Il 2020 di Dustin Richie si è aperto alla grande, con un concerto all’Eleven Black di Galliate (NO) che ha fatto scatenare i fans ed i ballerini accorsi per applaudire uno dei bachateri più in voga del momento. Al termine del suo show e delle foto di rito con i fans, ci siamo trasferiti in un luogo un po’ più acusticamente isolato (la serata danzante è continuata, n.d.r.) ed abbiamo intervistato l’artista.
Per chi parla spagnolo, qui sotto c’è il filmato integrale dell’intervista, per gli altri, vi facciamo qui la traduzione.
Innanzitutto Dustin ha detto di sentirsi come a casa quando viene in Italia (ha partecipato ai festival estivi, a Milano e in Calabria, oltre alle varie date nei locali), sia per le sue origini italiane (i suoi bisnonni materni erano di Cosenza), che per il calore del pubblico nei suoi confronti.
Alla bachata si è avvicinato da piccolo, quando viveva a Cuba, dov’è nato: suo padre gli portava i nastri dei grandi bachateros dominicani e lui se ne è innamorato, continuando a coltivare poi questa passione anche quando si è trasferito in Europa (vive in Germania, n.d.r.). I suoi modelli erano Frank Reyes, Anthony Santos, artisti che oltre a cantare componevano la propria musicai. Questo lo ha spinto ad essere anche l’autore delle sue canzoni, i cui testi sono frutto di sue esperienze autobiografiche: la bachata lo aiuta a tirare fuori la parte più sentimentale del suo carattere, che poi lui traduce in musica. Essendo nato come arista urban, poi, ha deciso di fondere lo stile tradizionale della bachata dominicana con quello più fresco e moderno proveniente dall’hip-hop e dal rap.
Il 2019 è stato un po’ l’anno della consacrazione, in cui le sue bachate sono arrivate praticamente dappertutto, il 2020 quindi sarà un anno molto intenso per Dustin: ci sono in vista molte collaborazioni, molti nuovi singoli e video e tante date , le prime delle quali prevedono un mini tour in Russia, e poi Olanda, Germani, e non mancherà nemmeno un ritorno in Italia.
In tanti gli chiedono di pubblicare un album, ma visto com’è il mercato musicale di oggi, preferisce far uscire un singolo alla volta, e poi raccoglierli tutti in un unico disco. Quando si è avvicinato alla musica il mercato discografico era in piena crisi economica: le nuove tecnologie avevano fatto abbassare le vendite e non si era ancora sviluppato il mercato digitale. Negli ultimi cinque anni c’è stato un miglioramento, grazie ai digital stores e ai portali di streaming gli artisti sono tornati a guadagnare maggiormente e c’è chi può fare anche il colpaccio (cita l’esempio di Despacito).
Alla fine i saluti di rito al nostro portale.
A cura di: Mauro Gresolmi
Graphic work by: Francisco Rojos
Photo & Images by: Cosetta Calidonna
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