Pubblico in delirio e area concerti stracolma per lo show di Habana de Primera al Milano Latin Festival.
Alexander Abreu, trombettista, cantante, compositore e arrangiatore nonché fondatore nel 2008 del gruppo Habana de Primera, è considerato uno dei più grandi trombettisti della sua generazione, capace di fondere i ritmi della salsa, del jazz, del funk e della musica afrocubana.
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Come suo solito non si é risparmiato sul palco, cantando, suonando e coinvolgendo il pubblico che ha cantato e ballato insieme a lui per tutte le due ore di concerto!
E insieme a lui si è commosso ed emozionato nel ricordare che quest’anno il gruppo festeggia i suoi primi dieci anni di vita.
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Nato a Cienfuegos, Alexander Abreu inizia a suonare la tromba a dieci anni, per poi diplomarsi professore di tromba alla Escuela Nacionale de Arte de la Ciudad de la Habana nel 1997 e aggiudicandosi nel 2000 il titolo di Miglior Trombettista di musica Timba.
Nel 2008 fonda Habana de Primera di cui è direttore, arrangiatore e compositore, tromba e voce solista.
Tutto il resto è storia.
E di questa storia abbiamo chiacchierato brevemente col Maestro Alexander Abreu nel backstage prima del suo concerto al Milano Latin Festival.
Parliamo dell’ultimo album…
Si intitola “El Cantor del Pueblo”, credo sia un bel disco che raccoglie la nostra esperienza di questi anni.
Dieci brani perché sono dieci anni di Habana de Primera?
Esattamente, una canzone per ogni anno, El Cantor del Pueblo, che dà il titolo all’album, è proprio il brano che celebra questo decimo anno, un anniversario importante che abbiamo festeggiato a Cuba in un programma televisivo con tutti gli autori storici della musica cubana, che ringrazio per avermi insegnato a raggiungere queste sonorità, permettendomi di arrivare alla maturità di quest’ultimo album.
Il ricordo più bello di questi dieci anni?
Il ricordo più bello sono state le prime prove con questa formazione, eravamo molto emozionati e non avremmo mai pensato di raggiungere questi traguardi.
Se vent’anni fa ti avessero detto che oggi saresti stato qui, a questi livelli, a cantare e suonare con questa orchestra, ci avresti creduto?
In realtà qualcuno che me lo aveva detto, qualcuno che mi voleva molto bene e che non c’è più. Io non gli avevo creduto, e invece aveva ragione…
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