Ascolta “#1 – PRIMORDI” su Spreaker.
Il nostro viaggio Inizia intorno al 1500 quando i colonizzatori arrivarono nel continente africano, come la storia ci ricorda, presero le popolazioni africane e le portarono nel nuovo mondo.
Inconsciamente si stavano unendo due culture completamente diverse ,da un lato l’Europa che portò nelle Americhe la letteratura, la poesia ,la musica gli strumenti e le danze aristocratiche, dall’altra invece gli africani, che ovviamente oltre alla loro disperazione portarono con sé l’energia dei tamburi le danze, le preghiere e i rituali religiosi.
Ora acciamo un salto di 200 anni ,ci ritroviamo nel 1700 e grazie alla rivoluzione francese un senso di libertà arrivo anche nei Caraibi, più precisamente a Cuba.
I francesi portarono sull’isola anche le loro usanze i loro balli ,tra cui la contra danza.
Prova immaginare uomini da un lato e donne dall’altro, che si osservano e incominciano a fare coreografie e imitano il corteggiamento tra uomo e donna, ovviamente in modo molto casto.
Questa nuova moda diede inizio al cambiamento.
Non ci si può lasciare andare a balli scatenati ma piano piano ci arriveremo, però l’eleganza dei vestiti, il corteggiamento casto, il profumo del mare, la musica dal vivo, i musicisti ignari di riscrivere la colonna sonora di un paese intero…rende tutto più romantico e magico.
Una delle composizioni più importanti quel movimento è San Pascual Bailon di A.Lopez.
Questo genere musicale cambiò veramente il modo di vivere della popolazione cubana dell’Avana, impazzivano letteralmente, per loro non era soltanto musica e danza era cambiamento, libertà.
Quella libertà che per centinaia di anni avevano dovuto reprimere.
Sulla nostra isola passano gli anni e la popolazione africana ormai diventata popolazione cubana, sta finalmente conquistando i propri diritti, a questo punto della storia arriva un grande cambiamento, ovviamente dall’Europa…arriva il Valzer
Il Valzer nasce in Austria, ebbe un grandissimo successo e si sviluppò in tutta Europa molto velocemente un po’ per il tipo di musica molto fruibile e orecchiabile, ma soprattutto per un cambiamento importantissimo.
Che nesso c’è tra il valzer e la salsa?
Sono due cose completamente opposte, però il Valzer ha una caratteristica che sull’isola ancora non è stata utilizzata.
I ballerini nel Valzer danzavano in presa chiusa , “l’abbraccio” dei ballerini arrivò anche nelle corti cubane, questo nuovo modo di ballare generò un nuovo stile: la Danza.
Una caratteristica della danza era il fatto che ad iniziare era sempre una coppia, essa inventava ed eseguiva delle figure che gli altri ballerini dovevano imitare, alcune di queste figure verranno tramandate fino ai giorni nostri.
È il 1927 ci troviamo all’interno di un edificio coloniale l’atmosfera è rilassata e conviviale, c’è un uomo al piano vestito di tutto punto…uno sguardo ai ballerini in trepida attesa, posiziona il suo spartito e come foglie che cadono da un albero in autunno, le sue dita sfiorano i tasti d’avorio ingiallito del piano.
Quell’uomo distinto è il compositore cubano Ernesto Vecuona e la melodia suonata è la Malguena, una delle tante canzoni composte nell’arco della sua vita, più di 600.
L’indipendenza raggiunta dopo anni di battaglie e rivoluzioni da parte della borghesia locale porta la nascita delle prime espressioni autenticamente cubane, nasce così il Danson, vero prodotto musicale cubano non più europeo o africano, la formazione musicale che seguiva queste nuove sonorità si chiama Charanga Francesa.
Per capire meglio quell’atmosfera ci trasferiamo in un club di quegli anni a Cuba e ci immedesimeremo nei ballerini di quell’epoca.
Nella prima parte della canzone c’è permesso soltanto passeggiare, possiamo scambiare due chiacchere con il nostro ballerino o la nostra ballerina, ma attenzione a non dimenarsi troppo e dopo il nostro “paseo” (passeggiata) possiamo andare in presa chiusa come nel valzer e incominciare a girare.
Il passo base lo dovresti conoscere è l’antenato del nostro passo base di salsa, quindi l’uomo va avanti di sinistra e la donna indietro di destra.
In quelle sale c’èra addirittura un uomo addetto alla sicurezza, con sguardo serio, tutto impettito controllava che nessuno dei ballerini facesse movimenti troppo scomposti, c’èra il rischio di essere sbattuti fuori.
Per capire meglio l’atmosfera di quelle sale da ballo, vorrei lasciarti con la testimonianza di un giornalista cubano che descriveva così i ballerini e la danza dell’epoca:
“Il fascino di questa danza non sta nel movimento dei piedi, ne nella difficoltà dell’evoluzioni, in quanto i giri si danno anche nel valzer.
Il fascino è nella morbidezza dei movimenti tipica delle cubane, quella grazia che solo esse possiedono, quel voluto e soave dimenarsi che fa serpeggiare sofficemente la gonna con un’incanto che accattiva”.
Andrea Piscitello
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