Lo scorso venerdì 22 Novamebre si è tenuta al Mandalay Bay di las Vegas (che
ha fatto anche da location per il film Rocky Balboa del 2006) la
cerimonia di consegna dei Latin Grammy, uno dei premi più ambiti nel mondo della
musica latina da quattordici anni a questa parte. Diamo uno sguardo ai vincitori
nella categorie che noi seguiamo più da vicino.
Innanzitutto citiamo gli unici due artisti che hanno portato a casa due
statuette: nella categoria canone dell’anno e canzone tropical dell’anno il
premio è andato al colombiano Carlos Vives, sia in veste di compositore
che in quella di interprete di Volvì A Nacer. L’altro trionfatore
il grande Sergio George: a lui il riconoscimento come produttore
dell’anno e come realizzatore del miglior album salsa dell’anno con Salsa
Giants. Il suo zampino, inoltre, c’è anche nella miglior registrazione
dell’anno, ovvero Vivir Mi Vida di Marc Anthony, di cui
Sergio ha curato gli arrangiamenti.
Miglior album dell’anno è stato Vida di Draco Rosa, non ce
l’ha fatta Gianmarco, che era tra i candidati con Versiones,
mentre miglior album pop è stato La Musica No Se Toca di
Alejandro Sanz, che così va ad arricchire la sua collezione di "grammofonini".
Nella categoria miglior album contemporaneo la lotta era tra tre nostre
conoscenze: Leslie Grace, Toby Love e Juan Luis Guerra: il premio
è andato proprio a quest’ultimo per il suo live Asondeguerra Tour.
Chiudiamo col genere Urban, dove non sono mancate le soprese: miglior album a
Bruja, di Mala Rodriguez, che ha avuto la meglio sul favorito
Daddy Yankee e su altri mostri sacri del genere quali Wisin & Yandel
e Tito El Bambino. Anche la categoria miglior canzone urban ha visto
vincere un artista da noi ancora poco conosciuto: Illya Kuryaki Y Los
Valderramas, con Ula Ula.
Infine statuetta anche per Pitbull, in coppia con Papayo,
nella categoria miglior performance urban con Echa Pa’lla (Manos Pa’Rriba).
Mauro Gresolmi
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