Intervista a HAILA

Haila, un nome che evoca sensazioni profumate ed esotiche, ed
è così che incontro la nuova stella del firmamento musicale cubano. Haila nasce
e cresce nel gruppo "Bamboleo" nella seconda metà degli anni novanta e la sua
voce prodigiosa non tarda ad affermarsi nel panorama mondiale. Il Festival
Latino Americando che si svolge in questi giorni a Milano, è un’occasione unica
per gustarsi a fondo la sua presenza e la sua voce accompagnata per l’occasione
da una band d’eccezione e cioè quella di Adalberto Alvares y su Son. Haila è una
ragazza semplice, graziosa e molto cortese. La intravedo nello stand di Radio
Zeta dove Pepe Bassan (il mitico dj di Radio Zeta) la intrattiene prima del
concerto e lei disponibilissima si concede ai suoi fans. Mi presento con accanto
Fabrizio "Zoro" che mi accompagna per fare qualche foto e lei si presta
volentieri ad un giro di domande, rifiutando però prima un piatto tipico cubano
che le porge il suo impresario perché ancora "non ha mangiato nulla".

Haila cosa ne pensi del tuo grande successo in Italia?

Era circa un anno che mancavo dall’Italia quando l’anno scorso cantai con i
Cuban Grammy e ritrovare l’ambiente festoso ed entusiasta italiano è per me
indice di grande gioia e voglia di cantare. Mi piace l’aria che si respira da
Voi e mi fa sentire vicina a Cuba per l’allegria che infonde e poi, gli
italiani, conoscono molte mie canzoni a memoria, da non crederci (lo dice
ridendo)!!

Quanto ha significato per te l’esperienza con i Bamboleo?

Indubbiamente i Bamboleo sono stati per la mia carriera da solista fondamentali
poiché è grazie all’esperienza con loro acquisita che sono riuscita a tirar
fuori quell’ alma negra che tuttora caratterizza la mia voce. Nei Bamboleo sono
riuscita a tirar fuori il sentimento per la musica e l’amore per il canto che ho
sin da bambina.

Parlami del tuo rapporto con i Van Van…
Ti confesso che sono una VAN VANERA al 100%, adoro i Van Van e Juan Formell che
seguivo sin da bambina e aver avuto la possibilità di lavorare con loro è stato
per me bellissimo e senza dubbio un segno nella mia carriera da solista.

Il Festival di Milano è dedicato quest’anno a Celia Cruz e molti ti
paragonano a lei cosa mi dici in proposito…

Mi lusinga moltissimo questo paragone ma ancora ho moltissima strada da seguire.
Celia spaziava da son alla guaracha al latin jazz alla salsa e cha cha cha con
una voce unica ed irripetibile, io da parte mia ho cantato Timba e Rumba e ho
ancora molto da imparare. Il mio pensiero è comunque legato alla bellissima
figura di Celia Cruz che conobbi a 18 anni ad un concerto e che in certo senso
influenzò il mio modo di cantare come presenza scenica e decisione timbrica. A
cuba per una donna emergere non è facile c’è molto machismo e io sono tra
le poche cubane che riescono a vivere di questo mestiere duro ma al tempo stesso
unico.

Dopo le foto di rito (grazie a Zoretto!!) ci gustiamo
incantati il concerto e la sua magnifica voce che canta il suo ultimo CD "HAILA
LIVE" , pezzi che vanno da Bemba Colorà a Nadie se salva della Rumba per
concludere in maniera travolgente e trascinante il pubblico nel pezzo
(magnificamente eseguito da Adalberto Alvares y su Son) di Rumba Santera
intitolato  "Santa Barbara".

Er Galdiatore

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