Il gruppo può famoso, amato, idolatrato del mondo – TROPICAL GEM – compie vent’anni (anzi, li ha compiuti il 1 maggio per essere precisi!) ma non li dimostra assolutamente! Perché il suo attuale leader, Fernando Sosa, ha la stessa passione, lo stesso entusiasmo, la stessa grinta, la stessa voglia di creare e buttarsi che aveva vent’anni fa. Con forse un po’ più di sale in zucca. Che non guasta!
Si può davvero dire che questo gruppo ha fatto – e STA FACENDO! – la storia della salsa. Un gruppo amato, imitato, adorato in tutto il mondo. E anche chi storce un pochino il naso dicendo che non gli piace, è perché in fondo lo ammira e lo invidia.
È un articolo lungo me ne rendo conto – d’altronde era impossibile pensare di poter condensare 20 anni di storia in poche righe! – quasi un ‘trattato’, più che un semplice articolo.
Qualche anno fa, Fernando Sosa e Tatiana Bonaguro, quella che, a tutti gli effetti, è un po’ l’attuale leader femminile del gruppo, hanno portato in scena insieme ad alcuni dei loro migliori allievi un musical, “La Macchina del Tempo”, che ripercorreva, con la musica e il ballo, le coreografie più importanti del gruppo. Quello che sto scrivendo adesso è più o meno la stessa cosa con le parole. Un articolo molto lungo, ma immensamente ricco di ricordi e di emozioni. Chi ama i Tropical Gem non può non commuoversi nel leggerlo, come è capitato a me nello scriverlo, o meglio nel riportare le parole di chi per una settimana, un giorno, un mese o anni ha fatto parte di questo gruppo.
Ed è stato bello, mettendo insieme queste testimonianze, vedere come ognuno, nel raccontare la sua esperienza, abbia espresso la propria personalità: chi mi ha risposto subito, chi dopo un po’, chi… sto ancora aspettando (? semmai poi aggiorno!), chi si è soffermato su un momento o uno spettacolo in particolare, chi su un evento divertente, chi un po’ più sensibile, ha parlato più di emozioni legate a un periodo della sua vita che a un momento preciso, chi ha dimostrato una forte sensibilità (e non te lo saresti mai aspettato da quella persona!), chi stava passando un momento particolarmente difficile, ma lo stesso ha voluto a tutti i costi dedicare un po’ di tempo ai ricordi della sua esperienza nei Tropical Gem, chi ha mandato dieci vocali… ?. Non faccio nomi, ma sono certa che chi conosce un po’ i Tropical Gem non farà fatica a riconoscere a chi appartengono i diversi profili che ho descritto qui sopra!
GLI ESORDI
FERNANDO SOSA
Tropical Gem nasce ufficialmente nel 2000 quando Rafael Gozales ed io decidiamo, dopo aver fatto anni di gavetta e aver ballato nel gruppo Otra Idea di Alberto Valdes, di creare qualcosa di diverso e di nostro, comunque con la benedizione di Alberto Valdes che considero il mio Maestro e che ci ha sempre seguito.
Dico qualcosa di diverso perché venivamo da un gruppo, Otra Idea, di soli uomini – anzi loro venivano già da un altro gruppo Un Solo Pueblo, che poi diventò Otra Idea, dove entrai io. Fare qualcosa di diverso per noi voleva dire prendere due donne e ballare in coppia, cosa che nelle altre parti del mondo, nell’ambiente salsero, era la norma. Ma per noi, che per anni avevamo ballato in un gruppo tutto maschile, prendere due donne e fare un gruppo era una novità.
Dunque il 1 maggio del 2000 prende ufficialmente il via il progetto Tropical Gem, con due ballerine che preferisco non nominare, ma poco dopo arrivano Sandy Ramos e Alyra Lennox, dando vita a quella che è stata la prima vera formazione dei Tropical Gem.
Emozioni ce ne sono state tantissime ma io credo che una delle più grandi sia stata The Latin Dream, il mio film, nel 2017, che è un progetto forse più di Fernando Sosa, però sempre coi Tropical Gem.
Mettiamola così, fino all’uscita di Rafael Gonzales, nel 2011, è stato tutto incentrato sul marchio Tropical Gem, dal 2011 rimanendo io da solo, come leader del gruppo originario, è un po’ cambiato, è diventato un po’ Fernando Sosa e i Tropical Gem.
Il “brand” Fernando Sosa ha preso molto più piede da lì in poi, quindi essere arrivato sul grande schermo, col mio nome e con quello di tutto il gruppo, è stata per me una soddisfazione enorme, anche a livello mediatico, uno dei traguardi per me più importanti.
Perché gare, ne abbiamo vinte tante, tre a Las Vegas, come gruppo; come gruppo abbiamo partecipato e abbiamo avuto l’onore di chiudere i Congressi più importanti del Mondo. In vent’anni mi sono riconfermato sempre. Ma il film è una cosa che non si fa tutte le volte nella vita, quindi una delle più grandi soddisfazioni come artista, come leader e come gruppo.
Delusioni, diciamo così: i problemi personali di ogni famiglia si risolvono in casa e quindi non si raccontano pubblicamente. ne abbiamo avuti in vent’anni perché se no non saremmo una vera famiglia e li abbiamo sempre superati, facendoli però restare in famiglia, come è giusto che sia. Questi problemini hanno portato delle delusioni, quale più, quale meno, dall’uscita di un ballerino in modo rocambolesco a quella di una ballerina in modo che ti deludesse un po’, a problemi difficili da risolvere, che però alla fine sono sempre stati risolti. Ci tengo a dirlo, alla fine sono sempre rimasto in pace con tutti.
Ci sono stati momenti transitori di delusione, è normale in vent’anni, ci vogliono per farti crescere.
RAFAEL GONZALES
Del nostro debutto all’Alcatraz di Milano mi ricordo soprattutto l’emozione perché uscivamo con una cosa nuova. Fernando ed io arrivavamo da un gruppo che era Otra Idea un gruppo tutto al maschile con Albertico Calderon, Esmil Diaz, Albero Valdes, e invece coi Tropical Gem uscivamo con un gruppo in cui ballavamo in coppia con due donne.
Il debutto non ha un solo ricordo, il weekend dopo l’Alcatraz siamo andati a Londra, e quando abbiamo visto la scaletta abbiamo visto che noi avremmo dovuto chiudere ed eravamo stupiti e anche spaventati, perché di solito chiudeva Johnny Vasquez.
Allora siamo andati dall’organizzatore e gli abbiamo detto: “Guarda che forse c’è stato un errore perché hai messo che chiudiamo noi il Congresso..” E lui ci ha detto “No no, nessuno sbaglio, chiudete proprio voi!”. Lì ci siamo resi conto che il nostro era un buon prodotto.
Poi siamo andati a Portorico, abbiamo rifatto la stessa coreografia e anche lì il nostro prodotto è piaciuto talmente tanto che ci hanno chiamati a far parte del Team Bacardi del congresso di Portorico. Su 70/80 gruppi, ne hanno scelti anche altri, ma dall’Europa hanno preso noi.
Quando siamo tornati abbiamo finito le vacanze, poi siamo andati in Grecia, poi ancora in America con Ferna che stava insieme a Sandy Ramos e le abbiamo insegnato la coreografia.
Praticamente abbiamo debuttato con la nostra coreografia a giugno a Milano, a luglio eravamo a Portorico al Congresso Mondiale della Salsa, siamo entrati nel Team Bacardi, a settembre Sandy dopo aver imparato la coreografia già ballava con noi, siamo andati in Spagna, dove abbiamo conosciuto Alyra Lennox.
Ho vissuto tantissimi momenti emozionanti in tanti anni di Tropical Gem, però quelli forse più emozionanti che mi ricordo sono stati il Festivalbar e Sanremo dove abbiamo ballato con gli Aventura in entrambe le occasioni. Il Festivalbar perché abbiamo ballato all’Arena di Milano davanti a non so quante migliaia di persone e ho avuto anche l’opportunità di conoscere molti artisti famosi a quei tempi come Pino Daniele e Sanremo perché abbiamo ballato al Teatro Ariston e per me ballare in un Teatro ha sempre avuto un significato particolare.
SANDY RAMOS
Io ho fatto un doppio debutto, con i Tropical Gem, uno prima di venire in Italia e uno qua. Nel primo ero ancora più agitata perché lasciavo la mia ex compagnia di ballo, Salsa Brava per poi partire, e poi andavo a ballare uno stile molto diverso di quello che solitamente ballavo io: era un debutto per salutare amici e parenti.
