Se n’è andata in punta di piedi, dopo una lunga malattia all’età di 83 anni, una delle figure più iconiche della musica leggera mondiale: con quasi 200 milioni di dischi venduti, 12 Grammies, l’entrata nel 1991 nella Rock’n’Roll Hall of fame, Tina Turner è stata una delle più grandi artiste che abbiamo avuto, ed una delle migliori live performers di sempre.
Limitarsi però al solo aspetto artistico non rende l’idea dell’impatto che Anna Mae Bullock (questo il suo vero nome) ha avuto nella cultura femminile dell’ultimo mezzo secolo: a causa delle sue vicissitudini private Tina è diventata un esempio di resilienza, coraggio, determinazione per tantissime donne che come lei hanno subito violenze domestiche e sono rimaste intrappolate in rapporti tossici dai quali c’è voluta una gran forza d’animo per uscirne.
Negli Anni 60 e 70 ha raggiunto un grande successo in coppia con il marito Ike, ma proprio questa sua relazione l’ha portata alla rovina, psicologica e finanziaria. Nonostante questo ha trovato la forza di rialzarsi e di rilanciare la sua carriera a 40 anni, un età che per molte dive della musica e del cinema può segnare l’inizio del declino, grazie anche all’incontro con Roger Davies (quest’ultimo era anche il manager di Olivia Newton-John, n.d.r.), che la riportò prepotentemente in auge nel 1984 con l’album Private Dancer.
Indimenticabili le sue esibizioni live, l’ultima delle quali alla fine della tourneé del 2009, le sue collaborazioni e la sua voce graffiante e potente.
La sua vita è diventata un libro, un film, un musical e un documentario.
Era molto legata anche all’Italia: nel 1979, appena dopo aver trovato una via d’uscita alle sue travagliate vicissitudini, Pippo Baudo la scitturò come vedette internazionale dello show del Sabato sera Luna Park. Nel 1993 ha duettato con Eros Ramazzotti in Cose della vita.
Ora potrà cantare con le altre regine che ha raggiunto, Aretha, Whitney e Donna, mentre a noi ha lasciato indimenticabili canzoni quali What’s Love Got To Do With It, Private Dancer, River Deep Mountain High, Proud Mary, Goldeneye, We Don’t Need Another Hero e quella con cui la salutiamo.
Tina, Simlpy The Best!
A cura di: Mauro Gresolmi
Graphic work Francisco ROjos
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