ANNI 80: I BIG DI AUSTRIA, FRANCIA, SPAGNA, BELGIO, OLANDA E SCANDINAVIA – PARTE I

Salsa.it - Music Contamination: Prima parte: Austria, Francia e Spagna

Music Contamination - EURO- DANCE i Big di Francia, Spagna e Austria
Music Contamination - EURO- DANCE i Big di Francia, Spagna e Austria

Gli anni 80 hanno visto il proliferare di tantissimi artisti, gruppi, generi musicali in ogni parte del mondo, lasciando un indelebile segno nell’universo della musica leggera, ballabile e non. Riascoltando i successi di quell’epoca alcuni oggi ci appaiono inevitabilmente datati, altri, invece, non hanno perso un briciolo della loro freschezza ed originalità. Molti djs e producers di oggi campionano le note delle canzoni di quel periodo e le fondono con i ritmi dance di oggi, garantendosi immediati riscontri sia da parte del pubblico giovane, che il più delle volte è totalmente ignaro della versione originale, sia dei nostalgici che possono testimoniare alle nuove generazioni di aver vissuto in prima persona quell’esplosione di creatività, fantasia stravaganza che era tipica di quella decade.

Abbiamo già accennato che in Europa le due nazioni che più si sono distinte in questo campo sono state l’Inghilterra, vera e propria culla di tutte le nuove tendenze musicali di quegli anni, e l’Italia, che mise il suo marchio di fabbrica, per poi esportarlo, ad un nuovo modo di fare musica da discoteca. A loro dedicheremo le prossime puntate di questa rubrica. Sarebbe riduttivo e falso, però, affermare che solo gli artisti e le canzoni di questi due paesi dettassero legge in tutta Europa: anche il resto del vecchio continente ha contribuito alla causa, regalandoci hit indimenticabili e cantanti e gruppi ancora oggi rimasti nella nostra memoria. Quelli della Germania li abbiamo recentemente conosciuti, ora proseguiamo il nostro tour e vediamo quali sono stati gli altri big del nostro continente.

Music Contamination - Falco
Music Contamination – Falco

DALL’AUSTRIA AL MONDO INTERO: FALCO E GLI OPUS – Abbiamo iniziato il nostro tour europeo dalla Germania, proseguiamolo con l’altro paese di lingua tedesca, l’Austria. La nostra storia però la facciamo partire dall’arena di Verona, durante la serata finale del Festivalbar del 1982: il patron Vittorio Salvetti annuncia quello che in Italia è stato  il disco-rivelazione dell’estate che sta per concludersi, presentando sul palco il suo autore ed interprete, un giovane austriaco di nome Falco. Quasi nessuno sa chi sia e dagli spalti arrivano tiepidi applausi di circostanza: come parte però l’intro di Der Kommissar è l’apoteosi, tutti i presenti urlano e ballano sulle note di quello che è stato uno dei più grandi successi degli ultimi mesi, e finalmente riescono a dare un volto al suo creatore.

Negli anni precedenti Johann (Hans) Hölzel si era formato musicalmente tra Vienna e Berlino, abbracciando vari generi, dal punk-rock alla Neue Deutsche Welle. Proprio quando si trova a Berlino sceglie il suo nome d’arte, in omaggio ad un campione di salto con gli sci della Germania Est che si chiama Falko Weißpflog, a lui basta sostituire la k con la c per renderlo più internazionale. Dal 1980 sottoscrive il suo primo contratto da solista con una casa discografica, per la quale si impegna ad incidere tre LP. Der Kommissar è il suo primo successo, vende sette milioni di copie e raggiunge la prima posizione in classifica in molti paesi, tra cui il Canada. Negli States è la prima canzone interamente cantata in tedesco ad entrare nella Billboard, anche se in posizioni di rincalzo: particolare lo stile musicale della canzone, a metà tra la disco, il rap e la new wave, un vero e proprio marchio di fabbrica di Falco. Sfruttando questo improvviso successo, pubblica due album a breve distanza uno dall’altro: vanno molto bene in Austria e Germania, specie il primo, ma negli altri paesi non ottengono il successo sperato. Falco, così, per il suo terzo lavoro decide di affidarsi ai produttori olandesi Bolland & Bolland (di cui parleremo più avanti); grazie a questa mossa e ad un album, Falco 3, di ottima qualità, il musicista viennese nel 1985 torna ai vertici delle classifiche mondiali. Il singolo trainante è Rock Me Amadeus, scritta per rendere omaggio al Mozart del pluripremiato film di Milos Forman Amadeus (vedi scheda nella rubrica films): a tutt’oggi la canzone detiene il record per essere la prima e l’unica canzone in tedesco ad aver raggiunto la prima posizione nella Billboard americana. Il secondo singolo è un altro brano molto ballabile dal titolo Vienna Calling, il terzo è una ballad il cui video suscita tantissime polemiche, subendo boicottaggi e censure: la canzone, dal titolo Jeanny , racconta la storia di una ragazza vittima di uno stalker, e nel video Falco stesso ricopre il ruolo del molestatore; le strofe, più cha cantate, sembrano narrate in tedesco, mentre il ritornello è in inglese. Tanto il testo quanto il videoclip, però, lasciano spazio a più di un’interpretazione, ma i media optano per quella che alla fine lo stalker uccide la sua vittima, quindi non la ritengono adatta ad un pubblico giovane. Questo porterà Falco a comporre un ‘altra canzone, Coming Home e a girare un altro video per sviare questi sospetti.

