Dopo l’ex giocatore dell’Inter, Esteban Cambiasso, che prende lezioni con due ‘guru’ dei balli caraibici come Fernando Sosa e Tatiana Bonaguro, abbiamo scoperto che anche tra i cestisti c’è qualcuno che non disdegna la salsa…

Curtis Jerrells, americano del Texas, playmaker e guardia in forze all’AX – Armani Exchange Olimpia Milano – capolista del Campionato Italiano di Serie A e grande protagonista di Eurolega – poco tempo fa ha postato un video su Instagram in cui si cimentava in qualche passo base di salsa, e non era affatto male! Si vede che è portato… Così come sembra portato per la bachata, anche se, come si suol dire, “dovrebbe applicarsi di più”!
Dopo aver visto casualmente quel video, abbiamo ‘colto la palla al balzo’ per fare un’intervista a un personaggio un po’ diverso dai soliti che vi presentiamo qui su salsa.it e conoscere più da vicino un campione di basket.
Un duro dal cuore tenero che alla fine di ogni partita va a stringere la mano ai tifosi ‘speciali’ che guardano i match dalla sedia a rotelle, uno che è sempre in prima fila quando si tratta di incontrare i tifosi o i ragazzi nelle scuole. Uno che anche fuori dal campo ha lo stesso entusiasmo e la stessa carica che ha sul parquet, e che, come scopriremo tra poco, oltre a quella per il basket, ha un’altra grande passione…

Quale passione è nata prima, quella per la musica o quella per la pallacanestro? E quale è più forte?
Sicuramente la pallacanestro. La musica è qualcosa che è arrivato col tempo.
Mi raccontava mia nonna che ho sempre amato il basket, fin da quando ero un bambino piccolo. La pallacanestro era ed è la mia prima e più grande passione!
Come hai cominciato a giocare a basket?
Giocavo sempre nel mio cortile, credo di avere iniziato così. Poi sono stato coinvolto nel basket “organizzato” da mio cugino. Mia zia mi ha portato ad un allenamento della sua squadra, e così ho iniziato. L’allenatore mi ha detto che ero abbastanza bravo per giocare in una squadra selezionata durante l’estate, mi ha invitato a giocare per quella squadra, e ci sono rimasto per sei/sette anni di fila. Da lì è partito tutto.
E come hai iniziato con la musica, che ora è il tuo “secondo lavoro”?
Ho sempre amato la musica, la ascolto in ogni momento della mia giornata: quando mi alleno, in macchina, mentre faccio le pulizie in casa. Mia mamma ascoltava musica facendo le pulizie e lo faccio anche io. Per lo più ascolto musica hip hop, ma cambio a seconda dell’umore e di quello che sto facendo. Non ho mai pensato che potesse diventare qualcosa di più di una passione o un business.
Per tutta la mia vita ho vissuto solo in funzione della pallacanestro: il basket era il mio scopo, il traguardo che volevo raggiungere. Quello che ho sempre voluto era diventare ogni giorno più bravo.
Poi mi sono infortunato (si è rotto il tendine di Achille nel 2015 – ndr). Sono stato senza giocare professionalmente per otto mesi, ma i primi due proprio fermo, non potevo allenarmi, non potevo far niente. E lì, per la prima volta ho cominciato a pensare che dovevo trovare qualcosa che potesse, eventualmente, essere un’alternativa al basket.
C’era un mio amico che faceva musica al college e l’ho chiamato. Il mio primo scopo era quello di aiutarlo a realizzare il suo sogno: gli ho detto che se aveva bisogno di aiuto, fare un video, mi avrebbe fatto piacere investire su di lui. Anche perché la musica è qualcosa che mi è sempre piaciuto, era un divertimento per me.
Poi la gente ha cominciato a chiedergli chi fosse il suo manager, lui non aveva nessuno, e mi ha chiesto se volevo farlo io. Amo la musica, ma non avevo nessuna esperienza di contratti, terminologia legale. Mi cimento in questo campo ormai da 4/5 anni, ma sto ancora imparando. Così è cominciato tutto.
Sei un produttore, un manager….
Sì, un manager, una figura un po’ poliedrica. Il basket è sempre la mia passione e la mia professione, ma adesso ho anche questa piattaforma con cui cerco di promuovere giovani artisti. Anche se in realtà il grosso del lavoro è fatto dalle persone che collaborano con me e hanno più esperienza di me
LIR ISLAND, cos’è?
