Il simpatico cantante cubano si racconta in questa intervista esclusiva
rilasciata
a Gian Franco Grilli
L’orchestra Yumurì y sus hermanos sarà in tournée in Europa da novembre a
gennaio 2007. E’ una buona occasione per conoscere ancora meglio un protagonista
indiscusso della salsa. Un bravo artista dotato di allegria, gentilezza,
sincerità e calore umano. Gli stessi pregi che avevo apprezzato qualche anno
prima nel noto flautista Orlando ‘Maraca’, che non sapevo fosse fratello
di Yumurí, nome d’arte di Moisés Rafael Valle Molerio che ho
incontrato recentemente in compagnia della sua consorte. E dalla piacevole
conversazione è nata questa intervista.
Gfg: presentaci la tua carta d’identità
Yumurí: sono nato all’Avana nel 1964 e ho vissuto per molto tempo nel
barrio Parraga con la mia famiglia molto umile ma ricca di valori; ho cinque
fratelli.
Gfg: e lo ‘stato di famiglia’ musicale?
Yumurí: ahhh , siamo cinque fratelli e nel seguente ordine: Pedro,
Osvaldo, Moisés (Yumurì), Orlando (Maraca) e Luis. E ora siamo tutti musicisti,
anche se quest’arte non è una tradizione famigliare. Fu uno zio che guidò i miei
fratelli più grandi verso studi musicali e da quel momento si può dire che la
musica e il canto sono entrati in casa.
Gfg: quindi la casa diventa un piccolo conservatorio, ma
cosa si suona? e tu che facevi?
Yumurí: sì, più o meno come una piccola accademia musicale con i seguenti
strumentisti: due sassofonisti, un trombettista, un flautista. C’era anche un
piano in casa, musica in ogni angolo, ma io ero spettatore.
Gfg: neanche claves, o voglia di strimpellare algo, no
tocaste nada?:
Yumurí: beh, qualche tentativo sì… per esempio con la tromba, ma studiare
musica mi risultava un poco difficile e quindi ho desistito.
Gfg: insomma, la musica non ti sfiorava più di tanto ma
indirettamente cosa ascoltavi?
Yumurí: no, l’ambiente familiare era molto musicale, mio padre non
suonava ma amava ascoltare la musica del momento : Benny Morè, la musica
messicana , l’Orquesta Aragón, Miguelito Cunì.
Gfg: allora come e quando liberi il canto che era nascosto
in te?
Yumurí: lo scopro con un gruppo di appassionati quando ero
all’università. Mi piaceva cantare così per gioco. Un giorno, correva l’anno
1984, stavo imitando un bolerista sotto la doccia quando un amico mi dice: “ehi
compadre, tu cantas bien.” E così fui inghiottito nel coro di questo gruppo di
universitari.
Gfg: quindi, sei un universitario e abbandoni tutto.
Yumurí: no, terminai l’università (mi sono laureato in Economia) e allo
stesso tempo coltivavo il canto che mi divertiva molto. Allora feci una scelta e
partì il mio progetto di vita musicale.
Gfg: da aficionado diventi profesional de la musica,
quando esattamente?
Yumurí: divento profesional nel 1987 e l’anno dopo mi scoprì il maestro
Elio Revé e mi volle nella sua orchestra. Tutto successe durante una
noche cultural mentre stavo cantando e ballando con il mio gruppo Imagen
Latina che faceva da spalla alla band di Revé. Lui mi notò e…
Gfg: il nome del percussionista guantanamero Elio Revé,
uno dei padri del changüi moderno, mi obbliga a chiederti, forse
incoerentemente, se era uscito in te anche il ritmo e nella band suonavi
strumenti afrocubani?
Yumurí: No, andai a sostituire il cantante Alfonsito (Ricardo Alfonso-
ndr). Mi dedicai sempre al canto, senza tocar strumenti, la mia passione è
cantare e interpretare e sono rimasto con Elio Revé dal 1988 fino al
1992. Poi decisi di formare una mia orchestra con i miei fratelli.
Gfg: stai parlando di Yumurí y sus hermanos?
Yumurí: sì, con alcuni dei miei fratelli che furono i primi musicisti:
Pedro, Osvaldo e Luis che oggi però non suonano con me. Invece ‘Maraca’
non è mai stato nel gruppo, anche se collaborava como compositore, arrangiatore
e produttore musicale. Lui aveva i suoi impegni prima con Chucho Valdès,
Irakere, poi con il suo gruppo.