All’apice della sua carriera Falco produce altri due album, che però non funzionano, aprendo un periodo di crisi creativa dalla quale si risolleverà nel 1992. Nel 1996 va a vivere nella Repubblica Dominicana, dove morirà nel 1998 a nemmeno 41 anni di età in seguito ad un incidente stradale. Il suo feretro viene trasportato in Austria per il funerale da un aereo della Lauda Air, che in suo onore verrà poi ribattezzato Falco (l’artista era molto amico del grande pilota di Formula 1 Niki Llauda). Al suo funerale a Vienna saranno presenti diecimila persone, con i motociclisti protagonisti del video di Rock Me Amadeus che porteranno la sua bara. Una curiosità: la sua tomba è nei pressi di quella di Ludwig Van Beethoven nel cimitero centrale di Vienna.

Music Contamination - Falco
Music Contamination – Falco

Sempre dall’Austria nel 1985 irrompono sulle scene mondiali gli Opus. Sino a quel momento la band era molto popolare in patria, in Germania e in Svizzera, ed era attiva dal 1973, anno della sua fondazione. Il loro background è quello del rock duro, ma con l’arrivo della discomusic e delle nuove tendenze musicali, nel corso degli anni si adattano ai nuovi gusti e danno una svolta più pop, pur mantenendo le proprie radici.

Music Contamination - Opus
Music Contamination – Opus

La loro Live Is Life ha la forza di un inno e diventa un vero e proprio tormentone, con un ‘intro potente dettata dai colpi della grancassa. E’ questo il loro più grande successo internazionale, che si sente ancora oggi e che tutti riconoscono. A rendere immortale Live is Life ci pensò poi Diego Armando Maradona, in occasione della semifinale di coppa Uefa del 1989 tra Bayern Monaco e Napoli: il Napoli è in campo per il riscaldamento pre-partita e dagli altoparlanti dell’Olympiastadion parte il già celebre brano degli Opus. A questo punto Maradona inizia a riscaldarsi e a palleggiare a tempo di musica e ancora oggi questo filmato è tra i più visti tra tutte le imprese calcistiche del compianto fuoriclasse argentino.

IL VARIEGATO PANORAMA FRANCESE – Negli anni 70 la Francia è stato, assieme alla Germania, il paese che più ha contribuito alla diffusione della discomusic in Europa. Molti dei suoi artisti avevano abbracciato questo genere, cavalcando la moda del momento e avevano sfornato grandissimi successi. Chi invece aveva adottato sin da subito il genere, seguendone tutte le sue evoluzioni, era stato Jean Marc Cerrone. Nella decade successiva Cerrone dedica il suo talento a sperimentare nuove sonorità: se già agli inizi della sua carriera era più interessato a promuovere l’intero album piuttosto che una serie di singoli, negli anni 80 esaspera ancor più questa sua linea di condotta: a fronte di sette album pubblicati in studio più due live pubblicati tra il 1980 ed il 1989, l’artista di origine italiane negli anni 80 esce solamente con un paio di singoli, tutti tratti dall’album Cerrone VIIYou Are The One del 1981, il più famoso dei quali è Hooked On You, cantato da Jocelyn Brown. In questo periodo più che dal successo commerciale, Cerrone è attratto da nuovi stimoli, quali produrre nuovi artisti, la ricerca di nuovi orizzonti musicali e la messa in scena dei suoi spettacoli live, pochi, ma memorabili.

Music Contamination - Cerrone
Music Contamination – Cerrone

Chiuso il discorso Cerrone, che ha sempre fatto storia a sé, vediamo che in Francia continua la tradizione di artisti locali che fanno brevi excursus nella musica dance per poi tornare al pop o ai loro generi di appartenenza, alternati da altri che invece incentrano la loro carriera musicale proprio sulla musica da ballo. Tra questi ci sono i Bandolero, una band formata dai fratelli José e Carlos Perez e da Djll: il loro brano più conosciuto è Paris Latino, molto popolare anche qui da noi in Italia: la canzone fonde abilmente la disco tradizionale, con ottimi giri di basso ed una chitarra funky, con quella elettronica, in cui spicca la tastiera synth nell’introduzione, ed ha la particolarità di essere cantato interamente in francese, se si eccettua il breve ritornello in spagnolo. Ecco, la grande novità è che quasi tutti i successi francesi degli anni 80 sono cantati in lingua madre, rispetto a quelli della decade precedente, che erano tutti in inglese.

