Appunti di…musica guajira, décima
di Gian Franco Grilli
La diffusione di questi appunti, che raccontano frammenti storici, culturali e esperienze dirette fatte sul campo, ha la scopo di offrire materiali per conoscere meglio le origini della musica latinoamericana, i denominatori comuni esistenti tra varie tradizioni, e se possibile, contribuire a sistemare i tasselli dell’albero genealogico da cui deriva anche la salsa. |
Inizio questo discorso sulla musica campesina cubana prendendo spunto dai particolari descritti nei precedenti Appunti di…rumba (newsletter 30 marzo –www.salsa.it). Mi riferisco al divertente botta e risposta di improvvisazioni in rima, per lo scambio dei reciproci saluti tra i gruppi rumberos di Ensila Mundo e Afrocuba, al termine di una storica ‘sfida’ artistica cui ho assistito a Matanzas. E mi riferisco allo spirito festaiolo della rumba, urbana, che sotto il pretesto della competizione nel canto, suono e ballo svolge la funzione socializzante di riunire gruppi di persone e artisti oltre ad amici, vicini e famiglie quando si tratta di rumba di rione.
E voglio evidenziare questi due aspetti della rumba perché sono elementi presenti anche nelle allegre e folkloriche feste del mondo rurale cubano che rispondono ai nomi, diversi a seconda della zona del paese, di guateque, parrandas e changüí. Manifestazioni campagnole con alcuni tratti della rumba di città.
Riflessioni
Perché vi sottopongo questa comparazione? Semplicemente per riflettere sui forti limiti del modo, utilizzato fino a pochi anni fa, di schematizzare musiche e danze cubane in base alle due principali fonti di origine: l’europea e l’africana.
Indagini più attente, infatti, hanno oramai comprovato che l’amalgama artistica cubana è frutto della transculturazione o sincretizzazione iniziata in Europa – e in particolare nell’area mediterranea tra arabi, italiani, spagnoli – ancora prima della Conquista. Cosicché è quasi impossibile determinare con estrema precisione le origini e le percentuali dei vari ingredienti che si sono incrociati e fusi nel Nuovo Mondo dando origine a nuove identità autonome. Ecco perchè non si può etichettare culturalmente se questo è “bianco” puro, quello è “mulatto” e l’altro è “nero” anche a causa dell’interscambiabilità dei ruoli e delle reciproche contaminazioni.
Un esempio evidente è il caso citato dell’incontro rumbero – e quindi in teoria “nero” – di Matanzas, che si è concluso con un confronto a base di improvvisazioni poetiche in rima, sottolineato dal battito delle mani dei presenti, tipico retaggio delle tradizioni poetico-musicali di origini spagnole e quindi “bianche”.
Un libro
Di quest’arte dei poeti a braccio, molto viva nell’arcipelago cubano, ne parla il preziosissimo volume Cuba improvvisa.Antologia del repentismo cubano, a cura della ricercatrice italiana Giuliana Della Valle e dello scrittore cubano David Mitrani (prologo del prof. Antonio Melis, pubblicato dalle Edizioni Gorée di Siena, 120 pagine, 18,00 €, allegato un Dvd), nel quale i testi presentati sono in décima.
Cos’è la décima? L’insieme di strofe poetiche di dieci ottonari, ovvero dieci versi di otto sillabe che devono rimare secondo uno schema prestabilito. Si rimano in decima sentimenti amorosi, problematiche sociali e di vita quotidiana, bellezze della natura e paesaggi bucolici, qualità e difetti delle persone, etc.
E otteniamo la forma del cosiddetto “punto cubano” quando i testi di décima sono accompagnati da giri melodici di trés (cordofono creolo), laúd, bandurria, chitarra – arrivati con i primi galeoni spagnoli – e, talvolta, da piccole percussioni, come claves, bongò – arrivate con gli schiavi africani – o maracas e güiro, di cui si dibatte ancora se ereditati dai nativi Taino e/o dagli africani.