Gfg: già che tocchi ‘Maraca’, regalami un flash, sempre
che non ti disturbi, per dirmi se esiste concorrenza con un fratello così
popolare
Yumurí: Gian Franco, non mi disturba affatto e a questo tema sempre
rispondo così: forse Maraca è più conosciuto in Europa di Yumurì, che
probabilmente è più noto a Cuba di Maraca. Non c’è concorrenza, anche se è un
ingrediente fondamentale per migliorarsi sempre nel proprio lavoro. Io ho il mio
stile, sono un sonero. Orlando ha i suoi musicisti, crea opere fantastiche di
latin jazz ecc. Abbiamo molti punti in comune, ma le carriere sono differenti
pur collaborando in molti dischi: io canto con lui, lui arrangia per me e suona
il flauto, e insieme abbiamo fatto tournèe. Un ottimo rapporto artistico e
famigliare: somos hermanos de sangre.
Gfg: entonces da Valle a Yumurí, perché questo nome
d’arte?
Yumurí: il mio nome completo è Moisés Rafael Valle Molerio, troppo
lungo. Immaginati se dovessi dirlo tutto… è anticommerciale. Allora Elio Revè
mi affibbiò questo nome perché non si confondesse il mio cognome con due
personaggi in voga a quel tempo: il bolerista Manolo del Valle e il
pelotero Lazaro Valle della squadra di baseball Industriales. (Il
baseball è lo sport nazionale e tu capisci… ).Quindi Revè, tra un Valle e
l’altro, disse: “tu sei Yumurì”. E questo, credo, pensando alla splendida valle
Yumurì, zona geografica vicino a Matanzas. Non mi piaceva quel nome anche
se era molto cubano, perchè viene dalla leggenda di un Cacique indio che morì
per la sua fidanzata. …Yo murì, qualcosa di simile. Comunque oggi son contento
di questo apodo (soprannome), per Cuba e per il mondo intero sono il sonero
Yumurí e la mia orchestra si chiama Yumurí y sus Hermanos.
Gfg: hai appena detto che sei un sonero. Eccoci alla diaspora della salsa: ti
senti un sonero o un salsero?
Yumurí: sì, ci vuole una risposta articolata. Siamo all’eterno dilemma se
la salsa è musica cubana, dove nasce la salsa, chi ne è il depositario ecc. Esta
es mi opinion : la salsa prende origine dalla musica cubana originata dal son
che uscì dai confini nazionali nel ’40 e ’50 del secolo scorso. Altri
popolazioni, portoricani, venezuelani e la comunità latina residente a New York
o in altre città americane, a quei suoni originari hanno aggiunto ingredienti
delle loro terre e delle proprie culture. E così è nato il mix che
commercialmente venne battezzato con il nome Salsa.
Rispondo al quesito così: non mi offende se mi danno del salsero ma mi considero
un sonero.
Gfg: ah, interessante, allora spiegaci perché sonero?
Yumurí: sonero, perché seguo la linea della musica cubana. Il sonero
canta e sul momento può improvvisare e dialogare con la gente, inventare una
rima, ecc. Ripeto, non mi disturba affatto se mi chiamano salsero ma sono un
sonero. E se ti piace di più, puoi chiamarmi il sonero della salsa.
Gfg: Mi sembra perfetto. Quindi, facendo un passo
indietro, tu hai dentro la musica tradizionale cubana, il son:
Yumurí: esattamente. Il son è nel sangue, poi crescendo ho scoperto altri
suoni. Tieni presente che io sono di una generazione al confine tra la musica
tipica e la salsa internazionale che si cominciava ad ascoltare a Cuba.
Gfg: niente musica rockera, americana, neanche di
straforo…nada?
Yumurí: questa musica si ascoltava, nonostante tutto, ma la mia
inclinazione era per la cubana e latina.
Gfg: e siamo arrivati al tuo vero mondo musicale che
scopri …
Yumurí: alla fine degli anni ’70, quando arrivarono le melodie di
Oscar d’ Leon, la Dimensión Latina, Ruben Blades, Willy Colón e altre
orchestre. Erano sonorità differenti. A me sembrava un sound cubano, ma era
un’altra maniera di esprimersi. E credo, oggi, di essere un poco il risultato di
questa fusione, di questa mezcla di influenze, da Los Van Van a Benny Morè,
dall’Aragón ai salseri e soneri di Porto Rico, Venezuela, ecc.
