“Non sei fregato veramente finché hai da parte una buona storia e qualcuno a cui raccontarla”. Questa è la frase che meglio di ogni altra sintetizza il significato de La leggenda del pianista sull’oceano. Potremo aggiungere noi che, se a raccontarla sul grande schermo è un regista come Giuseppe Tornatore e a musicarla un compositore come Ennio Morricone, il risultato che si ottiene è che questa storia diventi una delle più epiche,
poetiche, commoventi e toccanti che il cinema abbia mai narrato. Il merito principale va comunque assegnato allo scrittore torinese Alessandro Baricco, che nel 1994 pubblicò il monologo teatrale Novecento, da cui il film è tratto. Tornatore, affascinato da questo racconto, decise di farne un kolossal tutto italiano, affidando però i ruoli principali ad attori
stranieri per una migliore distribuzione del film all’estero. Tim Roth, che interpreta il protagonista, sembra nato per questo ruolo, mentre Pruitt Taylor Vince, attore non molto conosciuto, si è dimostrato un’autentica rivelazione per la sua bravura ed intensità. Il film uscì nel 1998, ricevette numerosi premi ed ebbe un discreto successo di pubblico, ma ebbe anche la disgrazia di essere nelle sale quasi in contemporanea con Titanic, altra pellicola ambientata su un piroscafo, che ne oscurò la fama. Negli Stati Uniti fu poi penalizzato dal fatto che, come avvenne in occasione precedente lavoro del regista siciliano, Nuovo Cinema Paradiso, molte scene furono tagliate per arrivare ad una durata complessiva di due ore. Solo quando il film uscì per il mercato dell’ Home Video il pubblico americano potette gustarsi la versione integrale di due ore e quaranta minuti, di gran lunga migliore e più completa. Poco importa, nel corso del tempo la bellezza de La leggenda del pianista sull’Oceano è venuto fuori alla distanza e le sue scene, le battute e le musiche sono rimaste tuttora nella memoria del pubblico con grande affetto.

Un film come questo non poteva mancare nella nostra rubrica, sia per quanto riguarda la vicenda narrata, e cioè quella di un’intera vita consacrata al pianoforte e alla musica, sia per rendere omaggio ad uno dei più grandi compositori di musica da film di ogni tempo, il maestro Ennio Morricone.
La trama. Giunto in un negozio di strumenti musicali per vendere la sua vecchia tromba, il musicista Max Tooney (Pruitt Taylor Vince), racconta all’anziano proprietario del negozio (Peter Vaughan) lastoria del più grande pianista che sia mai vissuto. Tutto ha inizio quando
Danny Boodman (Bill Nunn), un macchinista di colore che lavora sul transatlantico Virginian, trova un neonato abbandonato in una cassetta di limoni nel salone delle feste della prima classe della nave; decide di chiamarlo col suo nome, aggiungendovi quello scritto sulla cassetta , T.D.Lemon, ed il secolo dell’anno in cui il bimbo è stato trovato,
Novecento. E’ proprio con l’ultimo di questi appellativi che il bambino sarà chiamato da tutti. Danny, infatti, decide di allevarlo di nascosto, per non che glielo portino via. Novecento vivrà i primi anni della sua infanzia nella sala macchine del piroscafo, uscendo di quando in quando e conquistandosi l’affetto di tutti gli altri membri dell’equipaggio. Quando il padre di Novecento muore per un incidente sul lavoro, il bambino si nasconde per sfuggire alla polizia, fatta salire a bordo dal capitano Smith
(Harry Ditson) per farlotrasferire in orfanotrofio. Novecento pare essere letteralmente scomparso, ma riappare qualche notte più tardi, quando la nave ha ormai ripreso il largo, in prima classe intento a suonare il pianoforte con una sorprendente bravura.

