Intervista a Manolito Simonet

Il trabuco: un’arma ritmica di grande potenza

Manuel Perfecto Simonet Pérez (Manolito) nasce a Camaguey (Cuba) il 18 Aprile 1961 e si impone subito sulla scena musicale cubana con l’orchestra di charanga la Maravilla de Florida di cui ne sarà direttore per circa sette anni. La sua formazione iniziale da autodidatta non gli ha impedito di perfezionarsi con il tempo fino a raggiungere il famoso Salon Rosado Beny Morè di l’Habana dove il pubblico rimase stupito e colpito per le sue raffinatezze sonore e per l’estrema versalità musicale dimostrata nel suonare tutti i generi caraibici (danzon, son, cha cha cha, cumbia, timba, ecc..).
Possiamo dire che la stessa sensazione l’abbiamo provata al Festival Latinoamericando di Milano dove moltissimi appassionati e fans del maestro Manolito Simonet si sono riuniti per ascoltare e gustare il suo “trabuco” (gioco gergale su un vocabolo che significa sia trombone che spazzacampagna ovvero quel tipo di fucile o schioppo caratterizzato dalla canna a forma di tromba). Un trabuco formato da 14 elementi caricati come un’arma pronta ad esplodere tutto il suo potenziale musicale!!!

Domanda:
“Manolito innanzitutto bentornato a Milano. Come si è trasformato Manolito, musicalmente parlando, dal Salon Rosado ad oggi, cosa è cambiato anche nel tuo modo di suonare?”

Manolito:
“Grazie innanzitutto del benvenuto. Diciamo che sono passati circa 10-11 anni dai miei esordi e credo che sebbene il pubblico sia cambiato quella che non è certo cambiata è la mia radice od origine musicale. Sono nato in un ambiente che musicalmente parlando aveva ed ha delle potenzialità incredibili. A Cuba come noto, sono nati la gran parte dei generi musicali e che poi oggi si chiami salsa o timba parliamo di etichette commerciali che servono per vendere il prodotto ma che non bisogna dimenticare, hanno un fondamento nella radice cubana della musica”.

Domanda:
“Partendo quindi da un tuo brano come “El Aquila” per arrivare oggi a “Locos Por Tu Besos” cosa è cambiato sia nei testi che nella musica?”

Manolito:
“Io ed il mio gruppo sin da quando abbiamo iniziato a suonare insieme abbiamo cercato di creare un nostro stile ed in particolare a livello musicale cerco di trarre molta forza da una o due canzoni dell’intero album o disco che mi accingo a scrivere. Una o due canzoni devono essere la colonna portante del disco e quindi che si tratti di un bolero o di un son o altro il mio intento è scriverla e tradurla come “musica bailable” cioè una musica che entra in testa a tutti e che tutti possano ballarla. Per fare questo ho proceduto a rivedere anche la composizione musicale e cioè sono passato da un elemento ritmico (che nella musica cubana è predominante) ad uno più melodico e quindi cerco di innalzare la parte nascosta e cioè la Melodia piuttosto che la ritmica che comunque rimane ma meno preponderante.

Domanda:
“Pare strana questa tua scelta considerando che la Timba che si ascolta a Cuba si fonda sulla poliritmia e quindi da preponderanza al ritmo piuttosto che la melodia?”

Manolito:
“Infatti non è semplice musicalmente parlando cerare di far risaltare la melodia rispetto al ritmo e per fare questo nelle mie recenti canzoni (esempio in Todavia NO o Locos por tu besos si può notare questo) ho cercato di rallentare il ritmo mettendolo quasi in secondo piano mentre cerco di sviluppare più la melodia ( NdR: in spagnolo Manolito ci dice “el sendido de la melodia”). Anzi, vi anticipo e vi dico in esclusiva che per la fine dell’anno farò un altro disco in cui questo elento sarà presente e prenderò due o tre vecchie canzoni (ancora però non dico quali ma troverete di sicuro anche Locos por tu besos) per riadattarla con questo nuovo mio modo di suonare e scrivere la musica”.

Domanda:
“Tornado un passo indietro al tuo ultimo cd Hablando en Serio abbiamo notato che hai fatto due omaggi uno ad Arsenio Rodriguez ed uno alla Orquestra Argon, molti si sono appunto chiesti come si puàò rendere moderno qualcosa che non lo è più… ?

Manolito:
“Il mio intento è nato dalla valutazione del fatto che con la Salsa, la musica di Arsenio o dell’Aragon ed in genere la musica Cubana fosse considerata fuori da Cuba come una musica vecchia e cioè che si parlasse di musica cubana solo per intendere i grandi del passato o una musica del passato. Per questo motivo ho ridato vitalità attuale a quei grandi successi ma non trasponendo il tutto in Timba, bensì cercando di fare una Fusion che si avvicinasse alla salsa. La timba è funzionale al Jazz ed alla musica ballabile mentre invece la musica cubana ha un altro concetto ed a mio parere racchiude Son Montuno, Pilon, Guaracha, Son, Danzon, Danzonete ecc… mentre per me la Timba è un’etichetta commerciale come lo è la Salsa. Credo che quindi i generi musicali cubani siano altri e che vadano rivalutati e ripresi perché i musicisti cubani si sono un pò allontanati dalle origini mntre invece è alle origini che bisogna guardare per evolversi”.

Domanda:
“La musica cubana nel mondo come la vedi?”

Manolito:
“La musica cubana è unita al ballo e si può dire che è un matrimonio (estas casadas) inscindibile. Per esempio questa sera apriremo il concerto con un Opening che è una introduzione musicale che serve da accompagnamento ed inizio per poi far divertire i ballerini”.

Domanda:
“Come consideri il Reggaeton?”

Manolito:
“Premetto che il reggaeton non è per me, e musicalmente parlando, una novità perché la cellula del reggaeton io la sentii già in Martinica nel 1989 dove un gruppo di Haiti suonava lo Zouk che contiene la cellula del Reggaeton e la stessa radice del Racinè un ballo primitivo di Haiti che è suonata con un tamburo che a Cuba si chiama Guatagua e quindi per me è una mescola di suoni caraibici anche il reggaeton che però ripeto lo suono solo perché va di moda e non perché mi piace…”

Domanda:
“Il futuro della musica cubana?”

Manolito:
“Credo che la cosa peggiore per la musica cubana e per quella di tutto il mondo in genere sia la discografia. Infatti purtroppo a Cuba non ci sono le stesse possibilità che hanno altri artisti nel mondo perché non possono muoversi con la grande distribuzione. Solo grazie a pochi impresari Europei la musica cubana riesce ad emergere ma indubbiamente le difficoltà per produrre un disco od anche una canzone sono enormi. Teniamo poi in conto che a Cuba i grandi artisti internazionali non entrano(li vediamo solo in televisione) e che quindi tutto quello che ne deriva è che l’isolamento musicale a volta porta anche una certa crisi nella quale però Cuba al momento non si trova perché i Cubani hanno sempre avuto una grande creatività ed estro anche nelle situazioni più difficili.
Il concerto come promesso da Manolito si apre con un Opening elegante che fa da preludio al cd Hablando en Serio passando per la ultima hit Locos por tu Besos fino ad arrivare alle canzoni più famose come Marcando la Distanzia, Locos por mi Haban, Todavia No, El Aquila per chiudere con un repris di Locos por mi Habana che ci rende Lcos de Amor per il grande maestro Manolito y su Trabuco.”

Er Gladiatore

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