Siamo alle porte dell’Estate 2007 e come ogni anno sta per arrivare uno degli appuntamenti più importanti dell’anno che rappresenta al meglio il mondo dell’America Latina in Italia e che raccoglie ad ogni edizione, centinaia di migliaia di persone che amano osservare più da vicino tutto ciò che ruota intorno alla Kermesse Latina più importante del nostro paese.
Stiamo ovviamente parlando della 17ª edizione del FESTIVAL LATINOAMERICANDO che come ogni anno si svolgerà all’interno dell’Area del Datch Forum di Assago (Mi).Quest’anno le date che racchiuderanno questo grande evento andranno dal 21 Giugno al 26 Agosto dove saranno presenti tutti gli ingredienti necessari per respirare tutta l’aria e la magia della musica e della Cultura Latino Americana in un angolino di casa nostra. Per visualizzare tutte le info e tutta la programmazione estiva del festival potete sempre consultare il sito ufficiale dell’evento che è
www.latinoamericando.it
. Un evento imperdibile che Salsa.it seguirà da vicino per informarvi ed incontrare i grandi personaggi che calcheranno il palcoscenico di questo che è uno degli eventi più seguiti d’Europa.
Salsa.It ha inoltre il piacere di presentarvi poco sotto l’intervista fatta con il “Patron” della manifestazione, il
Dott. Juan Josè “Pepe” Fabiani il quale è stato avvicinato ai nostri microfoni alla fine della scorsa edizione, concedendoci una bellissima intervista che vi rivelerà alcune curiosità riguardo il Festival Latinoamericando. Un’intervista nel quale saranno svelate un po’ di curiosita e dove saranno raccontati alcuni aneddoti per darvi una panoramica esauriente di ciò che era, ciò che è ed infine di ciò che sarà il Festival.
Nel ringraziare la gentile disponibilità del Dott.Fabiani per la concessione di questa intervista, vi rimandiamo al 21 Giugno prossimo data di apertura dei cancelli che vi catapulteranno in una dimensione magica, quella’dell’America Latina.
Fabrizio Zoro
– Dott. Fabiani, Il Festival sta per diventare maggiorenne, fino a dove si vuole spingere la sua creatura?
Beh ricordiamoci che il Festival nasce per far divertire la gente e per far conoscere in generale la cultura latinoamericana ai nostri ospiti e mi auguro che in qualche modo questo compito sia stato assolto. Per continuare su questa strada però, abbiamo dei progetti molto ambiziosi per questo che è un appuntamento che esiste da 16 anni e vogliamo farlo diventare un appuntamento che va ben al di la’ di una serata divertente dove vorremmo invitare i singoli paesi appartenenti all’America Latina al fine di farci proporre direttamente da loro, la loro offerta e come tale intendo un’offerta a 360° di ciò che offre ogni singolo paese, sia a livello di prodotti enogastronomici che quelli prodotti dall’industria nazionale passando per il commercio o il turismo. Un vero e proprio export dell’America Latina da proporre in Italia.
– Da Parte dei consolati o ambasciate c’è un aiuto affinchè questo progetto si sviluppi?
Io provengo proprio da quel mondo, infatti ero l’addetto commerciale del Consolato del mio paese, il Perù, per cui il mio lavoro è sempre stato in questi anni a fianco dei vari consolati e rappresentanti diplomatici di tutti i paesi dell’America Latina per cui continuo a lavorare fianco a loro per poter presentare un’immagine la più fedele possibile dei paesi che vogliamo far conoscere.
-Tornando al presente, la 16 edizione del Festival Latinoamericando 2006 è giunta al termine, può tracciarci un bilancio finale?
Devo dire con molta soddisfazione che nonostante la gente pensi da anni al latino come moda, il trend per tutte le edizioni del Festival è sempre stato in crescita senza mai fermarsi ed anche per il 16° anno consecutivo abbiamo superato il record di presenze a livello di numero anche se a me non piace parlare di numeri .Vorrei invece soffermarmi sul fatto che a base di tutto c’è l’apprezzamento della gente la quale abbraccia la nostra offerta e ci premia scegliendo la nostra manifestazione e che partecipa con questo spirito d’entusiasmo e si lascia quasi conquistare da questo senso di anima latina che un po’ accomuna latini ed Italiani.
– Una domanda sul passato , come è nata l’idea di creare questo evento e se può farci una cronologia dei luoghi che hanno ospitato le edizioni del festival.
L’idea di fare un Festival è nata premettendo che non sapevo neanche se si potesse chiamare così quest’evento.
