Intervista Flash con Eddie Palmieri e Yosvany Terr

Interviste flash Afro Caribbean Jazz All Stars
A Imola, grazie alla collaborazione degli organizzatori e della figlia di Palmieri ,la Sig.ra Eydie, ho intervistato il rumbero del piano Eddie Palmieri e il sassofonista cubano Yosvany Terry Cabrera.
In attesa della trascrizione completa eccovi alcune battute flash.

Conversando con Eddie Palmieri
Gfg Il suo disco migliore, il pezzo preferito in mezzo a tanta produzione?

EP: Amo tutti i miei dischi, ma se vuoi che te ne citi uno in particolare, dico Azucar. Si tratta di un lavoro registrato nel 1965 e allora i brani dovevano essere di 2 minuti e 45 secondi. E invece Azucar diventò di 8 minuti e mezzo. Tanto il fascino che…

Gfg Oggi in Italia si celebra la festa della Liberazione, una data fondamentale per la democrazia. Nella sua carriera artistica queste tematiche sono state o sono presenti?
EP Sì, se torniamo agli inizi della mia carriera ti posso ricordare che registrai Justicia, dove si parla di libertà, diritti. Erano tempi di rivoluzioni sociali nella città di New York.

Gfg Tempi di rivoluzioni voleva dire anche Cuba, paese di cui ama molto la musica, ma che non ha ancora visitato. E’ vero?
EP Sì, non sono mai stato. Pensa che nel ’59 (trionfo della rivoluzione cubana – NdA) ero a Miami con la band di Tito Rodriguez e stavo proprio progettando di andarci, poi ci pensai un po’ troppo e non ho più avuto opportunità.

Gfg Le piacerebbe? Cosa aspetta per partire?
EP Non c’è più stata l’occasione, ma mi piacerebbe conoscere meglio. Mi sono sempre tenuto aggiornato, a partire dalle strutture della musica ballabile di quella terra. Conosco molti cubani, tanti hanno suonato con me, ora c’è il giovane colosso Yosvany Terry che sentirai.

Gfg Ma con Yosvany, come con altri cubani, si parla solo di musica e non della realtà di Cuba in generale oppure…
EP: No, parliamo anche di società, ma la mia opinione è che la forma di governo di un paese non deve mischiarsi con la musica. E poi, infine, i problemi sociali ci sono in tutti i paesi.

Gfg Parlando di paesi e città. Firenze che significa per lei?
EP Significa il luogo dove hanno vissuto i miei antenati prima di arrivare a Portorico e poi negli Usa. Una città che conosco poco, solo un giorno o due per suonarci e poi via. Ma scoprire le mie radici più antiche mi piacerebbe molto. Chissà che prima o poi ciò non avvenga.

Conversando con Yosvany Terry Cabrera
Sax contralto, tenore e soprano.

Gfg Sei cubano, ma di quale parte dell’Isla?
YTC Sono nato nel 1971 a Camaguey, nella parte centrale di Cuba. Le origini dei miei nonni sono giamaicane, haitiane e ovviamente cubane. Una famiglia di musicisti la mia, con mio padre violinista che è stato il fondatore della Orquesta Maravillas de Florida. Ho iniziato giovanissimo gli studi musicali con il percorso classico. La tradizione della musica popolare, del ritmo e del jazz l’ho appresa da mio padre, suonando con gruppi, ascoltando dischi. Ho altri fratelli musicisti che suonano assieme o con gruppi diversi. Tutti vivono all’Avana. Io invece da 7 anni risiedo a New York, ma torno ogni anno a casa.

Gfg E’ la prima volta che vieni in Italia? Come ti sembra?
YTC No, sono già venuto altre volte. E’ un paese fantastico, bellissimo. Non pensavo che l’Italia avesse un patrimonio di bellezze così vasto.
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Gfg In particolare cosa ricordi?
YTC Mi innamorai di Sassari, di Cagliari e della Sardegna. Mi ricordava un poco il Caribe, per il mare, la natura e stavo decidendo di trasferirmi là. Ma poi non l’ho fatto.

Gfg Da una Isla grande a una più piccola, ma sempre isola.
YTC Per la verità anche Maiorca mi affascina. Ah, mi ricordo dell’Italia un altro luogo affascinante: Le Cinque Terre. Es maravilloso, precioso, incantevole.

Gfg E il futuro di Cuba?
YTC Non so dirti. E’ una situazione molto particolare, ci sono troppe pressioni da più parti. Speriamo in un futuro di nuovi talenti musicali.

Foto: M.T. Salomoni

Gian Franco Grilli

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