Autori Vari
LATIN JAZZ
Putumayo 2007
Sì, è l’ennesima compilation di jazz con ritmi afrocubani, ma la proposta Latin Jazz della Putumayo World Music è veramente di qualità e capace di entusiasmare e soddisfare sia l’esperto (sempre che non possieda già gli album originali serviti per questa selezione) sia il profano, e per diversi motivi. Eccone alcuni: per i brani in scaletta che sono un buon concentrato di questa fusione tra jazz e latino; per la garanzia dei nomi delle band; per l’omogeneità sonora di tutto il lavoro. E inoltre, importante per la diffusione di questo linguaggio artistico, per la complessiva cura nella realizzazione dell’album dotato di libretto abbastanza esaustivo: bella grafica, informazioni storiche chiare sul jazz afrolatino, breve presentazione delle dieci tracce prescelte, con testi in spagnolo, inglese e francese.
“Latin Jazz” è una selezione di gioielli musicali, che in un qualche modo, e non so se è un caso, vuole celebrare anche due date. Da un lato festeggia i sessant’anni di questo sound in compagnia di alcune delle più importanti orchestre che da New York fecero decollare universalmente questi ritmi. Dall’altro il lavoro del grande Machito y sus Afrocubanos e i cinquant’anni del brano ‘Congo Mulence’, il sapiente mix di afro-chacha con batà che apre questa allegra passerella sonora presentando subito in scena pezzi da novanta del jazz, come il sax contralto Cannonball Adderley che si lancia in un assolo strepitoso e l’esplosivo trombettista Joe Newman. Ogni brano della raccolta meriterebbe una descrizione, ma per motivi di spazio mi limito a segnalarvi per tutti il bellissimo ‘Steppin with T.P.’, una della ultime incisioni del pianista Hilton Ruiz (scomparso nel giugno 2006 a New Orleans) con trascinanti interventi solistici sia di Hilton che dei vari ospiti: Yomo Toro, Dave Valentin, Jay Hoggard. Siamo a livello stellare. Alla compilation portano straordinari contributi, fra gli altri, Poncho Sanchez , Tito Puente, Ray Barretto, Manny Oquendo, Brian Lynch/Eddie Palmieri Project. Mostri sacri con variegate esperienze. E sebbene ognuna delle formazioni risalti di propria individualità, l’impasto ritmico-melodico che percorre tutto il disco è abbastanza lineare, creando così un mondo sonoro unico, molto piacevole e anche ballabile, su tempi moderati ma coinvolgenti e metronomici, come un tappeto su cui muovere i primi passi base della salsa e non solo. Esecuzioni pulite, arrangiamenti perfetti, assoli mozzafiato. Sezione ritmica, ance, ottoni, corde e legni cuciti a meraviglia con filo delicato, così da permettere la trasparenza dei suoni e apprezzare singolarmente i vari strumenti e i loro geniali e naturali incastri. Una pagina di latinjazz rilassante, in mainstream style, tradizionale, solo per distinguerlo da quello più aggressivo, moderno, contaminato del nuovo corso. E che, forse, i fans più esigenti avrebbero voluto per par condicio ascoltare in questa raccolta. Ma per il momento accontentiamoci e godiamo con questo album, un ottimo tonificante per le orecchie, lo spirito, e – prendendo a prestito il ritornello cantato ne “El Sabroson” – anche ‘suave y rico … Pa’ bailar’.
Elenco brani e interpreti: Congo Mulence (Machito) –El saboroson (P. Sanchez) – Rumdrum (T.Einarsson) – Cha Cha Cha (T.Puente) – La Clave, maraca y Güiro (C. Alvarez) – Summertime (R. Barretto) – Steppin with T.P. (H.Ruiz) – Cuando se cabarà (M. Oquendo) – Trompeta en Montuno (C. Armenteros) – Guajira Dubois (B.Lynch- E.Palmieri). Durata totale: 58 minuti.
GianFranco Grilli
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