Ero ancora all’ufficio commerciale del Perù qui a Milano e diciamo che lo spunto è nato dal fatto che nell’89 si è svolta l’ultima edizione della Fiera Campionaria e si è venuto a creare un vuoto per quello che erano le partecipazioni ufficiali dei paesi latini ed allora ne ho parlato con molti colleghi dall’Argentina, dal Messico, dal Brasile, dal Costarica ecc ed ho trasmesso loro la mia volontà di creare un’alternativa a ciò che era appena finito alla Fiera Campionaria in termini di export dei paesi Sud americani che esponevano in Italia . Da questo poi completandola con la musica e tutti gli ingredienti necessari, si è creata la prima manifestazione al Castello Sforzesco di Milano in Piazza del Cannone nel ‘91 su di una superficie di 2000 Mq, un niente se si pensa che oggi la Manifestazione viene ospitata su una superficie di ben 36000 Mq!!!.
Non pretendevo tanto ed allora una grossa mano me la diede il Comune di Milano che abbracciò subito la nostra proposta e loro stessi ci diedero la possibilità di creare l’evento in quel luogo, il Castello Sforzesco appunto uno dei simboli più rappresentativi di Milano.
Li siamo stati anche il 2° anno ma la risposta di pubblico era talmente positiva, che il comune ci propose di spostarci nell’area dei parcheggi di S.Siro in un area di 12000 Mq dove riuscimmo a fare una Manifestazione adeguata alle presenze cresciute esponenzialmente.
Da li sono cominciate le prime sorprese perchè arrivava gente da Torino, Roma Venezia, Bologna e da tutt’Italia e dalle 30.000 presenze registrate il primo anno già al 3° superammo le 100.000 presenze facendoci esplodere tra le mani il mio progetto. Era il 1993 e non c’era ancora la Macarena ne il fenomeno Ricky Martin.
Da li in avanti la strada è sempre stata in ascesa tanto da fare le prime trasferte sul Lago Maggiore , in Versilia, sull’Adriatico a Jesolo ed a Verona. Il Festival inoltre ci è stato richiesto con grande soddisfazione in altri paesi come Usa e Australia, non sembra vero ma è così, anche se per ovvie ragioni logistiche per ora non siamo riusciti a portarlo così lontano.
– Avrebbe mai pensato che questo fosse l’appuntamento più atteso dell’estate Milanese?
Assolutamente no, ciò che mi ha mosso per fare questa manifestazione è ricreare in Italia quello che a me mancava, io vengo dal Perù dove già mi divertivo ad organizzare feste, ma qui in Italia mi mancava il “nostro” modo di divertirci . L’occasione poi è arrivata con la chiusura della Fiera Campionaria.
Ringrazio infinitamente gli Italiani per aver abbracciato questa nostra proposta fin dall’inizio, questa mia voglia di presentare un angolino di casa mia e di tutto il popolo latinoamericano.
-C’è un paese oltre all’Italia ed il Perù al quale è legato particolarmente?
Beh grazie al Festival ho avuto modo di conoscere paesi che non conoscevo molto come Ecuador, Argentina, Venezuela ecc. E mi sta un po’ stretto il fatto di essere chiamato Italo Peruviano , io mi sento Latinoamericano ed Italiano per via dei miei genitori ma se dovessi dire che sono soltanto Peruviano è un pò riduttivo dopo 16 anni che lavoro con l’America Latina.
– Sul Palcoscenico del Festival ha visto di tutto , c’è un cantante o un gruppo che l’ha emozionata più di tutti?
Certo, tantissimi artisti da Ruben Blades a Willy Chirino, tanti tanti davvero ma devo dire che il ricordo al quale mi fa emozionare ancora è quello legato all’immensa Celia Cruz con la quale il Festival ha avuto un rapporto meraviglioso e con me si era instaurato un rapporto che oso dire anche di amicizia. Lei ci ha regalato emozioni a livello musicale ma soprattutto, e ci tengo a dirlo, a livello umano.
– C’è un artista che invece è stato sottovalutato dal pubblico e che non ha mai avuto il successo che meritava a livello musicale o umano?
Sottovalutato non è l’aggettivo giusto, secondo me succede in tutte le edizioni dove noi portiamo artisti senza considerare se in Italia è più o meno conosciuto o amato perciò molti cantanti nei loro paesi sono affermati mentre qui purtroppo non hanno il seguito che meriterebbero anche da parte della stampa che ne conosce poco. Ma è proprio per quello che esiste il Festival Latinoamericando che vuole far conoscere in Italia cantanti sconosciuti ai nostri.
-E’ per questo motivo che i media Italiani snobbano la musica latina in genere ? Ci sarà un modo per farli interessare alla musica latina dal pop al Rock compresa la musica Tropicale?
Non voglio essere polemico ma è un pò quello che succede nel Mondo e quando parliamo di musica latina si include anche la Musica Italiana, che viene a volte snobbata a favore di linee di business internazionali anche nel settore musicale privilegiando automaticamente quella anglosassone a prescindere della qualità.
– Ci sarà un modo come già successo per gli Aventura per
catturare in modo più convincente l’attenzione dei mass media italiani, poichè dietro ad un Ran Kan Kan o una La Vida es un Carnaval c’è un universo di musica e di cultura latina da scoprire.