Nel debutto Italiano, ero agitatissima però anche gasatissima per la nuova esperienza. Una bella sfida che poi ha portato a una gran crescita, visto che avevo solo 19 anni.
Momenti emozionanti ne ho tantissimi, ma tra questi, di sicuro ballare in Argentina a Buenos Aires, sembrava di essere in uno stadio! E la prima volta a Puebla in Messico: c’era la gente in fila per chiedere gli autografi, mai capitato!
ALYRA LENNOX
Io non c’ero per il debutto, sono arrivata in Italia nel dicembre dell’anno 2000. Loro avevano già fatto Tumbando Caña e Matrix. Poi, abbiamo fatto La Malanga e Astro Salsa.
Cavoli Chiara, ci sono tantissimi momenti emozionanti nella mia carriera con i Tropical Gem. Ognuno diverso e bellissimo. Non potrei dirtene uno solo. Ogni volta che salivamo sul palco, ogni abbraccio dopo lo spettacolo. Arrivare a fare uno stage dopo tantissime ore di viaggio, con pochissime ore di sonno e trovare un mare di gente che ci aspettava, ansiosa di imparare da noi. La gente in piedi, che piangeva dopo aver visto un nostro spettacolo dal vivo per la prima volta. Tutti gli allievi, gli altri artisti fenomeni, tutto il sudore, tutte le lacrime di gioia e di dolore. Ballare con la febbre, con la caviglia slogata, col collo bloccato, ballare incavolati, innamorati, stanchi morti.
Per il bene o per il male (e fidati che anche di male ce n’era abbastanza) c’eravamo solo noi — ed è valsa la pena tutto per sentire quella sensazione, la tempesta perfetta di emozioni, il feeling creativo/artistico che ti dà le ali, quel feeling che si creava quando salivamo sul palcoscenico. E che loro, I Tropical Gem di oggi, creano ancora. Avanti! Eravamo, sono, saranno sempre avanti.
I PRIMI ANNI
TATIANA BONAGURO
Cos’è Tropical per me? beh, direi che è la mia vita!!! Fin dai miei inizi sognavo di stare esattamente dove sono ora… 🙂 cosa volere di più? ?
Ho iniziato a ballare a 12 anni, al famoso Tropicana di Milano, grazie a mia mamma che andava li tutte le sere e una sera ha deciso di portarmi con lei.
All’inizio non ne volevo sapere di scendere in pista, ma una volta mossi i primi passi… beh non ho più voluto smettere!
Mi sono iscritta al corso base di Fernando Sosa e Alyra Lennox, e in seguito anche a tutti gli altri corsi della scuola, tra qui quello di Rafael Gonzalez e Sandy Ramos.
Ero presente a ogni serata, evento, workshop delle domeniche… insomma per due anni ho fatto una full immersion che mi è servita moltissimo, anche perché io prima di allora non avevo mai mosso neanche un passo di danza!
Dopo due anni di studio, i miei maestri hanno deciso di intensificare il mio percorso, facendomi partecipare agli allenamenti del gruppo… ma senza promesse!
Dopo sei mesi di duro lavoro ho debuttato con la coreografia Astrosalsa. Era il marzo 2003. Mi ricordo che ero talmente emozionata che prima di uscire a fare lo spettacolo mi sono messa a piangere! 🙂
Il locale era stracolmo, non so quanta gente ci fosse, ma era veramente tanta! Tra le emozioni più grandi della mia vita!
Così ha preso il via la mia carriera artistica.
Con gli anni, le evoluzioni della vita, e dopo tutta la gavetta, sono finalmente arrivata alla prima fila e prima ballerina.
Un’altra emozione molto grande è stata coreografare Diablo Rojo, la prima coreografia che Fernando Sosa ha coreografato interamente con me.
MAX TRIPICCHIO
Sarò breve ma intenso! Undici anni di Tropical Gem… non è facile capire i momenti più emozionanti.
Sicuramente il debutto, settembre 2003 – io per date e nomi sono abbastanza una macchina! – alla discoteca Avana di Torino, coreografia Astrosalsa.
Ero emozionatissimo, si scherzava nei camerini e c’era Sandy che fino a poco prima di entrare sapendo il mio stato d’animo continua a ripetermi “tranquillo, dai”, faceva un po’ la pagliaccia… Tempo di schiacciare play e vedo che si trasforma, cambia proprio faccia, come per dire “Max adesso sei solo, vai!”.
Caso vuole, sempre a Torino qualche anno dopo – eravamo all’apice con una formazione fortissima, ti dico solo che gli uomini erano Ferna, Rafa, Luca P, Davide Fazio ed io – coreografia Extravagancia, quattro minuti e passa di coreografia, credo. A un minuto e mezzo si blocca la musica. Ferna ci grida “Andiamo avantiii!! “. Abbiamo fatto tutta la coreografia, senza musica, perfetta, con tutti gli scambi. Quando è finita è venuta giù la discoteca! In quel gruppo c’era un feeling pazzesco… puoi immaginare tre minuti senza musica e tutti che ballavano perfetti!
Ultimo l’addio. Quella sera al Camana, dicembre 2013 è stata un’emozione fortissima perché Tropical Gem mi rimarrà sempre nel cuore, resterò Tropical Gem per tutta la vita, ma, bene o male, a volte le strade si dividono, uno vuole fare anche altro, camminare con le proprie gambe, però lasciare è stata davvero un’emozione molto forte.
LUCA P
Momenti emozionanti ce ne sono stati tanti. Sicuramente tutte le prime, perché era una cosa che vivevamo tutti con molta emozione, perché c’era dietro tanta passione tanto lavoro, c’era la voglia di fare bene. Mi ricordo in particolare la prima di Survivor, forse perché è una delle ultime che ho fatto, ma sempre in occasione del debutto di un nuovo spettacolo c’era un’adrenalina incredibile.
Poi, essendo quella della salsa una passione non troppo seguita dei media, tutte le cose fatte a livello nazionale e a livello televisivo, come la partecipazione a Sanremo e al Festivalbar. Sicuramente sono stati momenti che mi hanno dato una grande gratificazione e una grande emozione perché potevamo finalmente far vedere al mondo intero il nostro lavoro.
E poi anche i rapporti con le persone, a parte all’interno del gruppo, mi ricordo che abbiamo fatto tanti SalsaWeek: praticamente una settimana di vacanza in cui alla fine ci esibivamo con gli allievi che avevano seguito le nostre lezioni per una settimana. Era sì vacanza, ma anche lavoro: arrivavi prendevi questi ragazzi che non conoscevi e dopo una settimana si esibivano sul palco insieme a te.
Questo era molto bello, anche perché all’epoca c’era una passione per la salsa forse più sanguigna rispetto ad oggi. Forse adesso questa passione così forte e coinvolgente è un po’ venuta a mancare tra i nuovi ballerini di salsa perché se da una parte ora – grazie al cielo! – è diventata un po’ più di massa, mentre allora la salsa era più di nicchia, dall’altra penso che i ballerini di allora, professionisti e non, erano più appassionati veri, si divertivano di più, era un bisogno vero e proprio.
Anche momenti divertenti ce ne sono stati tantissimi. Come ad esempio quando eravamo in camera in tre o quattro, c’era poco tempo per prepararsi, per cui in bagno uno faceva la doccia, uno si lavava i denti, uno si faceva la barba e poi ci si dava il cambio. E poi le date solo uomini perché sai, quando si è tutti maschi, si crea quel cameratismo, il gruppo degli amici, la goliardia.
Un’altra data molto importante per me è stata una volta al congresso di Los Angeles che insieme a quello di Portorico era uno dei Congressi più importanti del mondo. Ferna e Rafa erano stati bloccati all’aeroporto per motivi burocratici e quindi abbiamo ballato in formazione ridotta – secondo me molto bene, tra l’altro! – su un palco così importante e il governatore della California ha voluto riceverci per farci complimenti. E poi tutte le esibizioni al Congresso di Portorico che era strutturato un po’ come una gara e in cui abbiamo sempre ballato molto bene e ovviamente gli innumerevoli Congressi che abbiamo chiuso, perché si sa che lo show di chiusura è quello che viene considerato forse il più importante, il più atteso.
