CHI SALVERA’ L’ARTE DEL CANTO? IO DICO: LE VOCI DEI CARAIBI

Chi salverà l'arte del canto - Le voci del caribe
Chi salverà l'arte del canto - Le voci del caribe

L ‘altra sera ho deciso di passare qualche ora in poltrona, bere un goccio di amaro ed ascoltare buona musica per godere di un po’ di riposo meditativo al termine di una lunga e dura giornata di lavoro. La playlist del lettore si è diretta sul brano “Si no te quieres tu”, scritto da Juan Formell (da “Arrasando”, 2008). La canzone, magistralmente interpretata dal maestro Mayito Rivera mi ha condotto piacevolmente verso una serie di riflessioni. Ogni volta che ascolto quest’opera percepisco un’emozione sempre rinnovata, sbalordendo al cospetto della caratura tecnica di altissimo livello dimostrata da Mayito e giungendo decisamente alla conclusione che si tratta, a pieno titolo, di una performance “da manuale”: dovrebbe fare scuola a chiunque intraprenda un percorso di formazione canora. E’ incredibile la facilità con la quale il cantante passeggia tra un salto cromatico e l’altro: il modo di accarezzare le note, la sapienza di saper dosare la giusta intensità ed i corretti crescendo.

Juan Formell - Mayito Rivera
Juan Formell – Mayito Rivera

Ritengo, senza ombra di dubbio che cantare Salsa, Timba, Bachata sia un esercizio per pochi (fatte salve le voci di generi squisitamente tecnici come ad esempio jazz, soul, opera lirica) e sarei davvero curioso di poter sottoporre gran parte dei blasonati cantanti “occidentali” dei generi (con tutto il rispetto) melodico, ballata, pop, rock, blues rap, hiphop, trap ad una simile prova interpretativa… convinto di riuscire a metterli in sicuro imbarazzo. La naturalezza con la quale il nostro amato cantante cubano raggiunge note acute piene, senza eccedere in glissati, si sublima, infine, nel momento in cui si concede al “soneo” e cioè alla sezione della canzone più tipica e singolare di questa scuola d’arte canora. Durante il passaggio conclusivo del brano son/salsa/timba (“montuno”), il solista improvvisa il proprio soneo con parole ispirate al tema dominante, ma attenzione (e qui viene il difficile): a differenza del <<rappare>>, il sonero, improvvisa non <<parlando>> ma <<cantando>>, volando sulle note delle scale musicali (di raro si ripete più volte consecutive una stessa nota), ispirandosi a pattens armonici più o meno caratteristici, proprio come se al posto dell’ugola avesse uno strumento a fiato! Quanti cantanti al mondo sono abili nell’improvvisare contemporaneamente parole e scale musicali? Beh… credetemi: pochi. I “soneri” sono cantanti unici nel panorama musicale: i soli in grado di incarnare questa tradizione che per livello di difficoltà, metterebbe a dura prova anche le voci più premiate delle potentissime classifiche filo-occidentali.

Gilberto Santa Rosa - Luis Enrique - Leoni Torres
Gilberto Santa Rosa – Luis Enrique – Leoni Torres

Che la musica di consumo di massa stia impoverendo, globalmente, il potenziale tecnico delle corde vocali “vip” è un dato di fatto. Di una canzone conta sempre più, mediaticamente, il potere provocativo ed emozionale piuttosto che l’abilità e la raffinatezza interpretativa ed esecutiva. Il grande ciclone trap poi, per quanto accattivante, sta facendo dimenticare ai nostri giovani i concetti di intonazione ed espressione (ed anche in questo caso, il fenomeno è meno riscontrabile nei cantanti trap-bachata che mantengono invece standard di alta qualità). Di contro, quel preziosissimo, isolato, laboratorio musicale caraibico che in una alchimia ha fuso il jazz con i ritmi africani, nell’obbligato isolamento geopolitico è riuscito a conservare sufficientemente il principio sacro e l’orgoglio dell’essere innanzitutto “capaci di…” e dunque bravi non tanto nel raccontare la voce ma farla suonare al pari di uno strumento musicale. I cantanti sudamericani aspirano a suonare la propria voce al 100%, non al 20% commerciale in versione 2.0…

Chi salverà l'arte del canto
Chi salverà l’arte del canto?

Lungi da me dal voler inchiodare su una classifica, con facili stereotipi o luoghi comuni, generi musicali di serie A o di serie B: la musica è bella tutta, soprattutto quando è in grado di far sognare, in qualsiasi forma, gli esseri umani. Eppure, se esiste il rischio di una deriva di qualità dell’arte del canto, beh, qualcuno può ancora salvarla e si tratta dei cantanti caraibici. Le voci dell’America Latina salveranno l’arte del canto se riusciranno a conservare il loro testamento morale e la loro tradizione nel tempo così come è stato nel secolo scorso: per me, lo ripeto senza falso fanatismo, i migliori al mondo, perché completi tecnicamente di tutto, interamente immersi nella giusta veste empatico-interpretativa e, da sempre, tranquillamente consapevoli ed umili rispetto al bagaglio tecnico del quale sono puntualmente dotati.

A cura di Dino Frallicciardi
(estratto dal Blog “Que Rico Sonido“, creato nell’ottobre 2019.
Tutti i diritti riservati) https://quericosonido.wixsite.com/quericosonido.

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