Seconda parte della puntata speciale di Music Contamination, dedicata ai tre artisti americani che più hanno segnato gli Anni 80. Dopo aver ripercorso la carriera del re del pop, ovvero, Michael Jackson, è giunto il momento di occuparci della regina, Madonna. Ricordiamo che il periodo che prendiamo in esame è esclusivamente la decade degli Eighties e che seguiremo poi la carriera dei nostri protagonisti anche nelle puntate successive di questa rubrica. E ora, largo alla regina….
LA FORZA DELLA DETERMINAZIONE – Mentre Michael Jackson seguitava a mietere successi, nel 1980 la sua coetanea Madonna Louise Veronica Ciccone, meglio conosciuta come Madonna (non c’è niente di provocatorio nella scelta del nome, è semplicemente il suo primo nome, preso da quello della madre, Madonna Louise Fortin) è appena rientrata da Parigi, dov’era stata chiamata per fare da corista a Patrick Hernandez e dove alcuni produttori locali volevano fare di lei un’artista di musica dance. Non soddisfatta di queste proposte, torna a New York, città in cui era giunta tre anni prima all’età di diciannove anni con soli 35 dollari in tasca, ma con la ferma intenzione di sfondare nel mondo dello show business. Questa sua forza le deriva dalla perdita della madre quand’era ancora bambina: il vederla impotente e rassegnata di fronte ad un male incurabile le ha dato una tempra interiore incredibile, unita alla sua enorme ambizione di diventare, come ammetterà in una sua prima intervista, una delle star più grandi del secolo.
E’ una discreta cantante (con una voce ideale per affrontare generi leggeri e molto adatta per cantare in studio più che dal vivo, per sua stessa ammissione e per giudizio anche di molti critici), ed una brava ballerina: proprio per la danza ha ricevuto una borsa di studio per l’università del Michigan, che abbandona per cercare successo. A New York frequenta i corsi del coreografo Alvin Ailey e forma qualche band con il suo fidanzato Stephen Bray. Insieme registrano il demo di una canzone intitolata Everybody e la propongono al dj e produttore Mark Kamins; questi li fa mettere sotto contratto dalla Sire Records. A fine ’82 Everybody esce come singolo e ottiene un discreto successo, bissato qualche mese dopo, nel 1983 da Burning Up, canzone che ha tutte le caratteristiche del dance-rock. Questi due singoli precedono la pubblicazione del primo album, Madonna, promozionato sia da djs dei vari locali, che dalle tv che ne trasmettono i video; un altro canale che ha veicolato parecchio il disco è stato quello delle palestre in cui si insegnava aerobica (era la moda del momento): i brani della tracklist si prestavano molto a questo tipo di esercizi, prova ne è che nelle coreografie dei loro video si può notare Madonna compiere dei passi presi direttamente da quel nuovo modo di intendere la ginnastica. Per il terzo singolo la cantante si avvale del produttore Jelly Bean Benitez, che remixerà poi anche gli altri brani dell’album: Holiday ha riscontri migliori dei primi due e sarà anche la prima canzone di Madonna ad entrare nelle posizioni più alte delle classifiche europee (qui il singolo uscirà più tardi, rispetto gli altri). Dall’album vengono estratti all’inizio dell’anno successivo anche Borderline e Lucky Star: quest’ultima sarà il primo dei sedici singoli consecutivi di Madonna ad entrare nella Top Five di Billboard. L’album vince cinque dischi di platino e consacra Madonna tra le più grandi promesse della musica Made in Usa.
ESPLODE IL FENOMENO MADONNA – Il secondo album fa di Madonna una star di livello internazionale. Per realizzarlo decide, rispetto al primo, di compiere un salto di qualità e si affida alle sapienti mani dei componenti degli Chic, sia per la produzione che per il suono: Nile Rodgers, Bernard Edwards e il batterista Tony Thompson infatti daranno un apporto fondamentale al successo del disco. Il singolo trainante è quello che dà anche il titolo all’album, Like A Virgin, un brano ballabilissimo, caratterizzato dal riff di chitarra di Rodgers e dalla potente ritmica della batteria di Thompson. Il video è quello che segna la prima immagine iconica di Madonna, che passa disinvoltamente da un look punk tutto suo all’abito da sposa, sullo sfondo di Venezia. Grazie a questo video, e alla riedizione dei precedenti, le ragazze di tutto il mondo conoscono ed imitano il suo aspetto: orecchini a croce, un’infinità di catenine e braccialetti, abiti scuri e leggins sotto la gonna (non li ha inventati lei, ma praticamente li ha resi celebri nel mondo, così come i fuseaux!). Like A Virgin è uno dei singoli più venduti in assoluto negli Usa, e raggiunge il vertice di molte altre classifiche nel mondo tra il 1984 e il 1985.