FRANCESCA CROCE
Chiara, ho sempre guardato gli spettacoli dei Tropical Gem e pensavo “io non ce la farei mai! E’ impossibile fare quello che fanno loro, la velocità, la precisione, la carica emotiva…”. Per me erano davvero dei marziani, la mia mente non si è mai neanche avvicinata al pensiero di fare quello che loro facevano! E invece poi mi sono ritrovata a ballare con loro!
Mi ritengo davvero fortunata ad aver avuto questo onore, ad avere avuto l’opportunità di girare il mondo con i miei idoli, i miei maestri e le mie maestre.
Ovviamente tutto quello che ho fatto e raggiunto è stato grazie a Gian (Gianmarco Mini, ndr): abbiamo iniziato a ballare insieme come fidanzati e un po’ per gioco, la sua testa e la sua determinazione ci hanno portati a ballare con questi ” mostri inarrivabili”.
Non avrei mai pensato di poter condividere palchi, esperienze, gioie e anche sofferenze con loro. È stato il periodo più intenso ed emozionante della mia vita. Porto nel cuore ogni singolo momento. Soprattutto ovviamente l’emozione di Silencio e Locos Bongos che sono state le mie prime coreografie, quando il gruppo si è allargato per la prima volta a sei coppie.
Ogni coreografia che ho ballato ha un’emozione strettamente legata al mio vissuto.
Virus, Follia Salsera, Quintana, Caribe, il musical Fantàsia, solo per citarne alcune. Tropical Gem per me era tutto: tempo libero, famiglia, fidanzati?, casa.
Ad un certo punto però è diventato troppo.
Porterò sempre nel cuore il legame con le mie preziose sisters, perché condividevamo gioie, pianti, ferite e risate così forti da buttarci per terra e ridere fino a non avere più le forze.
Ancora oggi spesso, molto spesso sogno di ballare ancora con loro, di salire ancora sul palco e condividere ancora una volta quelle emozioni che mi hanno segnata così profondamente e che mi hanno dato la possibilità di avere la consapevolezza della donna che sono ora. Li porterò sempre tutti nel mio cuore.
DAVIDE FAZIO
Ti racconto un episodio divertente. Era il debutto di Tropical Gem uomini, coreografia Atrevimiento, dovevamo andare a ballare a Roma, al Piper tra l’altro. E per colpa mia abbiamo perso il treno, perché ho voluto prendere un caffè. Da allora tutti mi prendevano in giro: “Cafferino, cafferino…”.
Poi un episodio molto emozionante: Los Angeles 2004, siamo arrivati là dopo 11 ore di volo e dopo 4 ore eravamo sul palco: avevamo i piedi ancora gonfi per il volo, non ci entravano nemmeno le scarpe del costume di scena, e già eravamo lì sul palco a ballare Generales…e ovviamente abbiamo ballato benissimo!
DANIELA MARRELLA
Oddio con Tropical Gem ho vissuto 6 anni di emozioni… ancora di notte mi capita di sognare scene di vita quotidiana e i miei compagni di quel periodo, con un’intensità che al risveglio stento a credere che siano passati tanti anni da allora!
Comunque il momento più emozionante c’è e non me lo posso dimenticare…
Nel luglio del 2002 i Tropical Gem rimasero senza una ballerina pochi giorni prima della partenza per Portorico, il Congresso che allora era considerato il più importante al mondo. Durante i mesi precedenti avevano preparato una coreografia con 6 ballerini “Homenaje a Cuba”.
A quei tempi ero una giovane ballerina con una passione irrefrenabile: ballare per me era al pari di respirare e mangiare, e Tropical Gem era al di là delle mie aspirazioni. Una notte vennero a cercarmi in giro per i locali estivi in cui mi infilavo a ballare dall’apertura alla chiusura… Mi trovò Max e mi portò da Ferna e Rafa. “Da domani mattina alle 10 vieni a fare le prove, tra qualche giorno ballerai con noi a Portorico”. La gioia che provai fu immensa!
Dal giorno successivo tutta la compagnia si dedicò a me dalla mattina alla sera. Sandy, Alyra e i ragazzi ce la mettevano tutta per insegnarmi la coreografia, la tecnica, l’espressione, la cultura legata alla coreografia… la stanchezza non sapevamo neanche cosa fosse e la mia devozione e il mio impegno erano totali.
Durante il nostro viaggio verso Portorico non facevo che inseguire Luca per provare, in aeroporto e ovunque ci fossero 2 metri di spazio… ovviamente Ferna e Rafa mi prendevano in giro!
Il Congresso si svolgeva all’Hilton di San Juan, su una spiaggia piena di musica e ballerini. Quei giorni furono davvero magici e io ero innamorata dei miei compagni, che fino a pochi giorni prima guardavo da lontano come alieni del ballo. La nostra coreografia fu inserita nella scaletta l’ultimo giorno come spettacolo di chiusura del Congresso: il massimo della gratificazione per qualsiasi ballerino, ma che rendeva il mio debutto ancora più intenso e carico di tensione.
Fu indimenticabile. Su quel palco demmo tutto quello che potevamo dare, e il riconoscimento del pubblico ci fece toccare il cielo con un dito. Ci sentivamo speciali.
E quello era solo l’inizio….
EVA MANCINI
La coreografia per me più emozionante è stata sicuramente “Virus” perché è ricca di significato ed è uscita in un momento particolare. Me la sentivo dentro le ossa ed ogni volta, quando eravamo tutti fermi in posa iniziale, avevo un brivido forte e spesso pensavo “grazie Universo, perché anche oggi posso ballare”.
Poi ci sono altre coreografie – come ad esempio Extravagancia – che per me sono davvero geniali perché completamente diverse da quello che si aspetta il pubblico da uno spettacolo di salsa.
Era una cosa, anzi, E’, anche se sono passati tanti anni, che va al di là di quello che è il pensiero comune di uno show salsero.
Non tutti l’hanno capita, ma chi l’ha capita l’ha apprezzata moltissimo perché secondo me per apprezzare quel tipo di arte e quel tipo di opera – di questo si tratta! – bisogna avere un animo molto sensibile quindi deve essere anche un pubblico più educato, nel senso di educato all’arte, ovviamente.
Ringrazio molto Fernando Sosa anche perché, per esempio alcune parti me le ha proprio cucite addosso, perché arrivando io dal mondo della danza che non è quello specifico della salsa e quindi non essendo io una ballerina specificatamente salsera, certe cose me le ha proprio costruite.
E questa è una cosa che lui fa in generale, non solo con me. Non è da tutti, ma dimostra la grandezza del coreografo: lui non crea una coreografia e poi dice “eseguite”, ma cerca di prendere i punti di forza di ciascuno dei suoi ragazzi e di metterli in evidenza. Questa è una cosa che pochi coreografi fanno ed è quello che invece andrebbe fatto, è un segno di grandezza, genialità ed estrema sensibilità artistica. In questo modo lui riesce a tirar fuori il meglio da ciascuno e nello stesso tempo a uniformare il gruppo in modo tale da rendere tutti uguali sul palco.
Quindi Fernando, pur continuando a lavorare sulle mie debolezze riusciva a tirar fuori quelli che erano i miei punti di forza.
Per quanto riguardi rapporti umani, quando sono uscita dal gruppo sono rimasta in rapporti ottimi con tutti loro, sono rimasta a vivere qui e quindi li vedo tutti giorni. Anche con i ragazzi nuovi, quelli appena entrati, ho lo stesso legame che ho con quelli con cui ho lavorato. Sono molto legata a tutti loro, tanto che uno dei momenti per me più emozionanti è stato quando hanno vinto a Las Vegas la prima volta anche se io ormai non facevo più parte del gruppo. Ma per me è stato come esserci: avevo paura, avevo paura di guardare, mi sentivo ancora parte del gruppo e mi sono sentita davvero molto molto coinvolta.
E mi ci sento tuttora! Alcuni dei miei legami più forti sono lì, vedi Ferna, vedi Taty. Li vedo tutti giorni e quindi saranno sempre parte di me, della mia vita.
Un episodio divertente invece, quando facevamo il musical Fantàsia avevo la parte una suora, che era una suora un po’ caciarona, come si suol dire, e io dovevo entrare in scena cantando e siccome quella parte tirava fuori una parte di Eva diversa da quella mia solita e mi emozionavo molto, sbagliavo sempre l’attacco. Quindi mi ricordo che Ferna, qualunque cosa stesse facendo, doveva venire e dirmi “guarda che devi attaccare”. E anche quando poi avevo imparato, non entravo mai in scienza se lui non c’era a darmi l’attacco, ormai era diventata una cosa scaramantica. Chissà magari questa cosa lui neanche se la ricorda!
