Julio Rojas nasce il 23 luglio 1986 a Cumaná, in Venezuela.
È un ballerino, un insegnante e un coreografo con oltre 15 anni di esperienza ed una propria compagnia di ballo: la Saoco Dance Company.
È stato il ballerino di numerosi cantanti di fama mondiale come Victor Manuel, Oscar de Leon, Sonora Ponceña, Richie Ray, Bobby Cruz, Junior Gonzalez, El Gran Combo de Puerto Rico, Los Van Van e Olga Tañon.
Abbiamo approfittato del World Salsa Meeting, tenutosi a Milano il 24-25 e 26 Gennaio, per conoscerlo più da vicino…
– Julio, quando hai capito che volevi fare il ballerino nella vita e perché hai scelto proprio la salsa? –
– A 16 anni circa. Ho iniziato a studiare danza da piccolo e mi sono diplomato in danza contemporanea secondo il metodo di Martha Graham, che è una tecnica molto astratta, ma non ballavo spesso la salsa, solo qualche volta.
Io volevo diventare un ballerino di Brodway, non consideravo la salsa come danza a livello professionale, era troppo semplice e folkloristica per me.
Poi, anche grazie al fatto che ho dovuto iniziare a viaggiare fuori dal Venezuela, ho scoperto diverse culture e ho iniziato a lavorare con grandissimi artisti di fama internazionale e musicisti. Da lì è nato Julio come ballerino di salsa, prima sull’1, e poi mi sono innamorato del mambo e del break on 2, che considero lo stile che mi appartiene di più ed è la mia vita da circa 18 anni a questa parte. –
– A chi ti sei ispirato nella tua formazione? –
– Sicuramente a moltissimi maestri che ho incontrato nel mio paese, in Venezuela, che purtroppo non si conoscono a livello internazionale, ma hanno un grandissimo talento unico nel loro genere. Come ballerini di fama internazionale per me il numero uno è Johnny Vasquez. –
– Qual è la principale differenza tra Italia e Venezuela nell’insegnamento e, in generale, nell’approccio al ballo? –
– Secondo me non è vero ciò che si dice sempre, ovvero che i latini hanno il ballo nel sangue; un italiano, oppure un orientale, possono imparare a ballare come o anche meglio di un latino.
In Venezuela il ballo caraibico che si vede nei locali e alle feste non è quello che si insegna nelle scuole, ciò che si insegna serve per fare gli spettacoli, non anche per divertirsi la sera come in Italia.
Lo stile più diffuso in Venezuela è simile alla salsa cubana, non ci sono troppe figure e non si balla molto in linea, anche se in realtà piace anche il ballo in linea perché tutti ammirano ciò che viene da NY, e dagli USA in generale, perché già solo il fatto che provenga da lì è visto come qualcosa di fantastico.
In Venezuela i maestri non insegnano per soldi, lo si fa solo per amore, per passione, perché purtroppo non si può arrivare alla fine del mese facendo solo l’insegnante di ballo. –
– Raccontaci qualche novità per il tuo 2020. –
– Quest’anno ho cambiato la mia partner nel ballo. Con Jessica Quiles, con cui ballavo fino allo scorso anno, abbiamo deciso di non continuare assieme ma siamo rimasti in ottimi rapporti. Ora ballo con una ballerina italiana, Fabiana Leone.
Qui al Salsa World Meeting 2020 abbiamo fatto il nostro primo show di coppia per la terza volta e sono molto soddisfatto dell’esibizione.
Ora inizieremo a viaggiare spesso in giro per il mondo, anche in Asia e Africa.
Ho due team, uno in Belgio e uno in Spagna, e sono molto orgoglioso del lavoro di questi ragazzi.
Non ho quasi più date libere per tutto il 2020, quindi devo dire che mi aspetto grandi cose per quest’anno! –
– C’è una tua esibizione che ricordi in particolare e non scorderai mai più, una di quelle che porterai sempre nel cuore? –
– Sì, circa 13 anni fa, quando ho avuto la possibilità di essere il ballerino di Richie Ray e Bobby Cruz, che per me sono tra i migliori musicisti a livello mondiale. Una sera mi sono esibito ad un loro concerto in uno stadio con circa 15.000 persone, è stata un’emozione fortissima perché era la prima volta che prendevo parte ad uno spettacolo di così grande portata. –
A cura di: Chiara Saragò
Graphic work by: Francisco Rojos
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