LA LICENZA SIAE PER DJ E LO STATO DELL’ARTE NEL 2020 IN EUROPA

Salsa.it - News: ecco com'è la situazione delle licenze copie lavoro nel resto dell'Europa

LA LICENZA SIAE PER DJ E LO STATO DELL’ARTE NEL 2020 IN EUROPA

Quest’articolo vuole essere uno spunto di riflessione, sulla licenza “Copia Lavoro” SIAE e su come si muovono gli altri paesi Europei su questo tema. Estrapolo quanto e’ riportato nella pagina del sito web della SIAE in merito alla licenza: nella tua attività di deejay hai spesso necessità di riversare la musica dai CD, LP o file digitali originali su supporti vergini, PC, hard disk, memorie digitali, per utilizzare queste copie personalizzate nel corso della tua attività lavorativa. Le copie che crei in questo modo, destinate all’utilizzo in pubblico, non rientrano nella definizione di “Copia Privata” contenuta nell’articolo 71-comma 6 della legge n. 633/1941, che consente la “sola riproduzione privata ad uso esclusivamente personale purché senza scopo di lucro e senza fini direttamente o indirettamente commerciali “, bensì nella definizione di “copie lavoro”, e come tali devono essere autorizzate dai titolari dei diritti, e quindi da SIAE per conto degli autori e degli editori dei brani musicali riprodotti.
SIAE, per tutelare le opere dei propri iscritti, si avvale di rappresentanze presso le società di collecting nei vari paesi esteri.
Ho analizzato, a maggio 2020, quanto riportato nei siti web delle società presenti in paesi quali Germania, Francia, Spagna, Regno Unito, Svizzera, Polonia, Repubblica Ceca, Danimarca, Portogallo, Austria, Svezia e Olanda. In paesi quali Germania, Regno Unito e Portogallo vi è la presenza di una licenza dj per l’uso della musica in “formato digitale”. Tra i tre paesi poi vi e’ difformità nella gestione. In Portogallo ad esempio non si parla di costo in funzione al numero di brani caricati. Ma di costo in funzione al numero di mesi lavorativi. Nel Regno Unito la licenza è limitata unicamente ai file che vengono convertiti da supporti come CD / Vinile. In Germania la legislazione è più simile a quella Italiana: con tariffe annuali in funzione al numero di brani (ma non per fasce). Unico punto in comune, in nessuno dei tre paesi sembra esservi la necessità di caricare l’elenco dei brani in alcun database. Nel resto dei paesi non risulta al momento presenza di licenza per i dj. Da dove nasce la licenza SIAE per i dj? Da anni in cui la situazione non era regolamentata, nonostante l’avvento di nuovi formati / supporti. Solo nel 2008 si è arrivati a una prima soluzione grazie al lavoro delle associazioni ASSODEEJAY (che grazie al contributo del DJ Francisco Rojos ha gestito la fase di beta testing per conto di SIAE) A-DJ, A.I.D., ANPAD. Il mercato a distanza di 12 anni si e’ evoluto: ora parliamo di musica in cloud e di streaming. E non più di sola musica in formato digitale. Senza tenere conto dei problemi causati dal Covid. Forse e’ arrivato il momento in Italia, di rivedere l’impianto della licenza stessa. I cui costi ora sono lievitati (vedi quota SCF per i diritti connessi e vedi scadenza ad anno solare). Un primo passo, per tamponare la situazione di crisi attuale, è stato fatto da SIAE, mediante un bonus del 25% sul costo del rinnovo per il 2021. Ma non e’ sufficiente, lato riduzione. Si deve andare anche nella direzione della semplificazione.

Fonti:

https://www.siae.it/it/utilizzatori/musica/licenza-deejay/licenza-deejay

https://www.rockol.it/news-97911/siae-accordo-con-i-dj-per-la-regolarizzazione-delle-compilation-in-discoteca

Siti Web GEMA,SGAE e varie societa’ colleting europee

A cura di: Stefano Zalin dj
Graphic work by: Francisco Rojos

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