Comunque sono stati tutti momenti molto emozionanti, un periodo molto emozionante della mia vita, e sono contenta perché Tropical Gem è in continua evoluzione e non si fermerà mai, perché la mente del suo coreografo è in continua evoluzione e dà sfogo alla sua sensibilità, che non tutti percepiscono perché tutti vedono la sua forza, tanti la sua genialità, ma pochi arrivano a conoscere la sua sensibilità che va oltre e che è difficile da scoprire. Ecco, chi riesce a leggerlo in toto, è una persona fortunata
CARLA VOCONI
Non ho fatto parte per molto dei Tropical Game e sono passati davvero tanti anni…
Sicuramente è stato uno dei miei sogni nel cassetto di gioventù esaudito il fatto di aver ballato con loro. Proprio per questo la ricordo come una bella esperienza ed un traguardo.
Ma sicuramente quello che mi e’rimasto più nel cuore ”umanamente” è quella che noi chiamavamo “la casa delle fate”. E non riguarda uno show né un momento in particolare della mia carriera, ma rappresenta l’unione che c’era all’epoca tra le donne del gruppo.
Ai tempi vivevamo tutte insieme (tranne Sandy se non erro che viveva altrove) in una casetta davvero magica per l’armonia che regnava e ricordo con dolcezza quell’anno per i tanti momenti vissuti con le ragazze non solo sul palco ma lì, in quella casa…
LA SECONDA (E TERZA) GENERAZIONE
ANTONIO SCARTOZZI
Undici anni di Tropical Gem. Dire una sola emozione è impossibile!
Ballare nei Tropical Gem, non dimentichiamolo, è anche una grandissima responsabilità perché molto spesso dobbiamo chiudere i Congressi e quindi c’è una fortissima pressione. La forza di tutto questo è sempre solo lui, Ferna e quello che lui ti insegna col suo esempio e non a parole: che per essere là devi sempre dare il massimo e superarti ogni volta. Gli elementi del gruppo possono anche non essere i più bravi del mondo ma è il gruppo che fa la forza!
Per quanto mi riguarda gli aneddoti, le emozioni sarebbero tantissimi, troppi. Uno pensa che la più grande emozione sia l’esordio, ma in realtà c’è troppa tensione per godersela fino in fondo. Mi ricordo il mio con Follia Salsera …ti dico solo che ho tirato una botta a Tati che ancora un po’ la faccio volare!
E nemmeno il congedo, perché, personalmente, avevo 41 anni e quindi il mio l’avevo fatto e anche di più: avevo fatto un film, avevo fatto sfilate, avevo fatto il modello quindi il mio congedo è stato molto appagante.
Diciamo che le due coreografie che mi è sempre piaciuto di più ballare sono state Survivor e Diablo Rojo, anche se avevo molte soddisfazioni personali da Una Noche en Nueva York perché avevo una parte che mi addiceva molto. Però tra le emozioni più grandi di sicuro la prima vittoria per Mega Gruppi a Las Vegas, perché è stata la coreografia in cui veramente Fernando guardava anche i minimi particolari, dato che non sapevamo con quali criteri avrebbero giudicato.
Poi una piazza importantissima in cui abbiamo sempre ballato è Berlino: molto particolare per il clima durante gli show, per l’impatto pazzesco quando esci sul palco che non ha eguali perché c’è un pubblico enorme, oltre 3000 persone: esci sul palco e ti trovi davanti questo mare di pubblico.
L’anno in cui abbiamo ballato Omenaje a Celia Cruz, dopo un’altra oretta abbiamo esordito con Survivor. La gente a quel punto non era più seduta, ma era sotto il palco. Era ancora la prima versione, in cui entravo da solo con un tubo e la mascherina. Ti dico solo che sentivo in faccia il vento della gente che urlava, sentivamo la gente che ad ogni ottava scandiva i tempi con noi. Un’emozione davvero unica di indescrivibile!
Poi, sempre a Berlino Diablo Rojo, con cui chiudevamo. Tieni presente che la prima fila è sempre composta da artisti ed erano tutti in piedi. Ero così emozionata che quasi piangevo!
Infine, come ultima emozione, mi piace ricordare Fantàsia, quando l’abbiamo fatta al Teatro della Luna, quando ancora non ballavo con Tropical Gem, ma ero nei Sosa Style e Marco e Fernando mi hanno offerto questa grande opportunità perché dicevano che solo io potevo fare quella parte, quella di Toni Manero. C’era ancora mia mamma, c’erano tutti i miei amici. Mi ricordo quando sono uscito sul palco che un po’ mi sono bloccato nel trovarmi davanti a tutta quella gente perché il Teatro della Luna è veramente enorme ed era stracolmo. Poi sono partito, sentivo la gente che urlava il mio nome e a quel punto non mi ricordo più nulla, so solo che è andato tutto benissimo.
DANIELA CONTI
Non è facile dire un solo momento emozionante della mia carriera nei Tropical Gem.
Però credo che il più emozionante di tutti sia stato quando siamo andati a ballare per la prima volta in Argentina: era davvero la realizzazione di un sogno che la mia famiglia e le mie migliori amiche mi vedessero ballare dal vivo, poi la seconda volta che siamo andati in Argentina siamo andati perfino nella mia città, Cordoba.
Era sempre stato il mio sogno unire i miei “due mondi”, Italia e Argentina, e in quell’occasione ci sono riuscita, ma non era solo il bello di ballare lì, ma anche di poter vivere contemporaneamente la mia famiglia italiana dei Tropical Gem e la mia famiglia argentina.
Una Noche en Nueva York credo sia per me la coreografia piú emozionante, e poi Survivor. La preparazione di questa coreografia per i 10 anni dei Tropical Gem, tutto quello che abbiamo fatto per renderla unica e speciale è stato processo bellissimo, unico! Ogni volta ballarla un viaggio… E infine Locura de mi Mente. Ferna mi ha regalato (così ho “sentito” io la cosa, come un regalo) un momento tutto mio in quella coreografia, in cui ballavo con la musica del tango argentino un pezzo mescolato con il flamenco.
Potrei scrivere un libro sulla mia esperienza con i Tropical Gem, perché dal primo all’ultimo momento, mi ha segnata non solo come ballerina, ma anche come persona. Ricordo ogni cosa, ogni emozione, anche le lacrime, soprattutto all’inizio, perché mi sembrava impossibile di essere lì con loro, col gruppo dei miei sogni. Devo dire grazie alle parole giuste di Sandy, come Maestra e amica, alla fiducia che Ferna ha risposto in me. Sono stati la mia forza.
PRISCILLA BASCHERA
Ricordo la prima volta che sono salita sul palco insieme a loro! Era il 2009, la coreografia era Follia Salsera e il mio ballerino Antonio Scartozzi, a cui mi sono sempre sentita molto legata ed era il mio migliore amico!
Tre settimane prima del debutto mi è venuto un dolore pazzesco al ginocchio: avevo un’infiammazione e per diversi giorni non ho potuto provare. Che paura di non riuscire a realizzare il mio sogno di ballare nei Tropical Gem! Ma alla fine è andata bene: sono guarita e ho ballato con tutto il mio cuore ?
Un momento divertente che mi ricordo, avevamo un Congresso a Benidorm e io dovevo andare in questura per farmi i documenti, sono partita un giorno dopo di loro e avevamo lo show quella stessa serata, mi sono cambiata e truccata sul taxi escono arrivata giusto in tempo per entrare in scena… entravamo dal pubblico, ognuno da una parte, e fino alla salita sul palco loro non sapevano se io ci sarei stata o no! Ma alla fine ci sono riuscita, i saluti facevano parte della coreo ma questa volta erano veri!
Un’emozione – sempre tantissime emozioni! – ma la principale è stata quando dopo due anni che ero già uscita dai Tropical, Ferna mi ha invitato a ballare di nuovo Survivor: dovevano venire in Brasile, e lui sapeva che il mio sogno era ballare con loro a casa mia! Ho pianto come una bimba dopo lo show!