Gfg: facciamo un salto nella timba, che ogni tanto affiora
anche nel tuo repertorio.
Yumurí: anche la timba è frutto di una fusione musicale. Dentro c’è un
po’ di jazz, rumba, son, guaracha ecc. Una nuova forma di espressione, il mezzo
di musicisti più giovani, molto carica di significati, poliritmia, che mi
influenza perché vivo a Cuba. La mia musica riassume un poco questi fenomeni, ma
non sono un timbero.
Gfg: desumo, pertanto, che curi il tuo pubblico anche
perché risponda con i piedi, dopo che con il cuore?
Yumurí: sì, es verdad, sempre dò priorità alla cadenza e al bailador.
Questo perché penso che se la musica è molto aggressiva, molto veloce, un cubano
può anche capirla, ma per un europeo, forse, non è lo stesso. Io propongo una
musica ben cadenzata, ben ritmata, così da far divertire non solo i cubani, ma
anche gli amanti dei balli latini sparsi nel mondo.
Gfg: andiamo verso la conclusione: a quali delle due
grandi culture arrivate a Cuba, spagnola e africana, ti ispiri di più?
Yumurí: io sono un mulatto, sono risultato di questa fusione. Nel sangue
ho la musica africana e quella spagnola, sono un meticcio. Non ci può essere
musica ballabile se non c’è qualcosa di africano nel ritmo, nella clave, nel
tamburo; però allo stesso tempo è stata fondamentale l’armonia europea, il
canto, l’arte di improvvisare testi, la decima, la capacità di rimare sul ritmo
nero.
Gfg: alt! a proposito di improvvisatori, rimatori,
repentistas ecc., cosa ne pensi dei raperos?
Yumurí: possiamo considerarli dei decimistas moderni o repentistas. Vedi,
c’è una canzone che canto e che ha spopolato: Coge la rotella. Bene al di là del
ritmo ha incontrato i favori della gente perché ho invitato un rapero, Papo
Record. Un giovane underground, che non aveva inciso. Questa unione di
esperienze diverse è piaciuta tantissimo ai giovani, un esperimento
riuscitissimo tra un sonero e rapero.
Gfg: vuoi ricordarci con quali gruppi internazionali hai
suonato e/o collaborato?
Yumurí: essendo io compositore, soprattutto dei miei brani in tempo di
son, guaracha, bolero ecc., ho avuto il privilegio e l’onore di vedere cantate
mie canzoni da importanti salseri. Per esempio, Oscar d’ Leon ha
interpretato la mia ‘Mi mujer es una bomba’; e la stessa la canta Willie
Rosario. Los Hermanos Morenos, portoricani newyorchesi, ne cantano un
‘altra. A partire da queste relazioni ho lavorato con alcuni: ad esempio, nel
1998 con Oscar d’ Leon in occasione del Festival internacional del Caribe
nella città di Cancún, Messico, poi interscambi con Juan Luis Guerra,
ecc.
Gfg: que opinas tu sobre el raggaeton ?
Yumurí: a Cuba gusta mucho a giovanissimi. A me piace il ritmo anche se
devo dire che è un poco ripetitivo, piatto, ossessivo e i testi non sono molto
educativi, soprattutto para los niños. Lo si potrebbe migliorare artisticamente
parlando. Oggi è di moda, bisogna dare tempo al tempo e si vedrà.
Gfg: e finiamo così, anche se credo che ai salseri piacerà
poco.Con quale italiano ti piacerebbe fare un progetto?
Yumurí: con Ramazoti (Ramazzotti), mi sembrerebbe interessante un
lavoro con lui.
Dopo questa prevedibile risposta, perché dovevo saperlo che Eros e Laura (Pausini)
piacciono moltissimo in tutta l’America Latina, ci salutiamo parlando dei suoi
figli, del quartiere abanero dove vive ora e scambiandoci i rispettivi indirizzi
per un arrivederci a presto, nella Penisola o nell’Isla, como amigos y hombres
sinceros.
Gian Franco Grilli – (Le foto sono di M.T. Salomoni)
gianfranco.grilli@tin.it e
asscaribe@libero.it
Gian Franco Grilli
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