Anche il secondo singolo fa centro: si tratta di Material Girl, composto da Peter Brown; nel video Madonna si confronta con il mito di Marylin, una delle sue fonti d’ispirazione, e ciò si rivela un’idea vincente. Canzone e video hanno un tale impatto mediatico sull’immaginario collettivo che da quel momento “Material Girl” diventa un soprannome con cui identificare all’istante a nuova stella del firmamento musicale. Dall’album vengono estratti altri singoli, Angel, Dress You Up e Over and Over. Quando viene ristampato gli aggiungono un’altra canzone di grande successo, Into The Groove, un brano dance che fa parte della colonna sonora del film Cercasi Susan Disperatamente, che vede Madonna alla sua prima prova di attrice, tra l’altro ben accolta dalla critica. L’album raggiungerà le 21 milioni di copie vendute e viene candidato al Grammy (che quell’anno andrà a Cyndi Lauper). Sempre nel 1985 Madonna allestisce la sua prima tournee, il Virgin Tour, che tocca con grande successo di pubblico le principali città americane e canadesi. Non prende parte al progetto USA for Africa nel marzo di quell’anno, ma è tra i protagonisti del Live Aid a Luglio, quando fa ballare il pubblico del JFK Stadium di Philadelphia sulle note di Holiday ed Into The Groove.
LA CARRIERA CINEMATOGRAFICA – A differenza di Michael Jackson, Madonna concentra molto i suoi sforzi artistici anche nel mondo del cinema, con risultati contrastanti: vedremo che nel corso degli anni alternerà prove d’attrice molto convincenti, ad altre in tono decisamente minore, al botteghino sono pochi i suoi film che fanno grandi incassi (con lei come protagonista ci sarà soltanto Evita), parecchi saranno dei veri e propri flop. Una cosa però li accomuna: l’enorme successo decretato alle canzoni da lei cantate nelle colonne sonore, quelle sempre e comunque una garanzia, anche quando i film non funzionano. La sua prima esperienza cinematografica risale a 1980: prende parte con una piccola parte al thriller erotico L’Oggetto Del Desiderio (A Certain Sacrifice), più per incassare qualche soldo (ottiene solo 100 dollari di compenso) che per convinzione artistica: il film passa quasi inosservato, ma viene poi ridistribuito quando lei diventa famosa, nonostante i suoi tentativi di impedirne la pubblicazione nelle sale. Il suo primo piccolo ruolo da lei veramente voluto lo ottiene in un teen-movie con venature horror dal titolo Crazy For You, di cui canta anche l’omonima canzone della soundtrack. Il suo esordio vero e proprio con un ruolo importante è nel già accennato Cercasi Susan Disperatamente, in cui recita al fianco di Rosanna Arquette: raccoglie molti consensi, sia di pubblico che di critica, e piazzando in cima alla classifiche il brano che ha preparato per l’occasione, Into The Groove.
Cercando di sfruttare questa buona partenza, nel 1986 gira altre due pellicole, Shangai Surprise, con il neomarito Sean Penn (conosciuto mentre girava il video di Material Girl), e Who’s That Girl?; entrambi i film hanno esiti disastrosi e in questa occasione la critica la stronca senza pietà, ma i quattro singoli cantati per Who’s That Girl? volano in cima alle classifiche, tanto da farle dare al suo primo tour mondiale proprio il titolo di questo film.
L’EPOPEA DI TRUE BLUE – Nel 1986 esce il suo terzo album, che si rivelerà uno dei suoi maggiori successi di vendita in assoluto: True Blue. E’ un disco musicalmente più maturo, accanto ai brani dance compaiono canzoni pop con influenze latine e spagnoleggianti. Diventa più maturo e sofisticato anche il suo look: basta pizzi merletti, bracciali e crocifissi, i capelli sono corti e biondo platino e milioni di ragazzine in America e nel resto del mondo si adeguano. Il primo singolo che traina questo album è Papa Don’t Preach, scritta da lei stessa con Brian Elliot: la canzone parla di una ragazza rimasta incinta, che decide di voler tenere il bambino, confidandosi con il padre; sarà la prima a scatenare delle polemiche, che giungono dalle associazioni abortiste, che vedevano nel testo un’esaltazione della gravidanza in età adolescenziale. D’altro canto si levarono in suo favore le difese delle varie associazioni cattoliche (che in seguito si ritroverà contro per altre canzoni o video!). Famosissimo e pluripremiato è il video di Papa Don’t Preach, che racconta proprio questa storia, con l’attore italoamericano Danny Ajello (noto caratterista di gangster movies, lo ricordiamo in C’era Una Volta In America) nel ruolo del padre. E’ proprio in questo videoclip che appare la t-shirt, ormai entrata nella leggenda, con la scritta Italians do it better (gli itailani lo fanno meglio).
