CARLITO’S WAY

Carlito's Way - The Movie
Carlito's Way - The Movie

Carlito’s Way è quello che in gergo viene chiamato “gangster movie”, ma è molto amato dagli appassionati di musica salsa e disco, a causa delle atmosfere presenti nel corso dello svolgimento della trama. Due sono le ragioni per cui lo inseriamo “honoris causa” in questa rubrica: la sua colonna sonora e l’ambientazione. Riguardo alla soundtrack abbiamo avuto già modo di parlarne ampiamente in Music Contamination nella puntata dedicata al Latin Hustle, analizzando anche alcuni singoli brani che la compongono e ne parleremo ulteriormente nel paragrafo più sotto…L’ambientazione, invece, è uno degli ingredienti, insieme alle grandi prove degli attori, che rendono speciale questa pellicola: l’intera vicenda si svolge a metà degli anni 70, nel pieno boom della salsa classica e del guaguanco, nel periodo in cui questi ritmi iniziavano a fondersi con il soul e con il funk, dando vita al fenomeno della discomusic. La location è quanto di più azzeccato ci sia per chi ama questi generi: l’East Side di New York, ovvero il barrio portoricano, con le sue mode, la sua gente ed i locali di ballo ricreati ad hoc da bravi scenografi. Cronologicamente parlando, siamo due o tre anni prima della storia raccontata da Saturday Night Fever, anche questa ambientata a New York, nel limitrofo quartiere di Bay Ridge, a Brooklyn. Quest’ultimo film, però, era contemporaneo alle vicende narrate, mentre per Carlito’s Way, girato nel 1993, è stata necessaria un’accurata ricostruzione storica.Pur non essendo in primo piano come nella “Febbre…”, la musica ed i locali da ballo sono comunque rimasti nella memoria di chi ha amato questo film; se da una parte è vero che la soundtrack di Saturday Night Fever vendette 40 milioni di copie, dall’altra è inconfutabile che i brani disco presenti nella colonna sonora di “Carlito’s…” hanno tutti conosciuto le primissime posizioni delle classifche quando erano usciti, riprendendo nuova linfa anche quasi vent’anni dopo in occasione dell’uscita del film.
La storia narrata nerl film è tratta da due romanzi scritti dal giudice Edwin Torres (di origini portoricane), Carlito’s Way ed After Hours, in particolare la maggior parte della trama è raccontata nel secondo dei due romanzi; il film però ha preso il titolo dal primo, in quanto After Hours era anche il titolo di un film di Martin Scorsese degli anni 80 (in Italia lo conosciamo come Fuori orario), quindi c’era il rischio di confondere il pubblico. Per dirigerlo era stato chiamato Brian De Palma, che in quanto a gangster movies ci aveva regalato negli anni precedenti due autentici capolavori, quali Scarface e Gli Intoccabili. Inizialmente il regista di origini italiane era riluttante, in quanto timoroso di fare un doppione di Scarface (altro film in cui il protagonista è un gangster ispano-americano e ad interpretarlo era Al Pacino), ma una volta letta la trama accettò la sfida. Al Pacino, reduce dal premio Oscar come miglior attore protagonista in Scent Of  a Woman, è stato fin da subito la prima scelta per il ruolo di Carlito Brigante; per prepararsi si è fatto accompagnare dallo stesso Edwin Torres per il barrio portoricano di New York, scegliendo in prima persona il suo look (scartò l’idea di una pettinatura con la coda, si fece crescere la barba e scelse di indossare una giacca di pelle nera che andava di moda negli anni 70). Stessa meticolosa preparazione anche per Sean Pennn, che studiò il look del suo personaggio da foto di avvocati di quell’epoca, optando per una pettinatura ad hoc, in cui i capelli ricci cercavano di nascondere un principio di calvizie. Per quanto riguarda la protagonista femminile, Penelope Ann Miller dovette imparare a ballare sia il Latin Hustle che le movenze della lap dance per la scena nello strip-bar.