LISA BOATTO
Episodi da ricordare ce ne sarebbero miliardi, ma uno dei momenti più emozionanti è stato sicuramente il debutto- quella sera debuttavano anche Adrian Sevilla Cortes e Jessica Patella – in un locale a Cassinetta di Lugagnano, mi pare si chiami Etoile, e la coreografia era Gardenias. Lì un’emozione pazzesca!
Ricordo un altro episodio in cui ero particolarmente in ansia: un giorno verso sera mi chiama Ferna e mi dice: “Stasera devi ballare con me.” Un attimo di silenzio perché ero praticamente morta al telefono…“Come devo ballare con te? ?” Praticamente, Sandy e Taty erano su un volo che era in ritardo, non c’erano neanche Daniela e Priscilla, e io ho dovuto ballare con lui, dopo un mese e mezzo che ero entrata nel gruppo, senza aver mai ballato prima con lui, mai provato con lui… È stata un’emozione bellissima, ballare col Capo, e poi un Capo come lui! Però veramente ero nel panico.
Di episodi ce ne sarebbero davvero miliardi, dai viaggi, alle prove che facevano parte della nostra routine quotidiana. Tropical Gem è una famiglia, è una parte breve della mia vita che porterò sempre nel cuore e ringrazio Ferna e Rafa (all’epoca c’era ancora anche lui) di avermi dato l’opportunità di farne parte e di vivere momenti ed emozioni meravigliose.
ADRIAN SEVILLA CORTES
Il mio primo impatto con i Tropical Gem è stato sicuramente a Benidorm, dove loro hanno presentato il musical Fantàsia. Mi hanno fatto sognare in un modo incredibile e lì ho deciso di cambiare la mia vita e andare in Italia per studiare con loro, e magari un giorno riuscire addirittura a ballare con loro. E un anno dopo, mi sono esibito su quello stesso palco, dove l’anno prima li avevo visti esibirsi dal pubblico, insieme a loro in un gruppo che si chiamava Ferna Hip Hop.
Poi sono entrato nei Tropical Gem e mi ricordo un’esibizione di Survivor a Portorico, è stata pazzesca, perché quella coreografia aveva un impatto fortissimo sul pubblico. Se c’erano 100 persone, si alzavano in piedi in 100, se ce n’erano 3000, si alzavano in pedi in 3000, come è successo a Berlino, uno di quei palchi enormi, con un pubblico enorme, che ti mettono addosso una pressione fortissima, anche lì è stato davvero pazzesco.
Così come è stato pazzesco a Berlino lo show Diablo Rojo: abbiamo avuto una standing ovation incredibile! Ci siamo guardati quando siamo scesi dal palco e ci siamo abbracciati, è stato un momento davvero magico. Ecco, quegli abbracci che scambiavamo alla fine degli show, e di alcuni in particolare, erano davvero speciali.
JESSICA PATELLA
La prima cosa che mi viene in mente sono sicuramente i momenti prima di ogni spettacolo, tutti insieme, perché si crea un’energia particolare, perché si è tutti in agitazione, tutti con tanta voglia di ballare, è un momento di unione molto forte.
Ci scaldavamo tutti insieme, ci mettevamo a provare, ognuno coi suoi riti propiziatori – tutti i ballerini hanno i loro riti! – qualcuno aveva anche un suo ordine per chi salutare prima, chi dopo, prima di salire sul palco!. Ecco, la cosa molto bella che mi ricordo è proprio questa unione che ci caricava prima di salire sul palco.
ALICE SIROSI
Direi che la coreografia che ricordo con maggior emozione è Impacto a Las Vegas perché nel periodo che sono stata nel gruppo è stata quella che abbiamo provato di più e con maggiore aspettativa.
L’emozione più grande praticamente subito quando sono entrata nel gruppo per fare le due tournèe Messico/Las Vegas e Brasile/Argentina/Uruguay… perché non mi sembrava vero di poter ballare da un giorno all’altro in quei posti con loro.
Anche l’esperienza del film è stata bellissima. Divertente perché essendo io la new entry mi prendevano in giro per l’accento ? la parola “giro” mi ha immediatamente battezzata come “giairo”, e per due anni come aprivo bocca io dicevano tutti in coro “facciamo un giairo” ??
FEDERICO VITALE
A dire il vero, non sono mai riuscito a ballare ufficialmente coi Tropical Gem. Anche se ho provato con loro durante un intero anno, non sono mai riuscito ad esibirmi sul palco con loro.
Ad ogni modo, i momenti che ricordo di più del mio periodo Tropical Gem sono quelli tutti insieme e quelli in sala prove, dopo aver appreso due delle migliori coreografie, Una Noche in Nueva York e Diablo Rojo.
Oltre a un sacco di studio ed esperienza che ancora oggi continua ad essere di riferimento nella mia vita professionale
PATRICIA SÁNCHEZ LÓPEZ
Anche se ho provato con loro, non ho mai davvero ballato con loro.
Un momento particolare che ricordo di Ferna, è quando nel primo film che abbiamo fatto a New Orleans, dove eravamo distrutti perché il regista capiva poco di ballo e faceva rifare tipo venti volte di seguito, e lui ci caricava di brutto per farlo bene nonostante fosse anche lui stanco morto.
Le prove era come nelle famiglie: ricordo tante risate, musica a palla, tutti a riscaldarsi, Manero (il cagnolino di Antoni Scartozzi -ndr) in giro… ma quando si iniziava, solo tanta serietà, impegno e lavoro.
Ho imparato tanto e mi porto nel cuore tante cose che ho apprezzato molto, soprattutto dopo, con il passar del tempo.
GIORDANO FILIPPO
Un momento divertente del mio trascorso nei Tropical Gem? Tutti i giorni quando arrivavi alle prove e da lontano sentivi una musica che mano a mano che ti avvicinavi aumentava sempre di più, come se ti stessi avvicinando a una discoteca, fin quando non ti sentivi davvero come dentro a una discoteca… ma cos’era? Antonio Scartozzi che arrivava in macchina con Manero, il suo cane, che era come una sfinge, immobile, seduto lato passeggero, con la musica a palla! Anche fuori della sua auto la musica era ad un volume quasi insopportabile, ma Antonio e Manero erano dentro la festa e quando l’auto si spegneva ed entravano in sala, venivamo travolti dalla loro energia e la giornata iniziava con una marcia in più!
Il momento più bello per me è stato sicuramente la prima di Diablo Rojo al Camana, circondato da tanti ma tanti amici e persone che erano lì per fare il tifo, comunque ogni posto, festival o locale che sia, suscitavano sempre un’adrenalina pazzesca in me!
MARIKA BIANCO
Sicuramente non dimenticherò mai la prima al Camana con Diablo Rojo: locale stracolmo con più o meno 700 persone e tra loro tantissimi nuovi amici, che ci sostenevano con cartelloni e urla! Dopo un’anno di prove è stata davvero una grande emozione..
FEDERICA GIULIANO
Il momento più emozionante, sicuramente la mia prima data, me la ricordo ancora… Era l’addio di Antonio Scartozzi (che poi a dire il vero ha continuato a ballare con noi per un altro anno) la coreografia era “Survivor” al Camana, dietro le quinte a scaldarsi con tutti loro Ferna, Taty, Adry Jessica, Anto, Dani ecc…E il momento memorabile è stata la prima volta che abbiamo fatto tutti insieme la preghiera di Tropical Gem (che oggi non facciamo più, perché abbiamo un’altro tipo di saluto).
Ho avuto tanti momenti emozionanti… la prima volta a Las Vegas, il primo videoclip girato con loro, il film insieme a loro, la prima data a due coppie in coppia con Ferna, e poi Sanremo, Italia’s Got Talent, la crociera…Sono davvero tantissimi episodi, momenti, eventi!
LUCIANO GARCIA TORRES
Due momenti fra tutti mi ricordo legati ai Tropical Gem: la prima volta che li ho visti esibirsi al Congresso di Ginevra nel 2004, se non mi sbaglio, è stato un colpo al cuore! Erano Ferna e Alyra e mi sa che il giorno dopo hanno fatto AstroSalsa.
Il secondo, la mia prima nazionale in Italia, al Salseando Beach. Lì è stata un’emozione molto molto molto forte vedere la gente stando sul palco. E poi, un’altra emozione incredibile, a Las Vegas con Impacto.
