Un vecchio programma TV del 1981 citava: "Te
la do io l’America"
Era un simpatico Beppe Grillo che ci faceva sorridere con parodie basate su
alcuni paradossi made in USA…
Noi ci siamo molto ispirati all’America, abbiamo guardato tante volte
oltre-oceano con la giusta ammirazione.
Guardavamo verso chi andava sulla luna, inventava il computer e la gomma
da masticare, il telefono cellulare ed il world wide web…
E poi.. la Musica! Hanno inventato generi musicali e regalato al mondo artisti
iconici che oggi sono la storia della musica e della recente cultura popolare.
L’America si è sempre nutrita di individualità arrivate in quella terra di
opportunità volontariamente o in cattività.
La realtà è che a prescindere dalle origini, quel luogo è riuscito a generare
nella sua popolazione un forte spirito di appartenenza e campanilismo.
Sia chiaro, anche loro hanno avuto politici dissennati e disonesti, ma questo
non ha intaccato l’attaccamento verso la loro bandiera.
La situazione non cambia se volgiamo il nostro sguardo verso le isole del
caribe, in molti casi povere, vessate e oppresse dalla politica, ma fiere e
coalizzate nello spirito di appartenenza.
Per noi lo cose sono un po’ diverse, abbiamo un territorio con paesaggi
incantevoli, una storia invidiabile, opere d’arte uniche al mondo. Non siamo
andati sulla luna ma abbiamo avuto scienziati visionari che hanno inventato cose
che ancora oggi sono basilari nell’esistenza umana, e poi… pittori, scultori,
musicisti, cantanti, cuochi, stilisti ecc ecc che il mondo ci invidia. Ma noi,
non riusciamo a trovare orgoglio o una sorta di campanilismo in tutto questo. La
domanda sorge spontanea.. perché??
A questo proposito facciamo ora una piccola introspezione con la nostra musica
preferita.
La musica latina si è generata nelle Antille ed ha avuto il suo consolidamento
nella Grande Mela, dove grazie ad un magico e globale melting pot è
riuscita nel recente passato a conquistare i gusti musicali di tutto il mondo.
In Italia grazie all’emigrazione di molti latinos (ora residenti nel
nostro territorio) abbiamo avuto la possibilità di generare una vera propria
connessione con questo genere musicale.
In Italia più che in altri luoghi i musicisti latini si sono uniti ai nostri
musicisti contribuendo alla creazione di un nuovo filone musicale che oggi
potremmo tranquillamente definire "Latin Europe".
Questo percorso di evoluzione artistica è iniziato più di dieci anni fa.
All’inizio era tutto molto approssimativo e a volte le buone produzioni si
andavano a mischiare con altre di dubbia qualità (realizzate più che altro da
DJ’s, che con specifici software realizzavano al computer le loro idee). I
nostri musicisti, produttori ed interpreti hanno in questi anni ricevuto
moltissime critiche soprattutto dall’esigente pubblico italiano. Con grandissima
umiltà hanno saputo ascoltare le critiche mettendosi in discussione in ogni
nuova produzione. La crescita del livello artistico produttivo italiano ha oggi
raggiunto livelli decisamente competitivi. Da tutto il mondo arrivano
riconoscimenti ed incoraggiamenti, i nostri artisti stanno riuscendo a proporre
del ottime novità discografiche nonostante questo periodo di crisi economica e
di idee che da qualche anno attanaglia il mondo della salsa.
Eppure il pubblico parlante dei social sembra essere un po’ distante da tutto
questo, se non per sparare sentenze negative, non sforzandosi minimamente a
tributare un riconoscimento verso chi si sta dando tanto da fare, per non
parlare poi dell’ostracismo a prescindere di alcuni DJ e insegnati che si
professano puristi dei vari generi e non considerano minimamente produzioni
latine "intracomunitarie".
Poi, capita di scoprire che i latini agiscono in modo diametralmente opposto,
sostenendo con forza i loro artisti, anche quelli che obbiettivamente hanno un
valore artistico fortemente discutibile.
E’ un quadro già visto e vissuto tantissime volte!
Anche in altri generi musicali ci siamo distinti per l’incapacità di sostenere
il made in italy spingendo alcuni geniali artisti a trasferirsi
all’estero per ottenere i giusti riconoscimenti..
Nonostante il tempo che trascorre non riusciamo a modificare questo nostro
atteggiamento.
Sottoponiamo alla vostra attenzione un caso che risale agli anni 70. Un un
"certo"
Giorgio Moroder, noto alla storia per aver creato la Disco Dance
elettronica che ha fatto ballare intere generazioni per più di 30 anni. Già!
Un italiano emigrato in Germania dove con la Casablanca Records ha prodotto e
scoperto artisti dal calibro di
Donna Summer e realizzato colonne sonore pazzesche, quali:
Falshdance,
Neverending Story,
Midnight
Express (1979 oscar come migliore colonna sonora),
Electric
Dreams,
Scarface,
American
Gigolò,
Top Gun.
Avremmo sostenuto questo gigante delle musica se il suo start up fosse avvenuto
in Italia?
Impareremo prima o poi a sostenere i nostri talenti prima che vengono consacrati
in altri luoghi del mondo?
Forse dovremmo guardare con più rispetto e stima chi cerca di operare restando a
rappresentare il nostro tricolore con passione e talento e sostenere i nostri
artisti ed il made in italy in generale (come fanno nel resto del mondo) perchè
tutto sommato, non siamo mica così male!
Francisco Rojos
Lascia un commento