Carlitos Way
Carlitos Way

La trama: uscito di prigione con venticinque anni d’anticipo grazie ad un cavillo legale abilmente trovato dal suo avvocato, il gangster portoricano Carlito Brigante (Al Pacino), torna nel suo quartiere dopo cinque anni di galera e decide di rigare dritto: niente più coinvolgimenti col crimine, ma solo onesto lavoro per procurasi i soldi per realizzare il suo sogno: trasferirsi alle Bahamas ed aprire un autonoleggio. Con l’aiuto del suo avvocato, David Kleinfeld (Sean Penn) e dopo essere scampato ad una sparatoria alla quale si è trovato costretto a partecipare per salvare suo cugino, entra come socio nella gestione di un club, El Paraiso, iniziando così a mettere in atto i suoi buoni propositi. Assume il suo vecchio amico Pachanga (Luiz Guzman) come guardaspalle, tiene testa, senza compromettersi, ad un giovane boss in ascesa, Bennie Blanco (John Leguizamo) e si riconcilia con la sua ex fidanzata, Gail (Penelope Ann Miller), che aveva lasciato prima di andare in carcere. Tutto gli sta andando per il verso giusto, ma se Carlito riesce a stare lontano dai guai, i guai non riescono a star lontano da lui, ed è proprio il suo avvocato a portarglieli. Pressato, infatti, a causa dei suoi loschi traffici dal giudice Norwalk (James Rebhorn), Kleinfeld cerca di distogliere l’attenzione del magistrato dicendogli che Carlito è rientrato nel giro. La grana peggiore, però, Kleinfeld ce l’ha con un boss mafioso da lui ingannato; per evitare la sua rappresaglia deve farlo evadere dalla prigione e chiede proprio a Carlito di aiutarlo in questo proposito. A causa del debito di riconoscenza che lo lega a Kleinfeld, Carlito accetta, ma la missione si rivela un disastro: accecato dall’odio e sotto l’effetto della cocaina, l’avvocato uccide il boss mafioso e suo figlio e a questo punto Carlito non è più al sicuro.

Carlitos Way
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Con il fiato sul collo di Norwalk da una parte e dei siciliani dall’altra, Carlito decide di prendere i soldi che ha messo da parte e fuggire con Gail sul primo treno in partenza per Miami, e da lì poi andare alle Bahamas. Prima però, scoperto che Kleinfeld l’ha venduto al giudice, va a regolare i conti con il suo avvocato, che nel frattempo è stato ferito in un attentato ad opera dell’altro figlio del boss. Mentre si allontana dall’ospedale Carlito viene visto proprio da quest’ultimo, che gli sguinzaglia contro i suoi uomini nel suo locale. A questo punto inizia un rocambolesco inseguimento che ha il suo epilogo nella Central Station di New York. Qui Carlito riesce a sfuggire ai suoi inseguitori, eliminandoli uno ad uno, ed arriva sul binario, dove Gail, accompagnata da Pachanga, lo aspetta pronta a partite. Carlito non può sapere che proprio il suo guardaspalle lo ha tradito per permettere a Bennie Blanco di vendicare un precedente affronto; Blanco infatti spara ad entrambi e si allontana. Nella scena finale Carlito, allontanandosi agonizzante sulla lettiga dei soccorritori, vede uno dei poster della stazione animarsi: una ragazza, con le fattezze di Gail, balla sulla spiaggia che lui aveva sempre sognato.

