COME POSSIAMO TRASMETTERE L’AMORE PER LA MUSICA SALSA?

"Cosa fa preferire alla massa un genere musicale rispetto ad un altro?"
Personalmente credo che, al di là delle differenze generazionali, il gusto
delle persone sia determinato da quattro fattori:

1) La Musica che ascoltavano prima di avvicinarsi alla Salsa
2) La Musica che ascoltano nella loro scuola di appartenenza
3) La Musica che normalmente sentono nei locali che frequentano (o nei pochi
programmi radiofonici esistenti in Italia)
4) La Musica che hanno magari ascoltato nei loro viaggi ai paesi di origine.

E’ bene però sottolineare come il gusto del salsero medio si evolve in base
anche alla frequentazione di questo mondo. Ad esempio, essendo la salsa una
musica di non facile assimilazione, è logico che il principiante più adulto
venga, all’inizio del suo percorso, attratto di più dalla salsa romantica che è
una riuscita fusione tra ritmo e melodia.
Allo stesso modo i salseri più giovani (molti dei quali provenienti dal mondo
delle discoteche) saranno più attratti dalle sonorità digitali (e quindi brani
nuovi) piuttosto che da quelle analogiche (e quindi brani più datati). Ecco
dunque spiegata la loro predilezione per brani di salsa con delle basi
campionate, per i remix con l’utilizzo di effetti, sintetizzatori o batterie
elettroniche. Quella che in maniera un po’ spregevole alcuni definiscono
techno-salsa o "salsa untz untz".
E’ molto probabile però che con il passare del tempo il gusto, sia dei più
adulti che dei più giovani, si evolverà verso un tipo di salsa sicuramente più
complessa soprattutto dal punto di vista ritmico.

Le scuole di ballo sicuramente determinano molto il gusto musicale dei loro
allievi. La musica con cui ci si esercita a lezione è anche quella che si
vorrebbe poi ascoltare nei locali. E’ noto però che, paradossalmente, sono
proprio alcune scuole ad alimentare la confusione. Una confusione causata, alle
volte, proprio dall’ignoranza di alcuni "maestri improvvisati" che non sanno,
loro per primi, distinguere un genere musicale da un altro.
Ecco che allora dilagano convinzioni sbagliate, come quella che ci sia una
musica adatta per un particolare stile di ballo in antitesi con un altro,
ritrovandosi a dividere la salsa in base alla sua provenienza geografica,
dimenticando invece che nella stessa nazione possono convivere correnti
diversissime tra di loro.

Sono però convinto che se ci fosse una maggiore collaborazione tra deejays e
maestri sarebbe possibile "formare" di più il gusto delle nuove generazioni
salsere e di conseguenza migliorare la proposta musicale nelle nostre salsoteche.
Questa cosa però, purtroppo, avviene assai raramente perché i deejas non amano
molto le interferenze, mentre i maestri troppo spesso sono figli di un conflitto
di interessi che li porta a sponsorizzare solo quello quel particolare stile di
ballo che insegnano (bachata o kizomba compresi).

Lodevoli in questa ottica sono quelle conferenze sulla storia della salsa o quei
seminari di ritmica che alcuni di quei maestri più aperti stanno cominciando ad
organizzare in giro per l’Italia avvalendosi della collaborazione di alcuni
esperti del settore.
Sono però una goccia in mezzo al mare perché troppe volte si ha quasi la
sensazione che gli addetti ai lavori hanno la tendenza di tenere all’oscuro i
propri potenziali clienti per poter meglio manovrarli.

Eppure maestri e dee jay dovrebbero essere i più grandi divulgatori di questo
affascinante universo sonoro! Sono proprio loro quelli che dovrebbero prendere
le persone per mano ed accompagnarle, senza gelosie o tornaconti personali, alla
scoperta della sua immensa varietà ritmica e melodica.
Un maestro, ad esempio, durante le sue lezioni (senza essere pedante o prolisso)
dovrebbe parlare dei brani che utilizza. Raccontare magari degli aneddoti su
quella determinata salsa, spiegare chi la canta, in quale genere musicale si
inserisce.

Personalmente ho preso l’abitudine di pubblicare sulla mia pagina di Facebook le
scalette musicali che utilizzo nelle mie lezioni e vedo che questa mia
iniziativa è molto gradita dagli allievi, perché in questo modo possono imparare
ad amare e memorizzare titolo, cantante, genere e provenienza geografica di un
brano.
Un’altra iniziativa interessante che consiglio a tutti i maestri è quella di
preparare delle compilations musicali che diano la possibilità agli allievi di
allargare i propri orizzonti. Magari non si riuscirà a sensibilizzare chi è lì
solo per rimorchiare, ma sicuramente riusciremo almeno a stimolare la curiosità
delle persone più motivate…

Enzo Conte

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