Finalmente disponibile su tutte le piattaforme streaming la nuova puntata di Music Contamination dedicata al PHILLY SOUND “il Sound di Philadelphia”.
Negli anni in cui la Disco infiammava le piste di tutto il mondo, esisteva una città che più di tutte seppe unire eleganza orchestrale, groove raffinati e melodie indimenticabili: Philadelphia.
Un luogo dove la musica non era solo ritmo, ma una vera forma di architettura sonora.
In questa puntata vi portiamo nel cuore di uno dei capitoli più influenti della storia della black music: il Philly Sound, lo stile che ha definito un’epoca e dato forma alla disco come la conosciamo.
Partiamo da una provocazione: oggi la musica da club è minimalista, essenziale, fatta per funzionare in pista. Negli anni ’70, invece, un brano doveva vivere ovunque: nei club, nelle radio, in auto, nelle case.
Per farlo serviva un esercito creativo: autori, arrangiatori, musicisti, coristi, produttori. Ed è proprio a Philadelphia che questo esercito trovò la sua massima espressione.
Guidati dal genio visionario di Kenneth Gamble & Leon Huff, la Philadelphia International Records rivoluzionò il soul introducendo archi sontuosi, fiati brillanti, groove ricercati, melodie che entravano nel cuore e non ne uscivano più.
Da Harold Melvin & The Blue Notes ai The Stylistics, da Billy Paul alle Three Degrees, ogni brano portava la firma inconfondibile della sua “orchestra invisibile”: i musicisti dei Sigma Sound Studios, un collettivo che diventerà leggenda con il nome di MFSB.
E sarà proprio il loro capolavoro, TSOP – The Sound of Philadelphia, a fare la storia: primo posto in classifica, un milione di copie vendute e colonna sonora ufficiale di Soul Train. Un manifesto sonoro che ha definito l’intera epoca disco.
Ma il Philly Sound non rimane nella sua città: conquista New York, contagia Miami, plasma la Salsoul Orchestra e ispira artisti da Sister Sledge a Patti LaBelle, dai Jacksons fino alle colonne sonore di Rocky e Saturday Night Fever.
Una scia luminosa che arriva fino agli anni 2000, nei campionamenti, nei remix, nelle hit pop e R&B moderne.
Nella parte finale della puntata ripercorriamo anche il declino della Philadelphia International, la rinascita nostalgica degli anni 2000 e l’eredità immensa di Gamble & Huff: oltre 3000 canzoni, 170 dischi d’oro o di platino, premi e riconoscimenti internazionali.
Una storia di musica, identità e resistenza, che continua ancora oggi tra scuole, attività sociali e una città che non ha mai smesso di vibrare al ritmo di archi e groove.
Il Philly Sound non è solo un genere.
È un modo di pensare la musica.
È una vibrazione che ha messo radici negli anni ’70… e continua ancora a influenzare la cultura pop contemporanea.
Premi play: il viaggio più elegante della Disco è appena cominciato.
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Buon ascolto e mi raccomando, fateci sapere se vi è piaciuto e cosa ne pensate nei commenti qui sotto.
A cura di: Francisco Rojos


























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