Il primo appuntamento con le superstars del reggaeton al Milano latin Festival si è appena concluso e già non vediamo l’ora di assaporare il prossimo, tuttavia fermiamoci un attimo, riavvolgiamo il nastro delle emozioni e torniamo al concerto di Giovedì 20 Giugno, quando sul palco di Assago è salito il Maximo Lider, il Rey del Reggaeton, ovvero Daddy Yankee.
A pensarci bene in scena non c’era soltanto il numero uno del reggaeton mondiale, ma la storia vera e propria di un genere che proprio grazie a lui nei primi anni 2000 è arrivato alla ribalta internazionale, e, dopo aver fatto breccia in una nicchia di pubblico, é poi esploso diventando mainstream anche con la nuova generazione di artisti ormai conosciuti in tutto il mondo.
Torneremo su questo argomento più avanti, ora addentriamoci sulla serata del concerto, iniziando sul magnifico colpo d’occhio che dava l’area riservata all’evento, letteralmente presa d’assalto dai fans di Daddy Yankee a partire sin dalle prime ore del pomeriggio: un drone ha ripreso dall’alto la fiumana di gente che a poco a poco ha riempito sia l’area concerti che quella dei ristoranti e delle aree di ballo, date play al video qui sopra per avere la sua stessa visuale.
Il concerto parte subito con il botto: Daddy Yankee si presenta sparando subito un pezzo da novanta, ovvero la sua ultima hit Con Calma, accompagnato da un corpo di ballo che riproduce le coreografie imparate da molti guardando il videoclip del brano, che nel frattempo scorre sul megascreen. Il pubblico è scatenato, balla e canta a squarciagola, in alcune canzoni si sostituisce all’artista stesso, come per esempio in Lo Que Paso Paso, una delle sue prime hit. Non mancano i momenti in cui interagisce con il pubblico e non mancano tutti i suoi successi, sia quelli interamente suoi (La Despedida Dura, Shaky Shaky), che quelli in featuring, come Que Tengo Que Hacer , Baila Baila, Azukita.
Proprio al termine di una serie nella quale ha sparato nell’ordine Azukita, Dura e Shaky Shaky é arrivato quello che a giudizio del sottoscritto é stato il momento più emozionante della serata: Daddy Yankee ha chiamato accanto a sé Dj Playero, il padrino del reggaeton, il dj che nei primi anni Novanta cominciava a produrre brani che contaminavano il reggae con l’hip hop, il rap e la musica latina, dando vita a tutto quello che ne é venuto in seguito. Dj Playero ha avuto anche la lungimiranza di dare retta ad un allora ragazzino di tredici anni che andava da lui a proporgli le sue canzoni e oggi quel ragazzino è diventato il numero uno assoluto del reggaeton e del latin urban. Questa storia Daddy ce l’ha raccontata senza l’ausilio della musica, ma con la sua dote che lo rende unico nel suo panorama musicale: l’improvvisazione e la velocità con cui la effettua, adattandola a questa sua serata milanese. Aggiungo che non è da tutti i grandi artisti, una volta raggiunto il top ed esserci rimasti per anni, ricordarsi da dove si viene ed essere grati a chi per primo ha creduto in te.
Il concerto volge poi verso la parte finale, per il quale il Maximo Lider ha preprato una sequenza con i botti: La Gasolina, con tutti i presenti invitati a roteare foulard e fazzoletti bianchi, Despacito, in cui il pubblico si è a tutti gli effetti sostituito a Luis Fonsi, cantandone le sue parti, Ella Me Levantò e Limbo, la sua hit forse più usata sulle piste da ballo durane i momenti di animazione.
Finita? C’é ancora spazio per un bis, ed ecco quindi tutti quanti ballare e saltare sulle note di Lovumba, il merengue elettronico con cui curiosamente Daddy Yankee aprì il suo concerto l’ultima volta che capitò da queste parti in occasione dell’allora Latinoamericando Expo.
Parlavamo prima degli inizi della sua traiettoria musicale. Vi ricordate quando formò, poco più che adolescente, il duo dei Cangris assieme a Nicky Jam (potete vedere su Netflix la serie El Ganador, le prime puntate parlano proprio di quei giorni, n.d.r.)?
Ecco proprio Nicky Jam sarà la prossima superstar del reggaeton a calcare il palco del Milano Latin Festival, Sabato 29 Giugno.
A cura di: Mauro Gresolmi
Graphic Work by: Francisco Rojos
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