Ecco una pellicola snobbata dalla grande distribuzione cinematografica, ma che sicuramente ha avuto il pregio di mostrare per la prima volta in una produzione europea il mondo salsero. Uscito da noi nel 2001 è passato quasi inosservato (potete recuperarlo grazie all’home video o sperare e pazientare in qualche passaggio televisivo), il film mostra l’impatto che ha avuto la salsa nel nostro continente, in questo caso a Parigi, attraverso l’immancabile storia d’amore a tempo di musica.
Autrice della sceneggiatura, nonché regista è Joyce Sherman Buñuel: la sua passione per la musica cubana risale ai tempi dela sua infanzia, quando viveva a Brooklyn con i suoi genitori, i quali frequentavano i locali di musica latina facendo tardi la notte per ballare con altri immigrati cubani e portoricani. Una passione che la regista francese di origine ebraica ha coltivato negli anni e che ha saputo riversare in questo suo film che, pur con i suoi limiti (le situazioni sono al limite del paradosso e alcuni personaggi sicuramente stereotipati), sicuramente saprà emozionare e, perché no, anche far sorridere tutti i salseri che ancora non lo conoscono.

Protagonista della storia è Rémi Bonnet (Vincent Lecoeur), giovane promessa del conservatorio di Tolosa, che abbandona i suoi studi di musica classica e la chiusura mentale dela sua famiglia borghese, per suonare una volta per tutte la musica che ama: la salsa. Si trasferisce così a Parigi, pronto ad entrare a far parte di una delle tante band latino-americane che suonano nei locali più alla moda. Ma c’è un ostacolo alla realizzazione del suo sogno: ha la pelle bianca e nessuna orchestra lo vuole. Non gli resta che una soluzione: in un mondo europeo dove migliaia di extracomunitari sognano di diventare francesi o italiani, lui è l’unico a volere il contrario (e qui il rimando a “Soul man” è d’obbligo!) e quindi si tinge la pelle di scuro . Diventa così Mongo (diminutivo di Ramon), si trasferisce in casa del leggendario musicista Barreto e pur non essendo un grande ballerino apre una scuola di salsa per francesi; qui conosce Nathalie (Christianne Gout), una bella ragazza ostacolata da un padre ottuso, ma spalleggiata dalla nonna che sconvolgerà la sua famiglia reazionaria e razzista rivelando l’esistenza dell’amore della sua vita, nientemeno che un
uomo dalla pelle scura. E alla fine, dopo un altro paio di colpi di scena, si va a Cuba, dove il sogno di Rémi di suonare in una band cubana diventa realtà, con un concerto finale che vuole essere un omaggio alla tradizione degli happy end dei musical hollywoodiani.

Come sempre, un discorso a parte merita la musica, protagonista del film quanto gli attori principali: la parte del leone la fa il gruppo cubano dei “Sierra Maestra”, che appare nel film eseguendo dal vivo tutte le musiche nelle scene di ballo e che all’epoca fece diventare il trascinante brano “Mi musica es tu musica” una vera e propria hit nei locali latini di tutta la Francia.
Una colonna sonora che sicuramente ha contribuito a far vincere al film il premio «Dos Gardenias» al festival de La Havana.
A cura di: Mauro Gresolmi
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