Il bridge della canzone è il primo dei suoi che presenta sonorità spagnoleggianti. A questa canzone seguiranno atri quattro singoli, la ballad Live To Tell, il brano dance-pop Open Your Heart, la title-track True Blue e La Isla Bonita: quest’ultimo, scritto da Patrick Leonard, ottiene un grande successo, sia di vendite che di diffusione (è uno dei più suonati dalle radio) ed è il capostipite del genere latin pop, che negli anni a venire lancerà artisti del calibro di Ricky Martin, Enrique Iglesias, Jennifer Lopez e Shakira.
Ad oggi quello de La Isla Bonita è il videoclip di Madonna degli Anni 80 ad avere più visualizzazioni sul suo canale YouTube.
Inizialmente faceva parte delle candidate per essere inserita nel disco anche Each Time You Break My Heart, scritta da Madonna stessa. Scartata a favore di altri brani, Madonna la dona al cantante-modello inglese Nick Kamen (da noi salito alla ribalta per un famoso spot pubblicitario), producendolo e lanciandone la carriera.
True Blue detiene anche il record di essere il primo album di un’artista femminile ad entrare in classifica direttamente in prima posizione.
Il 1987 la vede impegnata nel suo primo tour mondiale, il Who’s That Girl Tour, con le sue prime due memorabili date italiane a Torino e Firenze (vedere apposita scheda).
LA PRIMA RACCOLTA, LIKE A PRAYER E IL VIDEO DELLO SCANDALO – Mentre è in giro per il mondo con la sua tournee esce anche la prima raccolta di successi: si tratta di You Can Dance, un disco che presenta sette dei suoi brani più famosi remixati appositamente per le piste da ballo, alcuni dei quali anche in doppia versione.
Il quarto album inedito di Madonna esce nel 1989, e anche lui debutta al top della classifica senza nemmeno fare una settimana di anticamera. Si intitola Like A Prayer e prosegue quel discorso di maturità musicale iniziato col precedente: in questo lavoro il pop dell’artista si contamina in alcuni casi col rock, in atri col gospel, in altri ancora con l’R’n’B. L’album contiene successi quali Cherish, Express Yourself (Lady Gaga verrà accusata di copiarne la melodia per la sua Born This Way), Love Song, in cui duetta con Prince. Ma il singolo di maggior successo è sicuramente quello che dà il titolo all’album, un brano che fonde la dance con il gospel e che con le sue quattro milioni di copie è il suo 45 giri più venduto negli anni 80, il secondo in assoluto dietro ad Hang Up, che uscirà nel 2005.
A spingere le vendite di Like A Prayer ha dato un’enorme mano anche il video, rivoluzionario per il periodo e portatore di feroci critiche da parte del Vaticano e di parecchie associazioni cattoliche. Riassunta in poche parole, la storia raccontata nel video è quella di una ragazza che è testimone di uno stupro e di un’ingiusta incriminazione e che dopo aver compiuto un viaggio mistico in una chiesa, trova la forza di scagionare il ragazzo erroneamente accusato, denunciando i veri colpevoli. Fin qui niente di strano, ma sono le immagini che usa per questa narrazione a non essere per nulla digerite dal mondo cattolico: innanzitutto entra in chiesa in sottoveste, poi anima la statua di un santo, dal quale si fa baciare sulla guancia; non bastasse questo, si fa venire pure le stimmate alle mani (questo il maggior sacrilegio a detta dei rappresentanti del Vaticano), infine balla davanti a tre croci infiammate. Questo insieme di cose le causano non pochi guai: è il primo dei suoi videoclip ad essere censurato, il Vaticano le “impedisce” di venire in Italia a promozionare l’album e la Pepsi le annulla un contratto milionario, ritirando la sponsorizzazione del suo nuovo tour. A quest’ultimo affronto si vendica mostrando un gigantesco poster della rivale Coca Cola nel video di Oh Father.
Un sondaggio di MTV Italia del 2006 eleggerà il video di Like A Prayer come il più rivoluzionario della storia della musica, mentre un altro sondaggio di MTV lo metterà al secondo posto come video che ha rivoluzionato il mondo, dietro soltanto a Thriller.
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A cura di: Mauro Gresolmi
Graphic work by: Francisco Rojos
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