ESTATE. MUSICA CARAIBICA E SMARTPHONE: UN CONNUBIO COMPLICATO.

Estate, Musica Caraibica e Smatphone (Rubriche by QueRicoSonido)
Estate, Musica Caraibica e Smatphone (Rubriche by QueRicoSonido)

Siamo in periodo di vacanze estive e lo smartphone è il primo oggetto immancabile che ci fa compagnia, simbioticamente, nelle nostre piacevoli giornate di relax e divertimento. Eppure musica caraibica e piccoli diffusori digitali non vanno proprio tanto d’accordo quando l’ascoltatore non appartiene alla familia latina... La musica di massa negli ultimi decenni ha guadagnato una diffusione planetaria capillare grazie all’utilizzo dei cellulari. Ovunque esista uno smartphone con un collegamento alla rete, esiste la possibilità di ascolto di playlist musicali infinite… Il miracolo tecnologico di accedere istantaneamente ai repertori desiderati, può diventare, tuttavia, una pessima abitudine che rischia di mortificare alcuni generi musicali se l’interfaccia di diffusione del suono resta limitata ad un buchetto sul fianco di una piccola scatolina…

Proprio il genere latin, con la sua complessa poliritmicità (individuabile nel son, mambo, salsa, merengue, bachata, ecc) rischia di essere la principale “vittima” dell’ascolto di massa, se svilito dai piccoli altoparlantini degli smartphone. Ascoltare musica latinoamericana con insistenza, si sa, non è per tutti: bisogna essere abituati, predisposti o quantomeno appassionati anche perché si tratta di un fenomeno artistico destinato prevalentemente alla esperienza del ballo.

Il mio orecchio, abituato, percepisce immediatamente il filtro che quasi tutti i telefonini hitech, in viva voce, implementano sulle frequenze sonore, tagliando, ad esempio, la gamma dei bassi. Capita sovente di provare un senso di angoscia e sconforto nel domandarsi: «Cielo! dove è finito il basso ?!?» (strumento che amo alla follia). Senza basso il ritmo perde tutto il colore…
In sostanza la questione resta la seguente: ascoltare musica caraibica dagli smartphone la banalizza e la rende meno appetibile?

Per rispondere a questa domanda, vi racconto una sorta di esperimento che più volte ho realizzato. Mi è capitato spesso di proporre una salsa, una timba o una bachata a miei amici e conoscenti, facendola ascoltare da un semplice smartphone ed il risultato spesso non è stato per nulla gratificante, perché dopo pochi minuti, il contenuto della registrazione è stato avvertito come «lamento confuso, assordante, fastidioso…». Eppure si tratta di musica tutta suonata… eppure si tratta di forme artistiche figlie del jazz, del blues, dell’afro, della contradanza, della musica spagnola… Dunque non mi sono subito perso d’animo ed ho ripetuto l’esperimento facendo ascoltare gli stessi brani alle stesse persone ma in condizioni diverse: questa volta, in cuffia, oppure approfittando dell’impianto stereo di casa o dell’auto. Il risultato è stato sorprendente: nella seconda occasione, l’ascoltatore gradiva con stupore tutti i dettagli della canzone, riuscendo ad apprezzare anche le singole note dei vari strumenti dell’orchestra (percussioni, basso, piano, fiati…). «Fantastico! Dal telefonino sembrava un frastuono difficile da interpretare… invece si tratta di una musica proprio bella!»: questa è l’esclamazione che più volte ho sentito pronunciare al termine del mio esperimento. Dunque, spostando la mia proposta musicale in condizioni di migliore standard di ascolto, ho “recuperato” nuovi estimatori del genere.

Ho molti amici musicisti. Non a caso, tutti (in particolare il mio Maestro, Francesco Ruoppolo) quando mi concedono l’esclusiva di ascoltare le anteprime dei loro nuovi lavori originali, puntualmente mi consigliano di apprezzare il nuovo pezzo “con una buona cuffia”… Si tratta di un consiglio, evidentemente, molto saggio: perché la realtà, in sostanza è questa: pur esistendo sul mercato diversi modelli di telefonini anche più prestanti (con più altoparlanti e con adeguati decibel e/o profili di diffusione stereo), a perdere qualità di ascolto (e dunque followers) sono soprattutto le canzoni ritmicamente complesse, ovvero, prevalentemente, la musica suonata. Si, la “musica suonata”… ed aggiungo che a mio avviso, non c’è musica suonata “di massa” più bella e preziosa di quella che commercialmente viene denominata con il termine Salsa che io difendo da tutto e tutti, anche dagli smartphone!

Per concludere. Non intendo, in alcun modo, demonizzare i dispositivi digitali cellulari che rappresentano, ormai, le nostre principali finestre sul mondo ma almeno, se abbiamo voglia di far conoscere la musica che amiamo alle persone, facciamo in modo da preparare questo primo incontro in condizioni di migliore qualità di ascolto possibile, partendo da un bel paio di cuffie di accettabile fattura. Suggerisco dunque di utilizzare le cuffie o di ritagliarsi un momento di ascolto riservato come può essere l’auto, il salotto di casa o, perché no, il locale. Così facendo avremo dato il nostro contributo nel difendere e tutelare la reputazione della musica latinoamericana, una musica dalle spalle larghissime che non può essere costretta a comprimersi in pochi millimetri…

A cura di Dino Frallicciardi per Que Rico Sonido
Graphic work by: Francisco Rojos

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