nuovo, cercatelo! Non vi limitate a dare like o a lasciare commenti… dimostrate che amate la Salsa. Dio vi benedirà!
PS … grazie ai DJ e alla radio che promuovono la musica di loro spontanea volontà”
A cura di: Enzo Conte
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