LIR (acronimo di Life Is Respond, La vita è rispondere – ndr) ISLAND è un marchio, che è stato creato dalla mia altra attività che è appunto Life Is Respond, quando ho iniziato a lavorare col mio primo artista. Un’isola è una cosa isolata, non puoi raggiungerla se non con una barca o un aereo, nella nostra mente l’idea era quella di creare un’isola, un qualcosa di diverso. Non migliore di quello che facevano gli altri, solo diverso. Avevamo idee diverse, diverse motivazioni, diversi traguardi e volevamo mettere l’accento, diciamo, su, quelli. Se vuoi raggiungere certi obiettivi e trovi qualcuno che li ha già raggiunti, può aiutarti a centrarli più in fretta di qualcuno che non lo ha mai fatto. Così abbiamo cercato persone che volessero fare le stesse cose che volevamo fare noi, che volessero andare nella stessa direzione in cui volevamo andare noi, e l’abbiamo chiamato ISLAND, isola, per distinguerci. Non migliori, ma che ci muoviamo diversamente. Volevamo anche chiamare l’etichetta discografica Lir Island, ma facendo delle ricerche abbiamo scoperto che esisteva già un’etichetta che si chiamava Island Records, così l’etichetta si chiama LIR Ent. (Lir Enterteinment), abbiamo tenuto la parte LIR, che continua a significare non migliori, solo differenti.
Hai un giocatore di basket favorito e un artista favorito?
Il mio giocatore preferito è sempre stato Chauncey Billups, che ora non gioca più. Giocava nel mio stesso ruolo e mi piaceva molto il suo modo di giocare. Ironia vuole che il suo soprannome fosse Mr Big Shot, e il mio qui sia The Shot.
Il mio artista musicale preferito invece è Drake, e poi i due artisti che produco io, Quistargo e Geezygoinham (che ha recentemente lanciato una canzone che si intitola Italian Job il cui video, girato a Milano, è uscito pochi giorni fa – ndr)
Quale genere musicale preferisci?
Sicuramente R’n’B è il mio genere preferito, ma mi piace molto anche il rap.
Ti piacciono anche reggeaton, dembow?
Molto, si… tu mi hai chiesto il mio genere preferito, per quello ho detto R’n’B, ma mi piace molto anche il reggeaton, qualcosa di techno e perfino la musica country. Sono diventato un appassionato di musica country grazie a CJ Wallace (ha giocato con lui a Milano nella stagione 2013/2014 – ndr). Ancora adesso ci sentiamo e ogni tanto mi manda brani nuovi! In generale mi piace tutta la musica, ad ogni genere dò un’opportunità.
Balli anche?
Ballo ma… devo essere nella situazione di ballare, dell’umore giusto. Non penso di essere un grande ballerino, ma non mi dispiace farlo.
Hai pubblicato un video in cui ballavi salsa… balli anche salsa?
Ci provo… (ride – ndr)
Balli anche bachata?
No, ma mi piacerebbe imparare, uno dei due, salsa o bachata, o anche tutti e due!
Hai un sogno, qualcosa che non hai ancora raggiunto o che vorresti realizzare?
Crescendo il mio più grande sogno era quello di giocare nell’Nba, guadagnare tanti soldi, aiutare la mia famiglia.
Ho sempre inseguito il basket, mi ricordo quanta voglia avessi di emergere, di “mangiare pane e basket”, quanto affamato fossi, e lo sono ancora perché ci sono traguardi che non ho ancora raggiunto. Ma adesso ho anche nuovi scopi, nuovi sogni.
Uno è la musica per i miei artisti: voglio vedere questi ragazzi realizzare i loro sogni e riuscire a farlo, realizzerebbe il mio, che è quello di aiutarli.
L’altro è per mio figlio. Sto iniziando un nuovo business e spero che vada bene per creare qualcosa che lui possa ereditare.
Questo al momento è il mio sogno: vedere le persone che mi sono vicine essere felici, raggiungere il successo e aiutarle a farlo.
Come ti trovi in Italia, e a Milano in particolare? Cosa ti piace del nostro Paese?
Ho vissuto solo a Milano, quindi posso parlare solo di questa città, e mi trovo molto bene. Mi piace la cucina, mi piace la gente. È una città in cui è facile muoversi ed orientarsi anche per uno straniero, e poi c’è tanta gente che parla inglese!
Tu parli italiano?
A dire il vero no… capisco tanto, ma non lo parlo.
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