Col passare degli anni diventa il pianista dell’orchestra della nave, facendo arrabbiare quasi sempre il suo direttore per le sue continue improvvisazioni e deliziando da solo anche i passeggeri di terza classe, il tutto senza mai essere sceso una volta dal transatlantico. E’ in questo periodo che conosce il trombettista Max, col quale, dopo avergli insegnato a tempo dii valzer a non soffrire il mal di mare, stringe una lunga e sincera amicizia. La notizia delle sue incredibili doti di virtuoso della tastiera giungono all’orecchio di “Jelly Roll” Morton (Clarence Williams III), l’inventore del Jazz, che lo sfida ad un duello all’ultima nota: proprio quando sembra che Jelly Roll stia per avere la meglio, Novecento lo umilia sfoderando tutta la sua abilità. La sua vera bravura, però, non sta solo nella tecnica, ma anche nelsaper “leggere” le persone e trasformare in musica il loro modo di essere ed i loro pensieri. Dal momento che non vuole mai scendere dalla nave, Max fa salire a bordo un impresario che allestisce una piccola sala di registrazione per incidere la musica di Novecento, proprio nel periodo in cui si trova sulla nave una ragazza (Mèlanie Thierry) di cui lui è perdutamente innamorato, anche se non trova il coraggio di dichiararsi. Ispirato dalla ragazza, Novecento incide un brano di intensa bellezza e poesia, poi cerca di donarle l’unica copia e, non riuscendovi, la distrugge, gettandola all’interno del pianoforte. Un giorno si decide finalmente a scendere dalla nave, saluta commosso tutto l’equipaggio e si avvia sulla scaletta. Arrivato a metà strada, però, si ferma ad osservare il paesaggio, getta il cappello, si gira e torna indietro senza spiegare a nessuno il perché di quella decisione. Alla vigilia della Seconda Guerra mondiale Max decide di lasciare il Virginian e di
cambiar vita. Passano gli anni e, quando il piroscafo è in disarmo e sul punto di essere fatto esplodere, Max torna a bordo, convinto di ritrovare Novecento, dal momento che, conoscendolo meglio di chiunque altro, sa che lui è ancora a bordo. Lo ritrova, scoprendo che negli anni della guerra è rimasto a far compagnia con la sua musica ai soldati feriti ricoverati sulla nave, che nel frattempo era diventata un ospedale militare. Max fa un ultimo tentativo di convincerlo ad abbandonare la nave, per tutta risposta Novecento gli spiega finalmente perché quel fatidico giorno non scese dal Virginian. A Max non resta che lasciare la nave per vederla esplodere da lontano col suo amico a bordo. La narrazione è terminata e il vecchio negoziante, pur avendogliela già pagata, lascia che Max si tenga la sua tromba, dopotutto “Una bella storia vale più di una vecchia tromba”.

La colonna sonora. Lo score originale è stato composto ed orchestrato da Ennio Morricone, tranne il Magic Waltz, composto dal jazzista Amedeo Tommasi. I brani usati nel duello invece sono The Crave (nel disco della soundtrack c’è una versione suonata dal vero Ferdinand “Jelly Roll” Morton) ed Enduring Movement, una melodia che di solito viene eseguita a quattro mani. Nè Tim Roth, nè Clarence Williams III sapevano suonare il pianoforte, per cui tutti i brani sono stati eseguiti dalla pianista Glda Buttà, dell’orchestra Sinfonietta di Roma, che accompagna Morricone anche durante i suoi concerti dal vivo.
Curiosità: il film è stato girato a Roma, presso l’ex mattatoio del rione Testaccio: qui la sagoma del Virginian è rimasta visibile per mesi da molti punti della città. Altri esterni del film sono stati girati ad Odessa. Un transatlantico di nome Virginian è esistito realmente, ed è stato smantellato nel 1954, a quarantanove anni dal suo varo. La nave è stata ricreata sui modelli del Lusitania e del Mauritania, due piroscafi di quell’epoca. Nell’edizione italiana il doppiatore di Jelly Roll Morton è Idris, il popolare giornalista-tifoso juventino di “Quelli che il calcio”. Nel numero 2737 di Topolino è apparsa una parodia del monologo di Baricco, da lui stesso supervisionata, dal titolo “La vera storia di Novecento”, con Pippo nel ruolo del pianista e Topolino in quello di Max. (fonte: Wikipedia).
A cura di: Mauro Gresolmi
Graphic work by: Francisco Rojos
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