Detto così può sembrare che far parte di questo gruppo, sia solo un insieme di momenti precisi e forti, un insieme di episodi e di emozioni, ma Tropical è qualcosa in più. Una forza comune che porta a superarsi sempre nel ballo, ma anche nella vita. Tropical ti spinge sempre a dare di più, in tutti i sensi. Ha dato a tutti noi, una “battaglia” comune e personale da affrontare e vincere.
ARIANNA ANTONELLI
Allora tutto emozione dall’inizio alla fine! Ma in particolare penso a due momenti: il primo, prima di salire sul palco quando abbiamo fatto Impacto a Eventopeople, che non riuscivo a smettere di piangere, perché era la mia prima esibizione con il gruppo anche se già avevo fatto il musical: è stata pazzesca!
Il secondo, quando ho deciso di lasciare. Lì invece è stato devastante perché Tropical Gem è una famiglia, sono le persone con cui passi 24 ore al giorno, dalla sala prove ai viaggi in macchina e in aereo, le persone con cui mangi e dormi e quando decidi di lasciare sai che perdi sì il ballo e gli show, ma soprattutto perdi quel sentirsi parte della famiglia.
La cosa più emozionante, aldilà dei singoli momenti, comunque è stata passare “dall’altra parte”: dopo 12 anni che li conosci e li segui, non essere più tra il pubblico ad applaudire ma sul palco con loro, che sono stati il tuo punto di riferimento per anni, e sapere che nel tuo piccolo – perché io mi sono sempre considerata un passo indietro rispetto a un Ferna e una Taty, che sono sempre stati i miei Maestri – in ogni minuto di coreografia hai contribuito a trasmettere le emozioni che tutto il gruppo voleva dare al pubblico, sono cose che non si possono spiegare a parole.
Soprattutto dopo anni e anni di sacrifici, perché a differenza dei ragazzi che ci sono oggi che sono dei veri e propri talenti per cui in un attimo imparano tutto, a me serviva studiare molto più tempo per imparare una coreografia.
DEBORAH CICCALDO
Di momenti emozionanti, il primo è stato quando Ferna mi ha detto che sarei entrata nel gruppo e che avrei debuttato in Animals (una delle mie coreografie preferite) il secondo É stato TG History e aver potuto condividere il palco con tutti o quasi i vecchi Tropical Gem, e il terzo, non meno importante, la prima vittoria a Las Vegas nel 2016.
Di episodi divertenti ce ne sono tantissimi però quello che mi divertiva di più erano le prese in giro di ognuno di noi quando dormivamo con facce assurde nel furgone o in aereo, paragonate a quelle di personaggi dei cartoni animati ?
E coreografie, preferite dovrei elencartele tutte perché ognuna di loro mi ha lasciato qualcosa che tutt’ora emoziona… ovviamente Survivor, che è stata la prima coreo di Tropical Gem ballata con i miei compagni del Musical, Animals che, come ripeto, ha segnato il mio debutto, Sonido Bestial che è stata la più dura è difficile per me, come prima coreo completamente salsera, Homenaje a Victor Manuelle un’emozione dall’inizio alla fine, e Impacto… bè, innamorata!
ALESSIO PIEMONTESE
Ricorderò sempre tutta la mia esperienza passata nei Tropical Gem, dalle prove a tutte le esibizioni fatte nei locali e nei Congressi in giro per il mondo, ma i ricordi più belli sono i campionati vinti a Las Vegas con Impacto e Full Metal Gem.
GIULIA TURRINI
Ci sarebbe mille cose da raccontare sulla mia esperienza nei Tropical Gem, comunque penso che la cosa più bella per me sia stata questa.
Ho iniziato a studiare in Sosacademy, all inizio con Sandy, poi ho introdotto sempre più corsi, andavo lì e mi impegnavo, mi impegnavo sempre di più sperando che un giorno tutto il mio impegno mi avrebbe ripagata, anche se sembrava impossibile.Ricordo di aver visto Diablo Rojo dal vivo e l’unica frase che mi uscì dalla bocca fu: un giorno anche io desidero ballare una coreografia di questo calibro…Alla fine, dopo tanti anni, é successo davvero!
Il primo giorno di prove ero talmente nervosa che lungo la strada da sola continuavo a ripetermi di stare calma, che sarebbe andato tutto bene, che avrei fatto del mio meglio.. Entrai, e in mezzo a quei mostri sacri (Jessica, Adri, Anto Scartozzi, Tati e ovviamente lo stesso Ferna) mi sentii veramente piccola…
Ma la cosa più bella di Tropical Gem è che ti fa alzare sempre di più l’asticella, ti fa superare i tuoi limiti e ti porta a dare sempre e solo il meglio di te.
Ho trovato una seconda famiglia, ho fatto esperienze uniche che mi hanno insegnato tanto, e nonostante tutti i sacrifici per essere sempre all’altezza del nome Tropical Gem, penso che finora, quelli con questa compagnia, siano stati i tre anni più belli della mia vita.
ANTONIO LEONE
Il primo momento emozionante legato ai Tropical Gem è la sera in cui Ferna ha chiesto a me e ad Angelica quando avremmo finito la scuola e quando gli abbiamo detto dopo tre anni, lui ci ha detto che dopo tre anni avremmo potuto cominciare a provare coi Tropical Gem. Ne siamo rimasti così colpiti e felici che ci siamo chiesti se valesse la pena aspettare così tanto, perché il treno passa una sola volta in questa vita…Ci siamo consultati coi nostri genitori e con Ferna stesso e abbiamo deciso di lasciare la scuola e buttarci in questa nuova avventura. Tra la decisione e l’entrata in aula per le prime prove è stato un periodo molto ricco di emozioni: lo riempivamo di messaggi, con mille domande.
Un altro ricordo è Benidorm: un Congresso molto importante, che aspettavo con tanta emozione. E il pomeriggio in camera Anto, Adrian, Giordano dormivano e io che ero già in ansia per dover ballare sul palco quella sera mi dicevo “ma come fanno ‘sti tre a dormire tranquilli?” Le mie emozioni erano ancora molto acerbe, poi ho imparato a controllarle e mi sono reso conto che il sonno a volte era fondamentale prima degli spettacoli. Però in quel momento a Benidorm, ero grato ed emozionato per essere lì con loro e vedere realizzati i miei sogni.
Poi mi ricordo il primo stage che ho fatto in Turchia in coppia con la Maestra Tatiana Bonaguro, ed ero nel panico. Con Angelica avevamo già fatto una tourneè di un mese i Giappone da soli, dove dovevamo gestirci stage, spettacoli, parlare in inglese, e già quella era stata una grande esperienza, però fare uno stage in un Congresso famoso, oltretutto con Tatiana, ero tesissimo…sono partito a razzo con il riscaldamento, ero in ansia da morire. Anche perché negli stage si cerca sempre di riportare l’energia degli spettacoli di Tropical Gem. E mi era sempre stato detto che indossare quella maglia è un privilegio, un dono che va onorato, cercando di migliorarsi ogni giorno e cercando di guadagnarselo ogni giorno con l’impegno e con lo studio.
Era una continua prova, un cercare di superare se stessi per diventare sempre migliori.
E ora che non siamo più nel gruppo e studiamo in Accademia quei piccoli dettagli, quelle prove, le responsabilità, il rispetto per l’altro, la precisione, l’orario sono ormai radicati in me e sono veramente grato per l’insegnamento che quella esperienza mi ha regalato.
Per me Tropical Gem è stato tante cose, ma soprattutto una grande scuola di vita.
ANGELICA VIOLATO
Il momento più emozionante della mia carriera è stato sicuramente Las Vegas, quando abbiamo vinto con la coreografia Impacto. E mi riferisco in particolare all’abbraccio che ci siamo dati dietro le quinte, con tutti i miei compagni e il discorso motivazionale di Ferna e di Antonio Scartozzi… Non dimenticherò mai quegli sguardi!
La coreografia che porterò sempre nel cuore è Sonido Bestial, il mio debutto.. in quel periodo ho imparato cos’è la dedizione, la perseveranza, e lo spirito di raggiungere un obiettivo semplicemente per la gioia di farlo!
RODRIGO GIMENEZ
Un momento divertente è stato in aeroporto stavamo partendo non mi ricordo se per Miami o Singapore, e dovevamo fare uno scalo ed eravamo in ritardo allo scalo, mancavano tipo 30 minuti, ci siamo messi a correre tutti quanti, ma proprio forte perché il gate era lontano e dovevamo fare pure il controllo dei passaporti. Comunque, arriviamo al gate Ferna, Vincenzo, Fede, Giulia ed io e mancava Taty che stava arrivando e Fernando ha detto alla persona che era alla porta del gate: “Basta, ci siamo tutti, puoi chiudere!” ?