Carlitos Way
Carlitos Way

La colonna sonora: è uno dei punti forti del film. Lo score originale è di Patrick Doyle, mentre i brani disco e latini dell’epoca sono stati selezionati dal popolare dj Jellybean Benitez, che ha anche supervisionato il lavoro di Doyle. I tre brani latini inseriti nel disco sono Parece Mentira, un classico della salsa qui interpretato da Marc Anthony, El Watusi di Ray Barretto e Oye Como Va, qui nella versione di Carlos Santana: il primo dei tre brani lo ascoltiamo sia quando Carlito festeggia in un locale con Kleinfeld la sua uscita di prigione, sia quando accompagna in auto suo cugino Guajiro all’appuntamento con gli spacciatori. Glia altri due, invece, vengono usati durante la scena della sparatoria nella sala da biliardo. Per quanto riguarda le tracce disco, la fanno da padrona quelle del Miami Sound: potrebbe sembrare un paradosso, visto che la discomusic, sia come genere musicale che come fenomeno sociale, è nata proprio a New York nei quartieri neri e latini, ma in realtà proprio in quegli anni erano i brani prodotti a Miami ad avere un maggior successo di vendite; spazio quindi a K.C. And The Sunshine Band, a George Mc Crae e Hues Corporation, senza trascurare però l’apporto del cosiddetto “Philly Sound”, presente con gli MFSB, gli O Jays e Patty Labelle. C’è poi la splendida Got To Be Real, di Cheryl Lynn, usata nella scena in cui Gail si esibisce nello strip-bar: chi ballava latino negli anni 90 riconoscerà in questa canzone la base da cui i Proyecto Uno sono partiti per realizzare El Tiburon, uno dei brani latini più famosi di quel periodo ed uno dei primi esempi di contaminazione tra merengue, musica disco e ritmi techno. Chiude la tracklist la struggente versione di You Are So Beautyful di Joe Cocker, che accompagna gli ultimi momenti di Carlito nella scena finale del film. Nel film si possono ascoltare in sottofondo altri brani latini e disco, non inseriti poi nella colonna sonora. Anche le scene di ballo sono state inserite per segnare il passaggio cronologico dalla salsa alla discomusic: nei primi locali frequentati da Carlito si balla la salsa, per poi passare al Latin Hustle, che agli occhi di Carlito risulta assai inconsueto; egli non ha potuto vivere in prima persona questo cambiamento, in quanto era in carcere, quindi si trova spiazzato nel vedere un nuovo modo di ballare e un nuovo modo di vestirsi ed atteggiarsi nei locali (questa sua riflessione viene riportata in un preciso momento del film a mo’ di voce fuoricampo).

Carlitos Way
Carlitos Way

Curiosità: il film è stato girato interamente a New York, tranne che per la scena sulla spiaggia (mostrata alla fine nel manifesto che si anima), che è stata girata a Miami. Il tribunale in cui si svolge la scena del processo è proprio quello in cui lavorava Edwin Torres, lo scirttore del romanzo da cui è tratto il film. Per quanto riguarda il Paraiso, inizialmente era stato scelto un locale nel West Side, che però non aveva tutte le caratteristiche degli anni 70. La produzione decise così di ricrearlo da zero negli studi cinematografici di Long Island, sempre a New York. El Paraiso è anche il nome del locale in cui Tony Montana entra a Miami in una scena di Scarface per incontrare il gangster Omar Soarez.

Carlitos Way
Carlitos Way

Accanto ai grandi attori protagonisti (Sean Penn e Penelope Ann Miller ricevettero le nominations ai Golden Globe), troviamo anche bravissimi comprimari, come  i caratteristi Luis Guzman (Pachanga), che reciterà in film come Traffic e Out Of Sight, James Rebhorn, (il giudice Norwalk) , nel cast di Independence Day e di Scent Of A Woman (è proprio contro di lui che Al Pacino pronuncerà il suo famosissimo discorso finale), e John Leguizamo, che gli amanti dei musical ricorderanno nel ruolo del pittore Toulouse Lautrec in Moulin Rouge. C’è poi un altro attore, la cui carriera allora era agli inizi e che poi è diventato una stella di prima grandezza nel mondo di Hollywood: stiamo parlando di Viggo Mortensen, che nel film interpreta il ruolo del paralitico Lailn (tenterà di incastrare Carlito con una miscrospia) e che meno di dieci anni dopo sarebbe diventato famoso in tutto il mondo diventando Aragorn nella saga del Signore Degli Anelli.
La scena iniziale con la voce fuori campo di Carlito era originariamente ambientata in ospedale, ma poi De Palma pensò che era molto più efficace girarla sulla piattaforma della stazione inquadrando Carlito che veniva portato via. Nel romanzo l’avvocato Kleinfeld non muore; il regista, di comune accordo con Torres, ha deciso però di farlo morire per un senso di giustizia e di punizione. Il film andò discretamente al botteghino, senza però raggiungere i risultati degli altri gangster movies dei due decenni precedenti. Fu poi grazie all’home video che divenne un film culto, sia per gli appassionati, sia per chi lo scopriva per la prima volta in videocassetta o dvd. Nel 2005 è stato girato un prequel per la tv americana, intitolato Carlito’s Way, The Rise Of Power, in cui si raccontava l’ascesa al potere del gangster sul finire degli anni 60 (vicende narrate nel primo romanzo di Torres); del cast del film del 1993 faceva parte solo Luis Guzman, ma non nel ruolo di Pachanga.

A cura di Mauro Gresolmi Greso Dj)
Images and Graphic by: Francisco Rojos

 

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