Dominique Regiacorte e Jean-Luc Drion formano il gruppo Magazine 60, dandogli subito un’impronta elettronica e dance: la loro hit che esce dai confini francesi è Don Quichotte, il cui riff di sintetizzatore verrà ripreso dal rapper Will.I.Am (fondatore dei Black Eyed Peas) in I Got It From My Mama più di venticinque anni dopo, a dimostrazione di quello che avevamo detto poco sopra.

Music Contamination - Francia
Music Contamination – Guesh Patti, Desireless e Caroline Loeb

Com’era avvenuto negli anni precedenti, anche negli 80 le cantanti pop francesi si danno alla dance in sporadiche occasioni, ma è proprio grazie a queste loro incursioni che acquisiscono notorietà internazionale: è il caso di Desireless (vero nome Claudie Fritsch-Mentrop) con Voyage Voyage: questo suo brano ha raggiunto tra il 1986 e il 1988 la prima posizione in 12 paesi. Quasi identica sorte per Caroline Loeb, artista poliedrica che ha iniziato come cantante, per poi proseguire la sua carriera nel mondo della tv e del cinema: nel 1986 incide C’est L’Ouatte, scritta da lei stessa, con una strumentazione dance molto minimal, ma di sicura presa: il testo parla di una ragazza che marina la scuola: letteralmente C’est l’ouatte vuol dire “è l’ovatta”, in gergo francese assume proprio il nostro significato di “bigiare”.

Un discorso a parte merita Guesch Patti (nome d’arte di Patricia Porasse) con la sua Etienne, che rappresenta forse il successo più originale e trasgressivo della sua generazione: è il suo terzo lavoro, già in precedenza si era distinta per la sua musica che contaminava il pop con il rock e per i suoi testi, che affrontavano temi sociali quali droga, emarginazione e prostituzione.

Music Contamination - Francia
Music Contamination – Francia e Spagna

Etienne diventa disco d’oro in Francia, dove vende un milione mezzo di copie, e nel giro di un anno scala le classifiche di tutt’ Europa, arrivando alla prima posizione in nove paesi. Il testo parla delle avventure di una prostituta d’alto bordo, usando un linguaggio piuttosto esplicito e ricco di doppi sensi, il più evidente dei quali sta proprio nel titolo: Etienne, che in italiano corrisponde al nome Stefano, in Francia è anche il nomignolo dato all’organo maschile, ed il titolo della canzone è allusivo come lo era stato anni prima in Italia quello del Kobra della Rettore. Oltre al testo, molte polemiche suscita il video, girato in bianco e nero, nel quale Guesch Patti si esibisce in un provocante strip-tease, rivelando anche doti di brava ballerina; la tv francese lo censura ed i canali tematici lo mandano in onda solo di notte, alimentandone così il successo.

DALLA SPAGNA ECCO IVAN – In Spagna nessun artista riesce a raccogliere l’eredità del duo Baccara, autentiche regine della disco made in Europe dei primi anni. Detto che  a cavalo tra i Settanta e gli Ottanta l’artista iberico più popolare nel mondo è stato Julio Iglesias, paladino del pop melodico e romantico, dal punto di vista della dance l’esponente che è riuscito a varcare i propri confini è stato Ivan: Juan Carlos Ramon Vaquero  fa le sue prime esperienze nel mondo della musica in alcuni gruppi tecno-pop spagnoli, poi , grazie al produttore Pedro Vidal, si dà alla carriera solista. Proprio il suo produttore gli sceglie il nome d’arte, dal momento che il suo vero nome è lo stesso del re spagnolo. Nel 1984 incide il singolo Fotonovela. La canzone in Spagna ottiene un discreto successo, ma non va al di là della quattordicesima posizione in classifica; è all’estero che il pezzo, che ha forti influenze di italo-disco e synth pop, funziona molto, tanto da fargli vendere  complessivamente sei milioni di copie. Un forte impulso alla popolarità del brano l’ha dato la telenovela peruviana Carmìn, di cui Fotonovela è stata la sigla; grazie a questa produzione televisiva il brano è diventato conosciutissimo in tutta l’America latina. Nel 2011 Croma Latina ne ha fatto una versione bachata molto apprezzata sulle nostre piste da ballo.

Nella prossima puntata ci trasferiremo in Belgio, Olanda e  Scandinavia e pubblicheremo la playlist completa di Spotify! Stay Tuned!

A cura di: Mauro Gresolmi

Images & Graphic work by: Francisco Rojos

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