Ci stiamo pensando (ridendo), anche questo è uno scopo che il Festival si vuole prefiggere coinvolgendo giornalisti al fine di far cadere le barriere che ci sono tra la musica che si ascolta in Italia e la musica latina. E’ giusto che vengano prima conosciute e poi riconosciute.
il Motivo per cui non venga riconosciuta può essere il Business innanzitutto e poi lo “Pseudocolonialismo Mentale” che esiste in tanti paesi, ovvero siamo succubi di ciò che ci viene imposto a livello internazionale.
Fin quando avremo la forza di far valere ciò che vale veramente avremo sonorità che avranno il merito di avere successo.
– Cosa dicono del Festival Latinoamericando nel Mondo?
Mi meraviglio che venga conosciuto negli Usa o nell’America Latina e vengono giornalisti da Puertorico, Argentina , Venezuela, Messico ecc. che danno notizia di questa manifestazione. Sono soddisfatto, mi fa molto piacere, ma ho ancora un grosso senso di responsabilità perchè in Europa il Festival ha ancora molto da dire e molto da fare.
-Lei è da tanti anni che vive in Italia si sente più Latino o più Italiano?
Io mi sento Latino ed in questo abbraccio anche l’essere italiano perchè non dimentichiamo che la “Latinità” nasce in Italia in epoca romana e successivamente esportata e sviluppata in tutto il Mondo sopratutto in America Latina il quale non è altro che il ritorno della “Latinità” verso l’Italia ed è questo il fattore che ci accomuna.
Io non mi sento in alcun modo in due scarpe. Mi sento tranquilamente in quella scarpa di Latino al 100%.
-Chi è Josè“Pepe” Fabiani?
Dunque, nasco da genitori di diverse influenze etniche su di tutte Italiane ma anche austriache e di diversi altri paesi.
Nasco in Perù nel ’60 e sempre li ho frequentato le scuole italiane. In Perù, amo definire, ho vissuto la mia “Italianità” come qui in Italia adesso vivo la mia “Peruvianità” e questo mi ha fatto arricchire parecchio il mio bagaglio civico al di la delle frontiere.
Ho fatto tutti gli studi in Perù fino ai 24 anni dove ho fatto una scelta di vita importante insieme a mia Moglie ed abbiamo deciso di tornare alla madre patria al fine di cambiare destino e cominciare una nuova vita cominciando così da zero, sfruttando solamente gli studi appena conclusi che mi hanno permesso di trovare un impiego presso una catena alberghiera mentre mia moglie presso le Nazioni Unite.
Una volta trovato impiego presso l’ambasciata del Perù ho traslocato a Milano poichè la sede dell’ufficio commerciale si trovava nel capoluogo lombardo ed a 29 anni ho avuto la folgorazione per il Festival che ha cambiato la mia vita, quella di mia moglie e quella di altre 1.000 persone che lavorano per la buona riuscita di ogni Festival.
-Quanto hanno contato i collaboratori per il successo del Festival Latinoamericando?
Sicuramente senza di loro non sarei andato da nessuna parte anche se all’inizio non potevamo permetterci l’ausilio di molti collaboratori.
Un’aneddoto carino mi fa venire in mente i preparativi per il 1° Festival con me e mia Moglie in giro per Milano armati di scotch ad attaccare i volantini pubblicitari come pure mi vengono in mente tutte le volte che andai a bussare personalmente ad ogni porta al fine di trovare sponsorizzazioni o collaborazioni o anche solamente per fare il mio primo ufficio stampa poichè appunto non potevamo permetterci economicamente qualcun’altro che lo facesse al posto nostro.
Comunque ringrazio ad uno ad uno tutti coloro che ci hanno supportato e ci supportano tutt’ora perche il successo della manifestazione è merito anche loro.
Approfitto anche per dare un grazie alla stampa che ci ha seguito molto bene comprese le grandi testate come la Repubblica che ci diede la copertina del suo periodico “TuttoMilano” ed il Corriere della Sera su “ViviMilano”, con annesso un bellissimo articolo di presentazione.
Un grazie anche ai rappresentanti diplomatici di tutti i paesi che insieme ai collaboratori hanno fatto in modo che potesse essere di tutti questa fetta di America Latina in Italia che sta avendo così tanto successo, un successo che da solo non avrei mai potuto raggiungere.
Un ringraziamento molto speciale però va a Mia Moglie che mi è stata sempre accanto in tutti i momenti belli e brutti con la quale ho avuto la fortuna di condividere tutto ciò che è vivo sin dal primo giorno che ci siamo conosciuti.
-Grazie Dott.Fabiani con questo Salsa.it la ringrazia anche a nome di tutti coloro che amano la musica e la cultura Latinoamericana.
Grazie mille a voi e molti complimenti per il vostro lavoro, ma molto dobbiamo ancora fare, noi ne facciamo solo una parte .
Io credo che nella vita ognuno di noi abbia un piccolo compito che è giusto assolvere nel migliore dei modi al fine di non avere alcun debito con la vita stessa.
Fabrizio Zoro – fabrizio@salsa.it
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