Il momento più emozionante nei Tropical Gem per me è stato quando abbiamo ballato in Uruguay e Argentina, perché c’era tutta la mia gente che non mi vedeva e non mi vedeva ballare da un anno perché ovviamente i Tropical Gem vanno in Sudamerica solo una volta all’anno.
FEDERICA ROMANO
È impossibile soffermarsi su un momento emozionante, quando vivi lo stile di vita dei Tropical Gem i momenti emozionanti sono la routine quotidiana…
Momenti tutti diversi ma con immensa emozione come vivere il palco di Sanremo, America’s Got Talent, Video clip musicali e innumerevoli tour mondiali, Las Vegas, Messico, Perù, Atlanta, Bahamas.
Tutte tappe importanti, ma sicuramente uno dei momenti per più emozionanti è stato quello di ballare uno dei miei show preferiti Vengo del Monte con Fernando, dover cambiare tutto poco prima dello show a causa di una brutta influenza improvvisa di Tatiana. In quel momento ho dovuto dimostrare davvero di essere in grado di indossare quella maglia così prestigiosa ed è stato un’emozione che porterò sempre con me!
Devo tanto a Fernando Sosa, le occasioni e le opportunità che mi ha dato sono uniche e faranno sempre parte del mio cuore e lo ringrazierò sempre per aver trasformato tanti miei sogni in realtà!
VINCENZO FUMMO
Tra i tanti, credo che i più emozionanti siano stati il mio esordio, un 26 maggio al saggio della Sosa Academy, seguito dal mio primo Las Vegas dove abbiamo vinto con la coreografia Full Metal Gem. Ma in primis Vengo del Monte al Camana in due coppie eravamo Ferna e Taty e Federica Romano ed io. Ballare in quella situazione, in due coppie al Camana e stato realmente troppo emozionante!
Tra i momenti divertenti, oltre alle numerose partite alla play con Rodrigo o gli scherzi fatti a tutti i ragazzi, i video fatti… ma credo che quello per cui ancora oggi ci ridiamo su, è che siccome ogni tanto io ho la testa fra le nuvole e vivo un po’ nel mio mondo, una volta, dopo lo spettacolo al Mascalzone Latino a Salerno – era una delle mie prime uscite! – mi sono dimenticato la valigia in albergo e me ne sono accorto quando eravamo a Foggia per fare un altro spettacolo! Per fortuna alla fine tutto si è risolto per il meglio!
Un’altra cosa molto emozionante è la carica della gente di Uruguay… ma qualsiasi spettacolo regala un’emozione diversa e bellissima.
GIULIA GALPAROLI
Aver fatto parte di Tropical Gem è stato davvero un onore per me e ringrazierò sempre Fernando Sosa per avermi dato questa opportunità.
Di momenti emozionanti ce ne sono davvero tanti! Uno dei momenti che mi è rimasto nel cuore è quando abbiamo ballato Vengo del Monte a Bangkok, in Thailandia. Era la mia coreografia preferita. Eravamo io, Rodrigo, Ferna e Taty. Ballare in coppia di fianco a Fernando Sosa e Tatiana Bonaguro, senza il resto del gruppo, non è una cosa facile.
La pressione era tanta, ma anche la voglia di ballare. Quando è partita la musica, non ho più pensato a nulla, solo a ballare. È andata bene. Ricordo la sensazione di aver dato tutto e alla fine dello show gli applausi della gente.
È qualcosa che non dimenticherò mai.
YURI COLUCCI
Con Tropical Gem è tutto emozionante!
Però ci sono due momenti. Primo il debutto proprio a Las Vegas con il primo show con Tropical Gem, perché è il momento in cui ho sentito che si stava realizzando quel sogno che coltivavo da tanti anni (Tropical Gem è il primo gruppo che ho conosciuto nel mondo della salsa, ed essendo io un grande amante di quel gruppo e avendo un gruppo mio, mi sono sempre ispirato a loro). Quindi ballare sul palco insieme a Fernando Sosa che è sempre stato il mio idolo in più a Las Vegas, che era un altro mio sogno, è stato più che emozionante!
Un momento molto emozionante, quasi altrettanto se non di più insomma, è stato il debutto un anno dopo con la nuova coreografia al Salseando Beach. Il debutto di una nuova coreografia al Salseando è una cosa che avevo sempre visto prima in video e poi dal vivo come spettatore e già mi ero emozionato da spettatore! Quindi quell’anno riuscire a vivere quel debutto da protagonista sul palco, con tutto il pubblico che aspetta la nuova coreografia Tropical Gem… è stato davvero tanto emozionante!
Mi ricordo anche un episodio divertente. Una sera andiamo in un locale sopra Milano a fare uno show e ad non certo punto eravamo nello spogliatoi e Ferna ci dice: “Ragazzi non ho il vestito per lo Show”. Ci siamo guardati tutti e siamo scoppiati a ridere: impossibile che fosse capitato proprio a Fernando, l’uomo solitamente perfetto… anche perché se una cosa del genere fosse capitata a un ballerino Tropical Gem, avrebbe segnato la fine della sua carriera! Comunque abbiamo risolto: camicetta nera, e via! Però vivere quel momento è stato bellissimo!
FUORI DAL CORO
FULL PROJECT
(Parlano Gigi Bellomo e Gigi Bianco – ndr) Allora noi abbiamo lavorato con i Tropical Gem in tre occasioni: la prima noi due Gigi abbiamo fatto un’apparizione al Life di Malaga durante Survivor, poi abbiamo lavorato con loro nel film The Latin Dream ed è stata un’esperienza incredibile, ricca di emozioni sia quando l’abbiamo girato una prima volta a a New Orleans sia quando lo abbiamo girato di nuovo a Milano. Infine abbiamo lavorato con loro, con tutto il gruppo, quindi oltre a noi c’erano anche Stefano Birindelli, Leonardo Terzulli, Saverio Petaroscia e Michele Del Vecchio nella gara per Mega Gruppi a Las Vegas.
Allora, premessa: Ferna ci ha avvertito della cosa un mese prima, e avevamo addosso un’ansia ‘da prestazione’, diciamo, incredibile, perché avevamo paura di non essere all’altezza e i ragazzi non hanno dormito praticamente da quando l’hanno saputo fino a quando siamo saliti sul palco! Ci siamo visti per provare tutti insieme in tutto tre volte e praticamente abbiamo visto Ferna soltanto la prima volta e già lì ci aveva spiazzati per il modo in cui ci ha spiegato la coreografia. Lui si è messo lì con un fogliettino facendo i disegnini… un po’ come Mourinho coi giocatori dell’Inter. E lui aveva in mente questa coreografia pazzesca, con effetti quasi da circo, prese di qua salti di là, figure su figure…un macello. Un macello fatto molto bene, ma…. Complicato. E lui spiegava tutto con i disegni sì sul foglietto! La seconda volta ci siamo visti con il gruppo tutto insieme, ci siamo trovati a metà strada alla scuola di Yuri, ma Ferna era già a Las Vega e la terza direttamente a Las Vegas, quando abbiamo fatto le prove generali.
Lavorare con loro stata un’esperienza molto costruttiva per noi e anche per i nostri ragazzi: abbiamo scoperto un modo diverso di lavorare, ci hanno costretto a rispettare altre regole diverse da quelle a cui siamo abituati, abbiamo scoperto diciamo alcuni dei loro segreti e il tipo di lavoro che fanno. E ne abbiamo fatto tesoro.
IL PRESENTE E GLI ULTIMI INGRESSI
Oltre a Fernando Sosa, Tatiana Bonaguro, Federica Giuliano, Rodrigo Gimenez e Vincenzo Fummo, l’attuale formazione dei Tropical Gem comprende alcuni giovanissimi elementi nuovi.
JENNIFER TSUAH
Per me ballare nei Tropical Gem è stato ed è un grande onore: un onore far parte di questa bellissima famiglia, un onore che comporta molte responsabilità ma grazie a quelle responsabilità, ballare riempie le nostre anime e, cosa più importante di tutte, siamo felici di fare ciò che amiamo di più!
OMAR LÓPEZ
Per me, ballare nei Tropical Gem, la migliore compagnia del mondo, è un sogno e un sogno che ho avuto nella mia testa per 9 anni senza saperlo. Ora per me è diventato uno stile di vita che non mi pento di aver intrapreso.
