A Star Is Born é la rivelazione di questo autunno cinematografico: sta mettendo un po’ tutti d’accordo, dal pubblico che ne sta decretando un grande successo (al momento gli incassi al botteghino superano i 100 milioni di dollari solo in America), alla critica, che, pur con qualche riserva sulla regia, ha unanimemente sottolineato la grande prova dei due protagonisti, per i quali si comincia addirittura a parlare di nomination ai prossimi premi Oscar.

Dal lontano 1937 questa è la quarta versione del melodramma scritto da Robert Carson e William A. Wellman, che a quanto pare hanno trovato un soggetto destinato a resistere al passare del tempo e in grado, dopo tutti questi anni, di toccare ancora le corde giuste dell’emozione e del sentimento. La prima versione aveva come protagonista femminile Janet Gaynor e vinse l’Oscar per il miglior soggetto. La seconda, diretta da George Cukor nel 1954, è forse quella di maggior successo, con Judi Garland e James Mason come protagonisti; sei nomination e nessun Oscar, ma due Golden Globe, uno alla Garland come migliore attrice, l’altro al film stesso. Passano altri ventidue anni ed arriva il secondo remake: la presenza di due stelle della musica come Barbra Streisand e Kris Kristofferson sposta lo svolgimento della storia dal mondo di Hollywood a quello del rock e fa sì che per il momento questa sia la versione con la colonna sonora di maggior successo di vendite; per quanto riguarda i premi, un Oscar alla miglior canzone e cinque Golden Globe (miglior film, attori protagonisti, colonna sonora e canzone).
Si arriva così al terzo e per ora ultimo remake, che era già in cantiere dal 2011. La Warner inizialmente pensò a Clint Eastwood come regista, e per il ruolo di protagonisti aveva contattato Tom Cruise e Beyoncé: i vari impegni dei tre artisti hanno sempre fatto rimandare la pre-produzione, fino a quando uno dopo l’altro anno abbandonato il progetto. Nel 2015 Bradley Cooper, fresco del premio Oscar per Il Lato Positivo, si offre come regista ed attore protagonista, ed è proprio lui a coinvolgere nel progetto Lady Gaga. Entrambi quindi sono debuttanti, il primo nelle vesti di regista, la seconda in quelle di attrice. Ed è stata proprio Lady Gaga a conquistare tutti con la sua più che convincente prova: tutti conoscevano il suo talento di cantante, ma anche in veste di attrice, spogliata di quei look esagerati che ne hanno contraddistinto la prima parte della sua carriera, si presenta per la prima volta sullo schermo al naturale, con una sorprendente capacità di recitazione e una grande espressività negli sguardi. Bravissimo anche Cooper come attore, mentre come regista si vede che è ancora alle prime armi.

La trama: Jackson Maine (Bradley Cooper) è un’acclamata star del rock, che da anni convive con i suoi demoni: ha avuto un’infanzia difficile, con un padre poco presente ed alcolizzato: ciò l’ha portato a rifugiarsi a sua volta nell’alcool e inoltre soffre da anni di acufene (malattia dell’udito). Capitato per caso in un night club, s’imbatte nella bravura di Ally (Lady Gaga), una ragazza che si esibisce lì tutte le sere, e ne viene subito conquistato, tanto da riaccompagnarla a casa. Ally ha da tempo abbandonato il sogno di diventare una star della musica: il talento non le manca, ma si é sempre sentita dire che non aveva il look adatto. Qualche giorno dopo il loro incontro Jackson invita Ally a un suo concerto; per potervi assistere la ragazza si licenzia dal ristorante in cui lavora come cameriera. Durante lo spettacolo Jackson la invita sul palco a cantare la canzone che lei gli aveva accennato la sera in cui si erano conosciuti e che lui ha sapientemente arrangiato. i due si innamorano e da quel momento lei lo segue in tournee. Il manager di Jackson nota la bravura di Ally e le propone di incidere un album tutto suo. Jackson ed Ally si sposano, mentre il disco di lei va di bene in meglio, tanto da ricevere una nomination ai Grammy. E’ proprio in occasione della cerimonia di consegna che i demoni di Jackson si rifanno vivi in modo devastante: invitato anche lui per un tributo a Roy Orbison, si regge a malapena in piedi e quando Ally viene chiamata sul palco in quanto vincitrice, lui la mette penosamente in imbarazzo.
Dopo due mesi di riabilitazione Jack torna a casa completamente pulito, ed Ally é pronta a rinunciare al suo tour in Europa pur di star vicina a lui. A questo punto interviene il manager, che, approfittando dell’assenza di Ally, dice a Jack che è un peso per la moglie e che, dopo la sua “performance” alla notte dei Grammy, la sua presenza potrebbe essere dannosa per la carriera della ragazza. Proprio nella serata di chiusura del tour americano di Ally, alla quale doveva prendere parte, Jack si toglie la vita.
Devastata dal dolore, Ally canta l’ultima canzone che il marito aveva composto per lei durante il periodo di riabilitazione.

La colonna sonora: a parte le canzoni che vengono cantate sul palco da i protagonisti, non c’è musica che accompagna le scene in cui si recita. Tutte le canzoni inedite sono state composte da Bradley Cooper e Lady Gaga, con l’aiuto di Lukas Nelson, Jason Isbell e Mark Ronson. Negli Stati Uniti la colonna sonora ha venduto 231 mila copie il solo giorno in cui è uscita. Le due canzoni più scaricate sono Shallow e I’ll Never Love Again.

Curiosità: il film è stato presentato in anteprima alla Mostra del Cinema di Venezia fuori concorso: dopo la proiezione gli è stata tributata una standing ovation di otto minuti. La commozione di Lady Gaga mentre canta I’ll Never Love Again è reale: la sua migliore amica era in fin vita mentre lei era sul set e, una volta appreso della sua morte, ha insistito di girare la scena proprio come se volesse dedicarle la canzone, le cui parole tra l’altro sono molto indicate.
A cura di: Mauro Gresolmi
Graphic Work By: Francisco Rojos
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