Un bell’esercizio per conoscere i segreti dell’improvvisazione rimata! Una cultura che viene da lontano, dagli ambienti europei, che prima si è sistemata nelle città cubane assieme alla chitarra spagnola, poi si è insediata stabilmente nelle campagne tra i guajiros cubani evolvendosi via via fino a diventare patrimonio nazionale. Una forma per poetare cui hanno attinto grandi figure come il poeta Josè Martì. Fu in decima anche un bel dibattito radiofonico tra il “barbaro del ritmo” Benny Morè e l’autore di Guantanamera, il cantante Joseíto Fernández intento a riaffermare al suo interlocutore che, pur essendo nato all’Avana, si sentiva nativo dell’intera Cuba
¹:
Benny estás equivocado
yo aquí en La Habana he nacido
siempre en la misma he vivido
fuera de ella en ningún lado
amo a mi pueblo estimado
porque ama a nuestra bandera
y si en mi guantanamera
siento orgullo de cubano
me creo como un hermano
de la República entera.
Mi piace sottolineare che la melodia Guajira Guantanamera veniva inizialmente cantata in décima da Joseíto Fernández; poi il successo mondiale arrivò con l’interpretazione in quartine cantate dal nordamericano Pete Seeger. Ma questa è un’altra storia.
E decimisti sono stati anche Albíta Rodríguez, oggi a Miami alla corte di Gloria Estéfan, e il compianto guajiro natural Polo Montañez, all’anagrafe Fernando Borrego Linares, cresciuto con la musica campesina, tra tonada e punto pinareño (variante del punto cubano o guajiro), che arrivò al successo con un carico di musica romantica, bolero e son montuno.
Concludo questi appunti ricordando il cantante-contadino con una décima che dedicò al figliastro Crecencio Rivero Pérez, ricoverato in ospedale per la varicella (chinita)²:
Dile a mi niñito fiel
Que cure bien su chinita
Que Marita, la perrita,
Quiere casarse con él.
Me dijo que lo iba ver
El domingo sin fallar
Que de aquí se iba a mudar
En la semana que viene
Porque dice que no tiene
Con quien salir a pasear.
‘Galli’ in palcoscenico.
In America Latina sono numerosi i paesi dove si coltiva attivamente questa tradizione poetico-musicale. A Panama esistono molti cultori, ma il luogo migliore è la perla del Caribe e non solo nelle località a economia agricola ma anche nella capitale. Un gruppo di rimatori incalliti si dà appuntamento ogni lunedì alla Peña de la Décima, calle San Nicolás y Neptuno – Centro Habana – a pochi passi dall’Hotel Lincoln. Un centro culturale per anziani, aperto a tutti, diretto dalla décimista Guillama Marisol, dove – anziché giocare a dómino – ci si diverte a cantare versi in rima e soprattutto a tifare per uno dei ‘galli’ in gara nella lotta vocale. E in occasione di una mia visita la stretta di mano fu in rima:
…en honor de un italiano/ que de su lejana tierra / vino hacer una gran gira/…
Se vi rimane tempo e volete conoscere meglio le terre autentiche della musica campesina, vi consiglio di muovervi tra Matanzas, Sancti Spiritus, Ciego de Avila e Camaguey. Un luogo che consiglio è la Casa della Trova di Ciego de Avila. Qui ho avuto la fortuna di assistere a sfide poetico-musicali memorabili con la partecipazione anche di ragazzini rimatori. E sempre in questa zona di guajiros è possibile imbattersi in allegre parrandas come quella di Majagua. Ma ne riparleremo.
Alla prossima, dunque, per affinare il panorama e i linguaggi della musica guajira, che qui ho appena abbozzato con la piacevole aria campestre della décima. E da qui ripartiremo.
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¹ V. Joseíto Fernández e la sua Guajira Guantanamera di Perez – G. Ortiz, Edizioni Achab – Verona, 2000
² Polo Montañez di F. Diaz Martinez, Editorial Letras Cubanas, La Habana, 2004
Riferimenti bibliografici:
edizione italiana: Del canto e il tempo di A. León, Massari editore, Bolsena (Vt), 1999
edizione spagnola: La musica entre Cuba y España – Ida di M.T. Linares, Fundación Autor, Madrid, 1998
Foto di G.F. Grilli
Gian Franco Grilli
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