Il mio debutto (21 dicembre 2019 – ndr) …penso che le parole non sarebbero all’altezza, per la quantità di emozioni indescrivibili che ho vissuto non solo il giorno del debutto, ma durante l’intero percorso e la preparazione per arrivarci, la preparazione anche fisica per il debutto. Devi essere fisicamente, mentalmente ed emotivamente molto forte, in ordine e controllato. Questo richiede uno sforzo di squadra, ma non potremmo farlo senza un capo, un leader che sa ottenere il meglio dalle persone e da coloro che lo seguono, e questo è Fernando Sosa.
Il giorno del debutto ho sentito i nervi più forti che ho potuto sperimentare in tutta la mia carriera artistica come ballerino, dal primo di dicembre, fino al 21, fino al momento in cui ho finito di ballare con i miei compagni.
E naturalmente sono molto grato non solo al mio insegnante Fernando che mi ha dato questa opportunità, ma anche ai miei colleghi per avermi accettato e perché mi fanno sentire sempre il loro pieno sostegno!
SOFIA TANFOGLIO
Per me Tropical Gem è davvero un sogno che si realizza! Era il 2013 quando li ho visti ballare per la prima volta al Camana, ricordo ancora quel giorno come se fosse ieri: facevano la coreografia Diablo Rojo (una delle mie coreografie preferite), e da quel momento ho iniziato a guardarmi tutti i loro show, volevo fare tutti i loro stage, ero piena di loro foto… insomma ero una vera e propria fan sfegatata! Ho partecipato a tanti eventi in cui loro tenevano lezioni e dal 2017 mi sono iscritta alla Sosa Academy: non mi sembrava vero studiare con loro tutte le settimane!
E poi… ad Agosto 2019, è arrivata la proposta di allenarmi con loro. Non ci credevo: uno dei miei sogni, forse il più grande di tutti, si stava avverando! E da lì ho scoperto che Tropical Gem non é solo un gruppo di ballo, ma una vera e propria famiglia.
Prima che me ne rendessi conto, è arrivato il 21 dicembre 2019, la prima della coreografia Descarga de la Luz, che segnava il debutto mio e di altri tre miei compagni. Da una parte ero emozionata e onorata di salire sul palco con il gruppo che sempre ammiravo da sotto il palco, ma dall’altra ero agitatissima, e devo dire che anche qui il gruppo mi ha aiutato molto… anche se durante la presentazione, come in tanti sanno, non sono riuscita a trattenere le lacrime.
Anche se sono entrata solo da pochi mesi nel gruppo, Tropical Gem per me è una vera e propria famiglia, ci sosteniamo a vicenda per qualsiasi cosa.
SAMUELE BRUNO
Fin da quando ero piccolo ho sempre amato ballare, non ho mai fatto nessun altro tipo di sport, nessun tipo di attività fisica: fin da bambino ascoltavo la musica e ballavo.
A sei anni quando ho iniziato la scuola elementare, tutti i bambini si iscrivevano a calcio, a basket, a karate. A me non interessava niente, l’unica cosa che volevo era ballare e iscrivermi a una scuola di danza.
Un giorno su un autobus ho visto la pubblicità di una scuola che era la Sosa Academy, però né io né mia mamma siamo riusciti a prendere il numero. Guarda caso, tornando a casa, abbiamo trovato nella cassetta della posta un volantino proprio di quella scuola!
Così mi sono iscritto: prima breakdance e poi hip-hop, poi ho conosciuto Fernando e ho iniziato a studiare salsa. Da lì la mia ‘carriera’, diciamo, ha preso il via, anche se ovviamente ancora di carriera non si poteva parlare.
Ballare è L a cosa che mi fa sentire vivo: quando sto bene, ballo, quando sto male, ballo, quando mi annoio, ballo! È una cosa che richiede molta dedizione, non tutti ci sono portati però se uno si impegna davvero e ci crede può arrivare dove vuole.
Fino a qualche giorno prima del debutto, avvenuto anche per me il 21 dicembre scorso, ero convinto che non avrei provato nessuna emozione particolare, che sarebbe stata una cosa normale andare sul palco a fare uno spettacolo perché comunque sono cresciuto con i Tropical Gem, studiando con loro fin da bambino, quindi non ero tanto emozionato…. ma finché non sei lì, finché non la vivi, non ti rendi conto di cosa significhi! Credo sia stata l’emozione più grande della mia vita e spero di viverne ancora tantissime insieme a loro.
Un’emozione così forte io non l’ho mai provata! Perché quelli che sono sempre stati i miei Maestri, i miei punti di riferimento, i miei amici, sono diventati i miei colleghi. Credo che che per un Maestro non ci sia soddisfazione più grande di quella di vedere un proprio allievo che fin da piccolo si è impegnato con tutto se stesso, ballare al suo fianco.
E nello stesso tempo credo che anche per l’allievo, riuscire ad arrivare a ballare al fianco del proprio Maestro, sia un’emozione impareggiabile: per me, adesso, ballare di fianco a Fernando e Tatiana è davvero un sogno diventato realtà.
Sono emozioni indescrivibili, e ogni volta che salgo sul palco con loro le riprovo ed è come se fosse di nuovo la prima volta!
SERENA FUMMO
Per me ballare nei Tropical Gem, in questa grande famiglia è un sogno realizzato. Era un mio obiettivo da quando ho iniziato a ballare salsa e li ho scoperti! Li ho sempre seguiti, ogni volta che potevo, cercavo sempre di studiare con loro nei vari Congressi e in Sosa Academy, per me è sempre un’emozione anche una semplice prova in sala! Il debutto è stata la conferma della realizzazione del mio sogno. Il 21 dicembre è stato un giorno indimenticabile, un momento prezioso per me e non vedo l’ora di riprendere questo percorso e provare tante bellissime emozioni.
IL FUTURO
Per parlare del futuro, ritorniamo all’inizio. E ci piace chiudere con un pensiero dei due leader, la Maestra Tatiana Bonaguro, per le donne e il Maestro Fernando Sosa, leader indiscusso del gruppo, anima ed energia dei Tropical Gem, a cui lasciamo l’ultima parola.
TATIANA BONAGURO
Fino ad oggi ho sempre vissuto, e vivo, delle emozioni fortissime con il gruppo, anche perché ogni anno è un traguardo importante, ogni anteprima una sfida nuova e aiutare Fernando anche nella gestione del gruppo è per me occasione di crescita a livello lavorativo oltre che creativo.
Far parte di una delle migliori compagnie al mondo ovviamente è una cosa molto emozionante, ma comporta anche grandi responsabilità, che mi portano a svegliarmi tutti i giorni con un obiettivo, personale e comune insieme ai miei compagni: cerco di dare sempre il massimo per me stessa e per il gruppo.
Ma tutto ciò non sarebbe possibile senza la passione che nutro per la salsa, per questo lavoro… e per la “maglia” Tropical Gem. Sono nata Tropical e morirò Tropical! ?
FERNANDO SOSA
Oggi, tirare una riga sui vent’anni, vuol dire tirare una riga di felicità perché sono nettamente più le soddisfazioni che le delusioni, sono nettamente più i sì che i no, sono in pace con me stesso e con tutti i ballerini che sono passati nel gruppo, ho ripreso relazioni con tanti, anche con alcuni con cui non mi vedevo e non mi sentivo da tempo, sono una persona diversa, un uomo più maturo. Alla soglia dei 43 anni fai pace con un sacco di cose perché la vita prende altri ritmi, ci sono altre cose importanti.
Sono veramente felice di questi vent’anni di Tropical Gem, l’altro giorno in un video l’ho detto, ringrazio veramente tutti quelli che sono passati da poco o tantissimi anni, perché in qualche modo hanno fatto parte anche loro di questa meravigliosa cavalcata…
Tiro una riga, ma tiro una riga dicendo che la riga continua perché la passione c’è, anzi, adesso ho promesso ai fans che torneremo più forti di prima, dopo questa quarantena, anche per loro! Per dare vita, per dare energia alla gente che ci segue da sempre.
Quindi la mia riga è una riga continua. Definirei proprio cosi la riga dei Tropical Gem dei vent’anni, una riga continua: la tiro fino a qui con molta felicità, ma in realtà non è fino a qui, perché la riga va avanti.
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