BEBO DE CUBA Bebo Valdés y su mundo è un libro che non mancherà di lasciare traccia di sé. Bisogna essere grati alleditore spagnolo RBA libros (www.rbalibros.com) per la pubblicazione di questo monumentale volume: 494 pagine fittissime di notizie, con rimandi e note che aiutano il lettore a ricollegare ogni fase del racconto al contesto storico e sociale in cui si sviluppa la vicenda di Bebo, agli stili musicali toccati, agli artisti e alle band coinvolti, alle numerose composizioni prese in esame, e sono tantissime. Il lavoro del bravo giornalista-scrittore svedese Mats Lundahl ricostruisce con precisione certosina il ritratto di Bebo, ripassando tutta la sua vita e la sua opera, partendo dai primissimi passi mossi nella natìa Quivicán, località che dista 37 km. dallAvana, analizzando i momenti di gloria dellartista quando negli anni Cinquanta diresse lorchestra del Tropicana e organizzava le prime descargas con jazzisti statunitensi di passaggio allAvana e il successivo lungo periodo di oscuramento. Infatti questa grande star della musica cubana con lavvento della Rivoluzione decise di andare in esilio e il mondo si dimenticò di lui fino agli anni Novanta di cui parleremo più avanti.
Era il 26 ottobre 1960 quando si imbarcò, assieme al cantante Rolando Laserie, su un volo diretto in Messico fingendo ai famigliari una breve tournèe. Da quel momento Bebo non è più tornato e – come ha affermato più volte – non tornerà nellIsla finchè durerà il regime antidemocratico. Una storia complicata e difficile, descritta nei minimi dettagli (alcuni anche inediti) in queste dense pagine che illustrano principalmente la lunga vicenda artistica del pianista, ma che in parallelo consentono al lettore di conoscere levoluzione della musica popolare dell’Isla a partire dal secolo diciannovesimo fino ai nostri giorni, di saperne di più su quel jazz nordamericano che influenzò gli stili musicali cubani negli anni Cinquanta del Novecento. Il testo offre anche uno spaccato della realtà sociale che ha fatto da cornice al cammino di Bebo, si ripassano momenti storici dimenticati e bui come il forte razzismo che era presente a Cuba (ma non solo lì) e la separazione tra le varie etnie: per esempio, Bebo ricorda che i neri ballavano nei loro punti di ritrovo, mentre i bianchi cubani non avevano luoghi e andavano nei club spagnoli, al Centro Gallego e al Centro della Catalunya ecc. Il racconto ruota comunque sempre attorno alla musica che va in scena, ma ogni tanto va dietro le quinte per scovare aneddoti e curiosità: ad esempio, come nacque il titolo del famoso brano di Bebo, Con Poco Coco (pag. 139); che nel 1964 lavorò come pianista in Italia – grazie a Rubén Calzado, trombettista che viveva nel nostro paese e qui incontrò Pantaleón Pérez Prado (fratello di Damaso), il quale poi lo portòcon sé in tournée nel Medio Oriente (pag. 202). E tantissime altre informazioni e di cui alcune davvero sorprendenti anche per chi segue il mondo latino da molto tempo.
Il lavoro di Lundhal è basato essenzialmente su interviste a Bebo, ad alcuni dei suoi figli come Chucho, Mayra Caridad e Rickard, agli amici e a musicisti colleghi con i quali Bebo ha condiviso progetti. Ma il testo non poteva diventare così completo senza lascolto dei dischi e senza la consultazione dell’ampia bibliografia riportata in fondo al libro e i ritagli stampa e i contratti di lavoro dellartista che Lundahl è andato a rintracciare. Insomma un lavoro meticoloso sulla vita del grande Maestro che oggi ha novantunanni, di cui oltre trenta trascorsi nelloblio assoluto lontano dalla sua terra e guadagnadosi il pane suonando nei ristoranti e nella hall di alcuni hotel di Stoccolma, la città dove Bebo ha costruito la sua nuova famiglia. Fu qui che nel 1994 Bebo ricevette la telefonata di Paquito DRivera, il cui padre era stato amico di Bebo, e da quel momento iniziò la rivincita umana e musicale di uno dei pilastri della musica dorata cubana degli anni Quaranta e Cinquanta. Prima lalbum Bebo Rides Again, poi protagonista nel film di Fernando TruebaCalle 54, alcuni Grammy, i concerti memorabili con figli Chucho e Mayra, il successo strepitoso del cd Lagrimas Negras con El Cigala. E altro ancora, che troverete documentato in maniera eccellente in questo volume, a cui è allegato un prezioso cd di piano solo inciso nel marzo 1986 da Bebo a titolo personale. Una storia nella storia che rammenta la vicenda umana di quel disco inciso con la forza della disperazione perchè si trattò di un test che Bebo volle fare alla sua mano sinistra, giacché negli ultimi mesi si era indebolita enormemente a seguito di una malattia che aveva costretto Bebo in ospedale per oltre dieci settimane. Bebo si apprestò alla tastiera pensando che forse sarebbe stata la sua ultima opportunità di registrare brani prima del temuto e totale decadimento. Ma le cose, per fortuna di tutti, sono andate diversamente e quelle 19 composizioni raccolte nel cd (tra cui Bebos Boogie, La Comparsa, Danza Lucumi, Echale salsita, Son de la loma, Tu mi delirio, New York New York, Take Five), commentate a pag. 228 del libro, sono un incanto e impreziosiscono ledizione spagnola di questopera, arricchita anche da un appendice davvero straordinaria con la descrizione di tutti gli stili della musica popolare di Cuba, da unesauriente bibliografia, e da un lavoro pazzesco sulla discografia. Infatti in ogni brano vengono specificati lautore, il genere suonato (e sia sa quanto sia difficile trovare questa completezza nella musica latina) e gli strumentisti intervenuti. Arrivati all’ultima riga si ha limpressione che il maestoso lavoro su Bebo sia stato un buon pretesto per realizzare una sorta di enciclopedia della musica cubana e delle sonirità cugine. Comunque sia, si tratta di un testo fondamentale per la biblioteca dei cultori di musica cubana, di latin jazz e anche di jazz jazz, come qualcuno osa definire quello afronordamericano, puro, incontaminato.
EDITORE RBA Libros
a cura di Gian Franco Grilli
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